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Il virus A/H1N1 del 2009 è passato quasi 400 volte dagli umani ai suini: “Poi nuovo salto di specie”

Dall’allerta pandemica del 2009, la circolazione del virus nei maiali (influenza suina) ha portato a nuove varianti che sono poi saltate dai maiali agli umani.
A cura di Valeria Aiello
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Il ceppo virale di tipo A/H1N1 noto come “influenza suina” e denominato pdm09 è passato dall’uomo ai suini quasi 400 volte da quando ha scatenato la pandemia influenzale del 2009 e la sua circolazione nei maiali ha portato a nuove varianti che hanno fatto nuovamente il salto di specie verso l’uomo.

A quantificare questi eventi di trasmissione interspecie, la persistenza del virus nei suini e la sua evoluzione è un nuovo studio pubblicato sulla rivista Plos Pathogens dal team di ricerca guidato dal biologo computazionale Alexey Markin del servizio di ricerca del Dipartimento dell’Agricoltura degli Stati Uniti, che ha evidenziato i rischi di questo pericoloso ping-pong, che impone una maggiore attenzione nella gestione delle infezioni di chi lavora con i suini.

Il virus A/(H1N1) pdm09 è passato dall'uomo ai suini per poi tornare all'uomo

Il virus dell’influenza A/H1N1 può infettare gli esseri umani, gli uccelli, i suini e altri mammiferi. A partire dall’aprile del 2009, diversi Paesi, a partire dal Messico, hanno riportato casi di infezione nell’uomo da un nuovo lignaggio di A/H1N1, poi designato come virus dell’influenza pandemica A/(H1N1) pdm09, che tra il 2009 e 2010, ha causato migliaia di morti in tutto il mondo. Da allora, come dimostrato anche in studi precedenti, il virus pdm09 è passato ripetutamente dall’uomo ai suini, e la circolazione nei maiali ha portato a cambiamenti evolutivi nel ceppo, che possono rendere più probabile il ritorno e l’infezione dell’uomo.

Per comprendere meglio questo rischio, Markin e colleghi hanno analizzato gli eventi di trasmissione di pdm09 registrati dal 2009 al 2021, studiando inoltre come questi eventi interspecie possano aver influenzato la diversità genetica del virus nei suini e il rischio di successiva infezione umana.

L’analisi ha mostrato che, dal 2009, pdm09 è passato dall’uomo ai suini circa 370 volte, con la maggior parte di questi eventi che si sono verificati quando il carico di pdm09 era più alto tra gli esseri umani. Nel 2020 e nel 2021, durante la pandemia Covid, la circolazione di pdm09 tra gli esseri umani è diminuita, ma la circolazione di pdm09 è comunque persistita nei suini a seguito di circa 150 trasmissioni da uomo a suino tra il 2018 e il 2020.

I ricercatori hanno scoperto che la maggior parte degli eventi di trasmissione da uomo a suino sono stati isolati, ma alcuni hanno portato a una circolazione prolungata di diversi lignaggi di pdm09 tra i suini negli Stati Uniti. L’analisi ha anche mostrato che la persistente circolazione di pdm09 tra i suini era associata ad almeno cinque casi di trasmissione da suino a uomo.

Questi risultati si aggiungono alla crescente evidenza che la gestione dell’infezione da influenza A nelle persone che lavorano con i suini può aiutare a prevenire la trasmissione ai maiali e, successivamente, a ridurre il rischio di diffusione agli esseri umani. “Il controllo dell'infezione da virus dell’influenza A negli esseri umani può ridurre al minimo la diffusione di virus nei suini e ridurre la diversità dei virus circolanti nelle popolazioni suine – affermano gli autori dello studio – . Limitare la diversità dei virus nei suini può ridurre al minimo l’emergere di nuovi virus e il potenziale di trasmissione da suino a uomo del virus dell'influenza A”.

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