Il vaccino Covid ha evitato 20 milioni di morti in un solo anno: lo studio finanziato da Bill Gates
Nel momento in cui stiamo scrivendo, sulla base della mappa interattiva messa a punto dall'Università Johns Hopkins, dall'inizio della pandemia di COVID-19 sono morte oltre 6,3 milioni di persone contagiate dal coronavirus SARS-CoV-2. Più molte altre per cause indirette. È un numero enorme, ma che avrebbe potuto essere molto, molto peggiore se non ci fosse stato il vaccino: secondo un nuovo studio, infatti, dalla fine del 2020 – quando sono iniziate le prime inoculazioni – e per tutto il 2021 i vaccini anti Covid approvati hanno salvato la vita a circa 20 milioni di persone in tutto il mondo. Un dato eclatante che mostra che mostra quanto questi farmaci sono stati fondamentali nel proteggerci dal patogeno pandemico. Tuttavia si sarebbe potuto fare ancora di più, se i vaccini fossero stati distribuiti equamente in tutti i Paesi. Il maggior numero di vite salvate, infatti, è concentrato nei Paesi ricchi, che si sono accaparrati la quota più elevata delle dosi.
A determinare che i vaccini anti Covid hanno evitato la morte di circa 20 milioni di persone (19,8 milioni, per la precisione) è stato un team di ricerca britannico dell'Imperial College di Londra. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Azra Ghani, docente di epidemiologia presso l'MRC Center for Global Infectious Disease Analysis dell'ateneo londinese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver messo a punto un modello matematico che ha analizzato i dati relativi a mortalità, trasmissione e tassi di vaccinazione in 185 Paesi. La Cina non è stata inclusa nell'analisi “a causa della sua posizione peculiare come Paese d'origine dell'epidemia e della sua grande influenza sulle stime dei decessi evitati a causa della sua dimensione della popolazione”, hanno scritto gli scienziati in un comunicato stampa. Sulla base dei decessi ufficiali per COVID-19 i ricercatori hanno determinato che il vaccino Covid ha evitato 14,4 milioni di morti tra l'8 dicembre 2020 e l'8 dicembre 2021, tuttavia la stima finale è salita a 19,8 milioni di vite salvate, quando nel modello matematico sono stati inseriti i dati relativi ai morti in eccesso dovuti al reale impatto della pandemia. Non tutti i Paesi hanno infatti forti sistemi di sorveglianza, per questo è stato tenuto conto del numero complessivo di morti in più registrato durante la pandemia, messo a confronto con la media del periodo. Dal calcolo finale è stato determinato che i vaccini hanno ridotto del 63 percento il numero totale di morti potenziali, abbattendolo appunto di quasi 20 milioni in un solo anno. Fra essi, la maggior parte è stata salvata direttamente dalla vaccinazione, ma una quota significativa ha beneficiato indirettamente del vaccino, grazie alla ridotta pressione sui sistemi sanitari e per il freno alla circolazione virale.
Il virtuoso risultato, come indicato, avrebbe potuto essere ancora migliore se ci fosse stata una maggiore equità distributiva e se si fossero centrati gli obiettivi prefissati di vaccinazione. Nello specifico, la professoressa Ghani e colleghi hanno stimato che si sarebbero potuti evitare ulteriori 81.750 decessi “se l'obiettivo COVAX (programma internazionale per la distribuzione equa dei vaccini Covid NDR) del 20 percento fosse stato raggiunto da ciascun paese”. Se invece fosse stato raggiunto l'obiettivo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di vaccinare entro la fine del 2021 il 40 percento della popolazione di ciascun Paese, sarebbero state circa 600mila in più le vite salvate. Il maggior numero di morti evitate si è verificato nei Paesi con reddito medio-alto, ovvero 12,2 milioni su 19,8 milioni totali. Come specificato dal dottor Oliver Watson, coautore dello studio, “se gli obiettivi fissati dall'OMS fossero stati raggiunti, stimiamo che circa 1 vita su 5 persa a causa della COVID-19 nei paesi a basso reddito avrebbe potuto essere evitata”.
Al netto delle differenze emerse, i vaccini hanno rappresentato – e stanno rappresentando tuttora – un baluardo per proteggerci dalle conseguenze più gravi della COVID-19. “Il nostro studio dimostra l'enorme vantaggio che i vaccini hanno avuto nel ridurre i decessi per COVID-19 a livello globale. Sebbene l'intensa attenzione sulla pandemia si sia spostata, è importante garantire che le persone più vulnerabili in tutte le parti del mondo siano protette dalla circolazione continua di COVID-19 e dalle altre principali malattie che continuano a colpire in modo sproporzionato i più poveri. Garantire un accesso equo ai vaccini è fondamentale, ma richiede più della semplice donazione di vaccini. Sono necessari miglioramenti nella distribuzione e nelle infrastrutture dei vaccini, nonché sforzi coordinati per combattere la disinformazione sui vaccini e migliorare la domanda di vaccini. Solo così potremo garantire che tutti abbiano l'opportunità di beneficiare di queste tecnologie salvavita”, ha chiosato la professoressa Ghani. Tra i finanziatori dello studio figurano lo Schmidt Science Fellowship, l'OMS, l'alleanza per i vaccini Gavi e la Bill & Melinda Gates Foundation, fondata dall'ex CEO di Microsoft Bill Gates e dalla sua ex moglie. I dettagli della ricerca “Global impact of the first year of COVID-19 vaccination: a mathematical modelling study” sono stati pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica The Lancet Infectious Diseases.