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Il team della professoressa Antonella Viola scopre il recettore che aumenta il rischio di Covid grave

Presente sulla superficie di specifiche cellule immunitarie, viene utilizzato dal virus come “chiave” per l’infezione: ciò induce un’alterazione nell’espressione dei geni coinvolti nello sviluppo di sintomi di Covid più gravi e prolungati. Lo studio pubblicato su Cell Reports Medicine.
A cura di Valeria Aiello
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La professoressa Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova. Nell’immagine il recettore RAGE, coinvolto nella patogenesi e nella gravità del Covid
La professoressa Antonella Viola, immunologa dell’Università di Padova. Nell’immagine il recettore RAGE, coinvolto nella patogenesi e nella gravità del Covid

Perché alcune persone si ammalano di Covid grave e altre no? Probabilmente tutti, a quasi quattro anni dallo scoppio della pandemia, sappiamo che il rischio di sviluppare forme severe della malattia è legato a una serie di fattori, come la predisposizione genetica, l’età, il sesso e la presenza di condizioni di salute come obesità, ipertensione, malattie cardiovascolari, malattie renali e diabete. I precisi meccanismi molecolari che collegano tali condizioni a un aumento del rischio di Covid grave non sono però stati completamente chiariti.

In quest’ambito di ricerca, il team di ricerca coordinato dalla professoressa Antonella Viola, presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova e i ricercatori del gruppo di Human Technopole coordinato dal professor Giuseppe Testa, con il supporto dell’Istituto Europeo di Oncologia e l’Università degli studi di Milano, ha individuato un nuovo meccanismo molecolare che determina lo sviluppo di sintomi di Covid più gravi e prolungati: ad avviarlo è l’interazione del virus Sars-Cov-2 con un recettore presente sulla superficie di alcune cellule, chiamato RAGE (Receptor for Advanced Glycation End Products), un membro della superfamiglia dei recettori delle immunoglobuline. La scoperta di questa “chiave” è dettagliata in uno studio appena pubblicato sulla rivista Cell Reports Medicine.

Cos’è il RAGE, il recettore che aumenta la gravità del Covid

Il RAGE è un recettore espresso su specifiche cellule immunitarie, tra cui i monociti, un tipo di globuli bianchi implicato, tra l’altro, nei processi alla base di diverse condizioni patologiche. Il ruolo di questo recettore era infatti già conosciuto nel contesto dell’obesità e del diabete, ma i ricercatori italiani hanno mostrato che è coinvolto anche nella diversa severità con cui si può manifestare il Covid.

Nello specifico, attraverso l’analisi delle risposte immunitarie dei pazienti Covid e una serie di esperimenti di laboratorio, gli studiosi hanno scoperto che Sars-Cov-2 sfrutta il recettore RAGE per entrare all’interno dei monociti, il che altera l’espressione di alcuni geni in grado di innescare una cascata di eventi che contribuiscono allo sviluppo di sintomi di Covid più gravi e prolungati.

Il recettore RAGE (Receptor for Advanced Glycation End Products) può legare Sars-Cov-2 e permettere al virus di penetrare all'interno dei monociti: ciò altera l’espressione di alcuni geni in grado di innescare una cascata di eventi che contribuiscono allo sviluppo di sintomi di Covid più gravi e prolungati / Credit: Cell Reports Medicine.
Il recettore RAGE (Receptor for Advanced Glycation End Products) può legare Sars-Cov-2 e permettere al virus di penetrare all'interno dei monociti: ciò altera l’espressione di alcuni geni in grado di innescare una cascata di eventi che contribuiscono allo sviluppo di sintomi di Covid più gravi e prolungati / Credit: Cell Reports Medicine.

La nostra ricerca mostra quanto ancora poco conosciamo questo virus e quanto sia importante continuare a definire i meccanismo patogenetici del Covid 19” ha affermato la professoressa Antonella Viola che, confrontando poi le caratteristiche risposte molecolari rilevate nel corso dello studio con quelle raccolte in alcuni database globali, insieme ai colleghi ha inoltre scoperto che il farmaco baricitinib, già approvato dall’AIFA nel 2021 per il trattamento del Covid, potrebbe potenzialmente invertire gli effetti dannosi identificati.

Il ruolo importante di RAGE era già noto alla comunità scientifica in quanto legato a una serie di condizioni fisiopatologiche come obesità e diabete, ma questa è la prima volta che viene identificato come recettore di un virus – ha aggiunto il professor Giuseppe Testa, docente di Biologia Molecolare all’Università degli Studi di Milano e direttore del programma di ricerca in Neurogenomica di Human Technopole – . Questa scoperta pone le basi per un’analisi più approfondita sul ruolo di RAGE nelle infezioni e potrebbe avere in futuro un impiego traslazionale nella lotta ad alcune malattie, anche se al momento non esiste ancora un trial clinico”.

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