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Il telescopio James Webb ha raggiunto la sua destinazione a 1,5 milioni di km dalla Terra

La NASA ha confermato che lo strumento è entrato correttamente nell’orbita attorno al secondo punto di Lagrange da dove osserverà le origini dell’universo.
A cura di Valeria Aiello
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I tecnici della NASA all’opera sul telescopio prima del lancio / NASA
I tecnici della NASA all’opera sul telescopio prima del lancio / NASA

Dopo quasi un mese dal suo lancio nel giorno di Natale, il telescopio spaziale James Webb ha raggiunto la sua destinazione, lontana 1,5 milioni di chilometri dalla Terra. Lo ha confermato la Nasa che lunedì 24 gennaio ha attivato i suoi propulsori di bordo per circa 5 minuti per completare la correzione finale della rotta e far entrare lo strumento nella sua orbita attorno al secondo punto di Lagrange (L2). “Webb, ben arrivato a casa!” ha affermato l’amministratore della Nasa Bill Nelson in una nota. “Congratulazioni al team per tutto il duro lavoro che ha assicurato il sicuro arrivo di Webb a L2. Siamo un passo più vicini alla scoperta dei misteri dell’universo”.

L’orbita attorno al punto L2, che prende il nome dal matematico Joseph-Louis Lagrange che nella seconda metà del Settecento ne calcolò la posizione, consentirà al telescopio di avere una visione senza ostacoli dell’universo, a differenza di Hubble, che si muove dentro e fuori l’ombra della Terra ogni 90 minuti. La distanza del telescopio dal punto L2 varietà tra i 250mila chilometri fino agli 832mila chilometri, mentre il piano dell’ellittica si sposterà al di sopra e al di sotto di 520mila chilometri.

L'orbita del telescopio spaziale James Webb attorno al secondo punto di Langrande (L2). La MCC-2 (mid-course correction 2) è l'operazione di correzione della rotta che ha permesso allo strumento di entrare nell'orbita.
L'orbita del telescopio spaziale James Webb attorno al secondo punto di Langrande (L2). La MCC-2 (mid-course correction 2) è l'operazione di correzione della rotta che ha permesso allo strumento di entrare nell'orbita.

Si tratterà dunque di un’orbita “alone” che varia periodicamente, consentendo al telescopio di mantenere il giusto orientamento rispetto al Sole, con il suo enorme scudo rivolto in posizione perpendicolare verso la Stella madre del sistema solare che permetterà agli strumenti posizionati sul fronte opposto di essere particolarmente freddi per captare i deboli segnali che arrivano dai confini più remoti dell’universo.

La posizione di Webb implica inoltre la possibilità di una comunicazione continua e stabile tra i team sulla Terra e l’osservatorio spaziale attraverso la Deep Space Network, la rete spaziale della Nasa basata su tre enormi stazioni situate in Australia, Spagna e California. Ora che l’orbita è stata raggiunta, il veicolo spaziale trascorrerà i prossimi cinque mesi a calibrare i suoi strumenti. Le prime immagini che verranno catturate sono attese quest’estate.

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