Il Sole perde enormi quantità di elio-3, il raro isotopo che vogliamo dalla Luna

Il Sole può perdere enormi quantità di elio-3 in pochi istanti, liberandolo nello spazio attraverso eventi come brillamenti ed espulsioni di massa coronale: lo confermano i dati del Solar Orbiter, la missione congiunta tra NASA e Agenzia Spaziale Europea (ESA) che indaga sui meccanismi interni della nostra stella. La sonda ha recentemente registrato la più alta concentrazione mai rilevata di questo raro isotopo, emessa dal Sole in un piccolo getto solare ai margini di un buco coronale.
Per scoprire l’origine di questo insolito evento, un team di scienziati guidato dal Southwest Research Institute (SwRI) di San Antonio, in Texas, ha studiato come le particelle rilasciate nello spazio dal Sole, le cosiddette particelle solari energetiche (SEP) che includono protoni ad alta energia, elettroni e ioni più pesanti, vengano accelerate e rilasciate nello spazio. L’elio-3, in particolare, sembra essere preferenzialmente accelerato ad alte velocità o energie. “Probabilmente questo avviene a causa del suo particolare rapporto carica-massa” ha affermato il dottor Radoslav Bucik dello SwRI, autore principale di un articolo pubblicato sull’Astrophysical Journal, in cui viene descritto questo fenomeno.
L’elio-3 è un isotopo raro sulla Terra, così come nel Sistema Solare, ma l’accelerazione impressa dal Sole può aumentarne l’abbondanza fino a 10.000 volte rispetto alla sua normale concentrazione nell’atmosfera solare, un effetto senza pari in qualsiasi altro contesto astrofisico noto.
Incredibilmente, in questo caso, il Solar Orbiter ha registrato un aumento di 200.000 volte della concentrazione di elio-3: ciò che ha però sorpreso gli scienziati è stato che questo piccolo getto era localizzato in una regione del Sole dove il campo magnetico è più debole, una caratteristica più comune nelle aree solari tranquille rispetto alle regioni attive e solitamente associate a esplosioni di particelle ad alta energia.
Questa peculiarità potrebbe offrire potenziali intuizioni sui fenomeni sottostanti, aiutandoci a comprendere i processi che accelerano l’elio-3, l’isotopo che sulla Terra potrebbe giocare un ruolo fondamentale come combustibile nei reattori a fusione nucleare, guidando la transizione verso la produzione di energia pulita, oltre ad essere di particolare interesse in un’ampia gamma di applicazioni, come nella criogenia, nell’informatica quantistica e persino nell’imaging medico e nella rilevazione dei neutroni.
Sul nostro pianeta, come detto, l’elio-3 è però molto raro, al contrario che sulla Luna, dove l’assenza di un campo magnetico, che normalmente devia le particelle provenienti dal Sole, incluso l’elio, fa in modo che questo isotopo si depositi sulla superficie, fornendo una potenziale riserva di crescente interesse per le iniziative di raccolta in vista di un suo utilizzo in applicazioni energetiche e tecnologiche.