Il vino da una caloria a bicchiere: un marchio francese produce bollicine senza zuccheri e alcol

Nelle ultime ore sta girando nei media italiani la storia di French Bloom, un brand francese che si occupa di produrre vino senza alcol. Non è una notizia nuova. French Bloom esiste da diversi anni. A rilanciare la sua storia è stato un’intervista rilasciata da una delle sue fondatrici a Madame Figarò, supplemento al quotidiano Le Figaro. Maggie Frerejean-Taittinger, ex direttrice della Guida Michelin, ha spiegato che l’idea di French Bloom è nata nel 2019, durante la gravidanza. Semplicemente, non trovava niente con cui brindare nelle occasioni che lo meritavano.
Le prime bottigliere sono arrivate nel 2021 e ora sul sito di French Bloom c’è anche uno spumante che non solo non ha alcol ma praticamente non ha nemmeno zuccheri, visto che ha solo una caloria per bicchiere. Mediamente un calice di rosso si aggira attorno alle 100 calorie.
Come si crea il vino senza alcol
Al netto della storia di French Bloom, il mercato dei vini dealcolati è abbastanza interessante. I punti da conoscere sono due. Il primo è che non si tratta di bevande create con composti chimici. Sono effettivamente vini a cui nelle fasi finali della lavorazione viene tolto l’alcol. Come spiega la biologa Elena Dogliotti sul portale della Fondazione Veronesi, i metodi più usato sono la distillazione sottovuoto e l’osmosi inversa.
Certo. Con la perdita dell’alcol, spiega Dogliotti, rischiano di perdersi anche delle sfumature del gusto di vini ma alla fine i benefici possono essere interessanti: “Il vantaggio principale per gli assidui consumatori della bevanda tradizionale è sicuramente legato all’assenza, o alla netta riduzione di alcol, sostanza tossica e cancerogena, determinando benefici in termini di salute e riduzione potenziale degli incidenti stradali”.
La produzione di vini dealcolati in Italia
Se non avete mai trovato un vino dealcolato sugli scaffali del supermercato, la risposta è abbastanza semplice. Fino allo scorso gennaio in Italia non si potevano produrre e la quota di mercato di questi prodotti era limitata solo alle importazioni dall’estero. O almeno, così erano le leggi fino a gennaio del 2025, quando anche in Italia è stata concessa al produzione di vino dealcolato. E questo nonostante i dubbi del ministro Francesco Lollobrigida. A fine ottobre del 2024 diceva:
“Faremo produrre i dealcolati in Italia perché tutto il mondo del vino li vuole ed è d'accordo; quindi noi che rappresentiamo il mondo della produzione ci allineiamo, ma proverò a convincere tutti che questi prodotti non si possono chiamare vino”.