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Il Sole ha ufficialmente raggiunto il massimo solare, NASA: “Può durare per tutto il 2025”

Un comitato di esperti della NASA e di altre istituzioni scientifiche ha annunciato che siamo entrati ufficialmente nella fase di massimo solare. Potrebbe durare per tutto il prossimo anno. Cosa significa e perché possiamo aspettarci altre violente tempeste geomagnetiche con possibili aurore boreali anche sull’Italia.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Spaceweather.com
Credit: Spaceweather.com

Ora è ufficiale, il Sole ha raggiunto la fase di massimo solare del suo ciclo attuale, il 25. Ad annunciarlo gli scienziati di tre grandi istituzioni scientifiche: NASA, Space Weather Prediction Center della NOAA e Solar Cycle Prediction Panel, un gruppo di ricerca internazionale specializzato proprio nel monitoraggio dei cicli solari. La nostra stella non è infatti costante, ma ha un ciclo di circa 11 anni, durante il quale i poli magnetici si invertono e l'attività magnetica passa da un periodo massimo a un periodo minimo con i relativi picchi. In parole semplici, durante il minimo il Sole è tranquillo e la sua superficie visibile (la fotosfera) non è costellata da macchie solari, che sono la cartina di tornasole della sua attività magnetica; durante il massimo, quello che stiamo vivendo in questo momento, la superficie è piena di complessi di macchie solari e il Sole è irrequieto, liberando continuamente enormi quantità di energia e particelle solari attraverso i brillamenti (o eruzioni solari) e le eventuali, conseguenti espulsioni di massa coronale o CME.

Minimo e massimo solare a confronto. Credit: NASA/SDO
Minimo e massimo solare a confronto. Credit: NASA/SDO

Il Sole influenza quello che gli esperti chiamano meteo spaziale, che a sua volta ha un impatto significativo sulla Terra. Quando queste espulsioni di plasma – particelle cariche elettricamente – vengono indirizzate verso il nostro pianeta, infatti, interagiscono con il campo magnetico terrestre e innescano le tempeste geomagnetiche o solari. Più è energetico e veloce il vento solare, maggiori sono l'intensità delle tempeste e le conseguenze sulla Terra (attività aurorale compresa). Le “correnti parassite” degli eventi più forti possono danneggiare reti elettriche, connessioni internet, satelliti, sistemi di navigazione GPS e comunicazioni radio, creando seri problemi. Una violenta tempesta geomagnetica di Classe G5 nel 1859 – passata alla storia come Evento di Carrington – fece prendere fuoco ai telegrafi, inoltre molti telegrafisti presero la scossa e le batterie si accesero senza essere collegate. Un fenomeno del genere nel nostro mondo ipertecnologico e iperconnesso causerebbe danni sostanziali e gravissimi. Ecco perché è importante monitorare il Sole e sapere quali sono le fasi del suo ciclo undecennale, la cui durata è comunque variabile.

Ora che sappiamo di essere ufficialmente nel massimo solare, possiamo aspettarci ancora violenti brillamenti, CME e possibili tempeste solari di intensità significativa nei mesi a venire. Gli esperti hanno sottolineato che il periodo massimo potrebbe durare per tutto il 2025. È interessante sottolineare che adesso siamo nella fase di massimo solare ma non in quella del picco; questo si conoscerà solo dopo aver valutato per un lungo periodo l'attività magnetica del Sole. “Questo annuncio non significa che questo sia il picco di attività solare che vedremo in questo ciclo solare”, ha dichiarato in un comunicato stampa il dottor Elsayed Talaat, che dirige le operazioni meteorologiche spaziali presso la National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA) degli Stati Uniti. “Mentre il Sole ha raggiunto il periodo di massimo solare, il mese in cui l'attività solare raggiunge il picco sul Sole non sarà identificato per mesi o anni”, ha chiosato l'esperto. È stato stimato che il picco sarà raggiunto tra la fine di quest'anno e luglio del 2025, ma come indicato lo scopriremo più avanti.

A sinistra il Sole a febbraio 2021, a destra a ottobre 2023. Credit: ESA & NASA/Solar Orbiter/EUI Team
A sinistra il Sole a febbraio 2021, a destra a ottobre 2023. Credit: ESA & NASA/Solar Orbiter/EUI Team

Alla luce di questa situazione, nei prossimi mesi possiamo aspettarci ancora forti tempeste geomagnetiche e intensa attività aurorale, innescata dall'interazione fra le particelle del vento solare e i gas presenti nell'alta atmosfera (ionosfera). La NASA ha spiegato che a maggio di quest'anno una sequenza di forti brillamenti e CME ha determinato la più forte tempesta solare gli ultimi 20 anni “e probabilmente una delle più intense manifestazioni di aurore boreali mai registrate negli ultimi 500 anni”. Ricordiamo l'aurora boreale e SAR nei cieli d'Italia tra il 10 e l'11 maggio. Un evento analogo si è verificato anche tra il 10 e l'11 ottobre. Possiamo attenderci altri eventi analoghi per tutta la durata del massimo di attività magnetica, con la comparsa di altri grandi complessi di macchie solari.

Credit: Ali Ebrahimi Seraji
Credit: Ali Ebrahimi Seraji

Queste regioni scure e fredde sono caratterizzate da campi magnetici turbolenti che intrappolano il calore nel cuore della stella; quando le loro linee si rompono e riconnettono (fenomeno di riconnessione) liberano enormi quantità di energia che sprigionano brillamenti e CME. “Durante il massimo solare, il numero di macchie solari e, di conseguenza, la quantità di attività solare, aumenta”, ha dichiarato il dottor Jamie Favors, direttore del programma Space Weather presso la sede centrale della NASA a Washington. "Questo aumento di attività offre un'entusiasmante opportunità di apprendere di più sulla nostra stella più vicina, ma provoca anche effetti reali sulla Terra e in tutto il nostro sistema solare".

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L'attuale ciclo solare non è comunque fra i più intensi registrati (il più violento brillamento è stato un Classe X 9.1 rilevato giovedì 3 ottobre 2024), ma per tutta la fase di massimo e durante il suo declino possiamo attenderci ancora eruzioni significative. Quando avverrà l'inversione dei poli magnetici il Sole si "tranquillizzerà", la sua superficie visibile perderà le grandi macchie solari e anche i fenomeni sulla Terra si attenueranno, fino al prossimo picco.

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