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Il tempo perso nel traffico aumenta la probabilità di mangiare in modo poco sano

Le persone che rimangono bloccate nel traffico sono più inclini a optare per cibi veloci e poco nutritivi, spesso ricorrendo al fast food: lo dimostra un nuovo studio che ha rilevato una preoccupante connessione tra ritardi nel traffico e aumento del numero di pasti veloci.
A cura di Valeria Aiello
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Rimanere bloccati nel traffico è causa non solo di stress e frustrazione, ma sembra incidere anche sulle nostre abitudini alimentari, portandoci a compiere scelte poco salutari. Le persone che perdono più tempo nel traffico sono infatti più inclini a optare per cibi veloci e poco nutritivi, spesso ricorrendo al fast food, come rilevato da un nuovo studio che ha dimostrato una preoccupante connessione tra ritardi nel traffico e aumento del numero di pasti veloci.

Questo fenomeno porta milioni di persone a mangiare in modo poco sano ogni anno, hanno spiegato gli studiosi, guidati dalla professoressa Becca Taylor dell’Università dell’Illinois. “I ritardi imprevisti, oltre la congestione abituale, portano a un aumento dell’1% delle visite al fast fooddice Taylor – . Potrebbe non sembrare molto, ma equivale a 1,2 milioni di visite al fast food in più all’anno nella sola contea di Los Angeles”.

Tempo perso nel traffico e aumento del numero di pasti veloci

Taylor e i suoi colleghi hanno avuto accesso ai dati relativi al traffico autostradale giornaliero di Los Angeles per oltre due anni, insieme a dati che mostravano quanti utenti di telefoni cellulari entravano nei fast-food nello stesso periodo di tempo. Con queste informazioni, il team ha creato un modello computazionale che mostra un nesso causale tra rallentamenti imprevisti del traffico e visite al fast food, come dettagliato in uno studio appena pubblicato sul Journal of Urban Economics.

“Potrebbe non essere intuitivo immaginare cosa significhi un ritardo di 30 secondi ogni chilometro – prosegue la ricercatrice – . Penso alla differenza tra il traffico delle 10 del mattino e quello delle 5 del pomeriggio”.

Quando i ricercatori hanno suddiviso la giornata in blocchi della durata di un’ora, hanno rilevato che il numero di visite al fast food era significativamente maggiore quando il traffico si verificava durante l’ora di punta serale. In quello stesso orario, le visite ai supermercati risultavano leggermente diminuite. “Se c’è traffico tra le 17:00 e le 19:00, che capita proprio all’ora di cena, vediamo un aumento delle visite al fast food – osserva Taylor – . Gli automobilisti devono decidere se tornare a casa e cucinare qualcosa, fermarsi prima al supermercato o semplicemente mangiare al fast food”.

Considerando che ogni grande città è piena di traffico e di fast food lungo le arterie autostradali, non è difficile estendere il fenomeno anche oltre Los Angeles. “I nostri risultati contribuiscono alla letteratura che suggerisce come i vincoli di tempo siano determinanti nelle scelte alimentari delle persone. Qualsiasi politica volta ad allentare i vincoli di tempo (e il traffico è essenzialmente tempo perso) potrebbe aiutare a combattere un'alimentazione non sana – ha aggiunto Taylor – . Ciò potrebbe significare miglioramenti nelle infrastrutture, per mitigare la congestione del traffico, l’ampliamento nella disponibilità dei trasporti pubblici e il potenziale aumento delle opportunità di lavoro da casa”.

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