Dubbi sull’età di Bobi, il cane più vecchio del mondo morto a 31 anni: record sospeso dal GWR
Con una mossa a sorpresa il Guinness World Record ha deciso di sospendere il titolo di cane più anziano del mondo, mentre si cerca di fare completa chiarezza sul caso di Bobi, recentemente insignito dell'ambito riconoscimento. A febbraio dello scorso anno fece il giro del mondo la notizia dell'età del cane, un rafeiro do Alentejo di razza pura (portoghese) premiato ufficialmente dall'organizzazione come cane più anziano di sempre per i suoi incredibili 30 anni. Più precisamente, 30 anni e 266 giorni al primo febbraio del 2023, un'età tale da garantirgli appunto il premio di cane più vecchio del mondo. Vivente e non. Ancor più mediatica e virale fu la notizia della sua scomparsa, sopraggiunta “serenamente nella sua casa a Conqueiros” esattamente a 31 anni e 163 giorni, il 21 ottobre dell'anno scorso.
Sin da quando sono stati diffusi questi dati, “certificati” dal Servizio Medico Veterinario del Comune di Leiria, dove Bobi era stato registrato all'inizio degli anni '90, si è tuttavia sollevato un polverone di polemiche, soprattutto per il sospetto da parte di veterinari e altri esperti che ritengono impossibile il raggiungimento di un'età del genere. Del resto il rafeiro do Alentejo, “nato” come cane da guardia per il bestiame, ha un'aspettativa di vita di 12-14 anni, quindi come minimo Bobi avrebbe superato il doppio dell'età media per la sua razza (come se un uomo fosse arrivato a spegnere dalle 160 a oltre 200 candeline).
Secondo il suo proprietario, il signor Leonel Costa, l'elisir di lunga vita di Bobi sarebbe stato l'ambiente “calmo e pacifico” della casa in cui ha sempre vissuto, in combinazione con una dieta fatta di cibo fresco – senza prodotti in scatola – e un forte patrimonio genetico, considerando che la madre era morta a 18 anni. Ma ora, come indicato, tutto questo è stato messo in discussione. Le ragioni sono diverse; innanzitutto, sebbene l'età del cane fosse effettivamente registrata nel database nazionale degli animali domestici, è venuto fuori che tali dati non erano suffragati da prove empiriche, ma si basavano sull'autocertificazione dei proprietari. Inoltre un'indagine approfondita condotta dalla testata Wired è giunta alla conclusione che non ci fosse alcun dato idoneo per confermare la data di nascita nel 1992. Al di là degli intrighi burocratici, inoltre, non c'è praticamente alcun veterinario al mondo che crede alla veneranda età di Bobi al momento della sua scomparsa: “Nessuno dei miei colleghi veterinari crede che Bobi avesse effettivamente 31 anni”, ha dichiarato al Guardian il professor Danny Chambers, membro del consiglio del Royal College of Veterinary Surgeons che rappresenta ben 18.000 veterinari.
Alla luce di queste incertezze, il Guinnes World Record ha deciso di sospendere entrambi i titoli “conquistati” da Bobi, ovvero quelli di cane vivente più anziano e cane più anziano di sempre. “Mentre la nostra revisione è in corso, abbiamo deciso di sospendere temporaneamente entrambi i titoli dei record per i cani più anziani viventi e di sempre fino a quando tutti i nostri risultati non saranno a posto”, ha dichiarato un portavoce dell'organizzazione.
A fare le spese di questa decisione non è solo Bobi, ma anche Spike, un chihuahua che era stato dichiarato il cane vivente più anziano del mondo a gennaio 2023, quando aveva 23 anni e sette giorni, poco prima che Bobi gli rubasse il palcoscenico. Poiché determinare l'esatta età di un cane è molto complesso – del resto anche i dati sul microchip possono essere manomessi – è possibile che il Guinnes World Record decida di riscrivere completamente il regolamento per avere la certezza di non prendere granchi. Bobi aveva battuto il precedente record di Bluey, un cane da bestiame australiano morto a 29 anni e cinque mesi nel lontanissimo 1939. Anche su questo caso ci sono sempre stati pesanti dubbi. Non è inverosimile immaginare che dopo questa revisione, il suo nome e quello di Bobi possano essere totalmente depennati dalla “classifica” del GWR.