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Il timo è prezioso negli adulti: rimuovere la ghiandola aumenta molto il rischio di cancro e morte

La timectomia, ovvero la rimozione del timo prima di determinati interventi chirurgici, secondo un nuovo studio americano andrebbe valutata molto attentamente. Gli scienziati hanno infatti determinato che a cinque anni dall’intervento le probabilità di morire sono tre volte superiori rispetto ai pazienti non sottoposti alla rimozione del timo. Il rischio di sviluppare il cancro risulta invece doppio.
A cura di Andrea Centini
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La posizione del timo, Credit: James Heilman / wikipedia
La posizione del timo, Credit: James Heilman / wikipedia

Il timo, una ghiandola legata al sistema immunitario, secondo un nuovo studio è assolutamente fondamentale per la nostra salute, nonostante la significativa perdita di funzionalità che si determina in età adulta. Senza di essa, infatti, aumenta sensibilmente il rischio di morire e di contrarre il cancro, come emerso dalla recente ricerca che ha messo a confronto pazienti sottoposti a interventi cardiochirurgici con o senza timectomia. Quest'ultima è la rimozione del timo, che viene eseguita per intervenire meglio su cuore e polmoni, proprio alla luce della presunta "scarsa utilità" della ghiandola posta dietro la trachea, nel torace.

Come specificato dall'Istituto Humanitas, la funzione principale del timo “è quella di garantire la maturazione dei linfociti T, un tipo di globuli bianchi che svolge "un ruolo di fondamentale importanza all’interno del sistema immunitario". La sua attività inizia attorno al secondo mese di gravidanza e continua a crescere nel periodo dell'infanzia, andando incontro a una regressione durante l'adolescenza e a una significativa riduzione in età adulta, arrivando “alla produzione di una piccola quantità di linfociti T il cui rinnovamento continua a essere effettuato negli organi linfatici periferici”. È proprio alla luce di questa involuzione funzionale che i medici ritengono che in alcuni casi possa trattarsi di una ghiandola “sacrificabile” al fine di favorire complessi interventi chirurgici. Ora il nuovo studio ha determinato che mantenere il timo è fondamentale per vivere in salute più a lungo e ridurre il rischio di cancro.

A condurlo è stato un team di ricerca statunitense guidato da scienziati dei Centri per la Medicina Rigenerativa e Biologia dei Sistemi del Massachusetts General Hospital, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Harvard Stem Cell Institute, del Dipartimento di Cellule Staminali e Biologia Rigenerativa dell'Università di Harvard e della Scuola di Medicina del prestigioso ateneo di Boston. I ricercatori, coordinati dal professor David T. Scadden, dirigente presso il nosocomio del Massachusetts, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto uno studio di osservazione che ha messo a confronto le cartelle cliniche e i certificati di morte di due gruppi da 1.146 pazienti ciascuno, abbinati per fattori demografici e l'essere stati sottoposti a un intervento di chirurgia cardiotoracica. La differenza sostanziale risiede nel fatto che al primo era stata eseguita la timectomia, al gruppo di controllo no.

Incrociando tutti i dati il professor Scadden e colleghi hanno determinato che il timo sembra giocare un ruolo fondamentale nella sopravvivenza e nella protezione dal cancro. I pazienti a cui era stato rimosso, infatti, avevano un rischio quasi triplo di morire nell'arco dei successivi cinque anni dall'operazione (8,1 percento contro 2,8 percento), così come un rischio doppio di sviluppare il cancro (7,4 percento contro 3,7 percento). I ricercatori hanno osservato anche un rischio superiore di sviluppare una malattia autoimmune negli adulti che non avevano contratto patologie analoghe, infezioni preoperatorie e cancro (12,3 percento contro 7,9 percento).

“Studiando le persone a cui è stato rimosso il timo, abbiamo scoperto che il timo è assolutamente necessario per la salute. Se non c'è, il rischio per le persone di morire e il rischio di cancro è almeno doppio”, ha dichiarato in un comunicato stampa il professor Scadden. “Questo indica che le conseguenze della rimozione del timo dovrebbero essere attentamente considerate quando si contempla la timectomia”, ha aggiunto lo scienziato. È doveroso sottolineare che si è trattato di un “semplice” studio di osservazione, che non evidenzia alcun rapporto di causa ed effetto tra la rimozione chirurgica del timo e la morte prematura o lo sviluppo dei tumori. Ma l'associazione statistica è significativa e studi più approfonditi (randomizzati e controllati) potrebbero confermare questi dati.

Analizzando ulteriori set di dati con pazienti sottoposti alla timectomia e non, con più di cinque di follow-up, i ricercatori hanno rilevato che la mortalità per tutte le cause risultava più alta nel gruppo sottoposto alla rimozione della ghiandola rispetto alla popolazione generale degli Stati Uniti (9,0 percento contro 5,2 percento), così come risultava più elevata la mortalità per cancro (2,3 percento contro 1,5 percento). Il professor Scadden e colleghi hanno inoltre osservato in un sottogruppo di pazienti sottoposti a timectomia “una riduzione consistente nella produzione di nuove cellule T rispetto al gruppo di controllo e livelli più elevati di molecole pro-infiammatorie nel sangue”. Probabilmente questi fattori sono associati al rischio superiore di morte prematura e cancro, ma al momento non ci sono certezze.

Alla luce di questi risultati gli autori della ricerca raccomandano di valutare attentamente se attuare o meno la procedura di timectomia prima di un intervento chirurgico. I dettagli della ricerca “Health Consequences of Thymus Removal in Adults” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica The New England Journal of Medicine, considerata la più autorevole in ambito medico.

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