Il virus Zika può diventare più aggressivo ed elusivo a causa di una mutazione: rischio focolai
Il virus Zika in futuro potrebbe diventare più trasmissibile e pericoloso, scatenando nuovi potenziali focolai. Il patogeno, un virus a RNA della famiglia Flaviviridae responsabile di un'emergenza sanitaria nel 2016, potrebbe diventare anche più bravo a “bucare” le difese immunitarie già presenti, aumentando il rischio di reinfezione e diffusione. Questo inquietante scenario, al momento solo ipotetico, è stato tratteggiato da un gruppo di scienziati che ha analizzato a fondo le capacità di mutazione dello Zika, così chiamato per il nome della foresta ugandese in cui fu isolato per la prima volta in una scimmia, nel lontano 1947.
A determinare che il virus Zika potrebbe diventare più contagioso, aggressivo ed elusivo è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati del La Jolla Institute for Immunology di La Jolla (California), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Farmacologia e Tossicologia dell'Università del Texas Medical Branch (UTMB), del Sanford Burnham Prebys Medical Discovery Institute, del Lawrence Berkeley National Laboratory e di altri centri di ricerca. Gli scienziati, coordinati dal professor Sujan Shresta, docente presso il Centro per le malattie infettive e ricerca sui vaccini dell'istituto californiano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto alcuni specifici esperimenti, replicando cicli di infezione multipli tra zanzare e topi.
Il professor Shresta e i colleghi hanno osservato che tra una infezione e l'altra il virus muta con estrema rapidità ed efficacia, accumulando cambiamenti che permettono allo Zika di infettare con maggiore rapidità ed virulenza. Nello specifico, è stato rilevato un singolo cambiamento in un amminoacido – una mutazione chiamata NS2B I39V/I39T – che ha permesso al patogeno di replicarsi più agevolmente sia nelle zanzare Aedes aegypti, che sono il vettore naturale del virus, che nei topi infettati. “Questa singola mutazione è sufficiente per aumentare la virulenza del virus Zika”, ha dichiarato il coautore dello studio Jose Angel Regla-Nava in un comunicato stampa. “Un alto tasso di replicazione in una zanzara o in un ospite umano potrebbe aumentare la trasmissione virale o la patogenicità e causare un nuovo focolaio”, ha aggiunto l'esperto.
L'aspetto più inquietante di questa mutazione è stata la capacità del virus di superare l'immunità crociata innescata dal virus responsabile della Dengue, un altro flavivirus a RNA molto simile allo Zika che quando infetta innesca difese immunitarie anche contro l'altro patogeno. “Nelle aree in cui è prevalente Zika, la stragrande maggioranza delle persone è già stata esposta al virus della dengue e ha sia cellule T che anticorpi che reagiscono in modo incrociato”, ha affermato il professor Shresta. Fortunatamente si è trattato solo di esperimenti di laboratorio, tuttavia questa possibile mutazione associata a un aumento della virulenza può essere facilmente trasferita nel mondo reale, pertanto gli autori dello studio sottolineano l'importanza di monitorare le aree a rischio e di andare a caccia di mutazioni attraverso il sequenziamento genomico, come si fa anche col coronavirus SARS-CoV-2 responsabile della pandemia di COVID-19.
Il virus Zika viene trasmesso principalmente dalle punture delle zanzare del genere Aedes – è possibile anche la trasmissione sessuale – ed è diffuso in Africa, Asia e nel continente americano. Generalmente provoca un'infezione lieve e solo una ridotta percentuale dei contagiati sviluppa sintomi, tuttavia può avere conseguenze catastrofiche se ad essere punta è una donna incinta. Tra gli effetti sul feto ci sono microcefalia e danni cerebrali. Anche per questo i ricercatori stanno sviluppando un vaccino ad hoc, pensato principalmente per proteggere proprio le donne in gravidanza. I dettagli della ricerca “A Zika virus mutation enhances transmission potential and confers escape from protective dengue virus immunity” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Cell Reports.