Il vaccino Covid in gravidanza è sicuro per il feto: lo conferma studio su 160mila donne
Un vasto e approfondito studio ha dimostrato che la vaccinazione anti Covid durante la gravidanza non comporta alcun aumento dei rischi per la salute del piccolo. Non è infatti stato riscontrato alcun incremento statistico nelle probabilità di parto prematuro, ritardo nella crescita, morte alla nascita e altre condizioni nei piccoli nati da donne vaccinate contro il coronavirus SARS-CoV-2 rispetto a quelli partoriti da donne non vaccinate. In parole semplici, il vaccino anti Covid risulta sicuro durante la gestazione e non determina conseguenze per il feto.
A determinare la sicurezza in gravidanza della vaccinazione contro il coronavirus SARS-CoV-2 è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati della Divisione di Ostetricia dell'Ospedale Universitario del Karolinska Institute, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Centro per la fertilità e la salute del Norwegian Institute of Public Health, del Dipartimento di Ostetricia e Ginecologia del Visby County Hospital, dell'Haukeland University Hospital e di altri centri di ricerca. Gli studiosi, coordinati dai professori Anne K. Örtqvist e Olof Stephansson, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto uno studio di coorte retrospettivo che includeva 157.521 parti, verificatisi in Svezia e Norvegia tra il 1 gennaio 2021 e il 15 gennaio 2022. Si tratta di una delle indagini più approfondite per verificare la sicurezza della vaccinazione anti Covid in gestazione.
La maggior parte delle donne incinte vaccinate aveva ricevuto il Comirnaty di Pfizer-BioNTech, ma nello studio sono state coinvolte anche donne vaccinate con lo Spikevax di Moderna e il Vaxzevria di AstraZeneca. Quasi tutte hanno ricevuto la vaccinazione durante il secondo e terzo trimestre della gravidanza. L'età media delle neomamme era di 31 anni. Incrociando tutti i dati è emerso che, nelle donne vaccinate (circa 20 percento del totale) rispetto alle non vaccinate, non è stato rilevato alcun incremento di parto pretermine, natimortalità (bimbo nato morto), necessità di ricovero / cure ospedaliere per il bambino appena nato, ritardo nella crescita e basso indice di Apgar. Si tratta di un punteggio che si ottiene attraverso una serie di controlli medici da eseguire nei primissimi minuti dopo la nascita, per valutare “al volo” le principali funzioni organiche del piccolo.
“I risultati sono rassicuranti e si spera possano rendere le persone in gravidanza più disposte a vaccinarsi”, ha dichiarato la dottoressa Anne Örtqvist Rosin in un comunicato stampa. “Stiamo ancora vedendo che i tassi di vaccinazione sono inferiori rispetto al resto della popolazione, quindi è probabile che ci sia qualche preoccupazione su come i vaccini influiscano sulla persona incinta e sul feto”, ha aggiunto la scienziata, sottolineando che le donne incinte non sono state incluse nei trial clinici dei vaccini. La speranza degli autori dello studio è che ricerche come questa portino più donne incinte a vaccinarsi contro il patogeno pandemico. I dettagli della ricerca “Association of SARS-CoV-2 Vaccination During Pregnancy With Pregnancy Outcomes” sono stati pubblicati sulla rivista scientifica JAMA.