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Il segreto per dimagrire si trova nei “geni della magrezza”: aiutano a perdere il doppio del peso

Sono 14 “geni della magrezza”, di cui 9 sono coinvolti nel controllo della dieta, dell’adiposità e del metabolismo energetico e 5 nello sviluppo dell’intelligenza e condizioni psicologiche: secondo i ricercatori che li hanno appena scoperti influiscono per il 62% nella perdita di peso.
A cura di Valeria Aiello
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Dimagrire è una questione di dieta, attività fisica ma soprattutto di predisposizione genetica: il segreto per perdere peso sembra infatti risiedere in gran parte nella combinazione di 14 geni, soprannominati "geni della magrezza” dai ricercatori che li hanno appena scoperti. Secondo il loro nuovo studio, pubblicato sulla rivista Research Quarterly for Exercise and Sport, questi geni aiutano a perdere il doppio del peso in risposta all’attività fisica.

Per identificarli, gli studiosi hanno coinvolto 38 persone, divise in due gruppi: al primo gruppo, composto da 17 partecipanti in sovrappeso, di età compresa tra 20 e 40 anni e che non praticavano alcun tipo di esercizio fisico, è stato chiesto di completare un programma di allenamento di 8 settimane, composto da mezz’ora di corsa tre volte alla settimana. Il secondo gruppo di controllo, composto da 21 persone con le stesse caratteristiche al basale, non ha invece seguito il programma di allenamento. Entrambi i gruppi non hanno apportato alcuna modifica alla loro normale dieta e abitudini di vita.

Abbiamo ipotizzato che otto settimane di allenamento di resistenza potessero ridurre il peso corporeo, ma che i partecipanti avrebbero migliorato a ritmi diversi e che ciò potesse essere spiegato, in parte, dalle loro differenze genetiche” hanno spiegato gli autori dello studio che, come previsto, hanno riscontrato riduzioni di peso in coloro che avevano completato il programma di allenamento. I chilogrammi persi variavano però in modo tale da non poter essere attribuiti a sole differenze nell’allenamento.

Analizzando quindi il DNA di queste persone, i ricercatori hanno riscontrato che alcune varianti genetiche – i cosiddetti polimorfismi a singolo nucleotide, o SNP – erano più comuni in coloro che erano dimagriti di più. Tali varianti, associate a 14 specifici geni, erano maggiormente presenti nelle persone che avevano riportato le perdite di peso più significative.

Quali sono i “geni della magrezza” che aiutano a dimagrire

Alcune varianti genetiche associate a 14 “geni della magrezza” aiutano a perdere il doppio del peso in risposta all’attività fisica. Secondo i risultati dello studio, le persone che presentavano un maggior numero di queste varianti genetiche hanno infatti perso fino a 5 kg durante l’allenamento di 8 settimane, mentre le persone senza queste varianti ne hanno persi in media solo 2.

Di questi 14 geni, 9 sono coinvolti nel controllo della dieta, dell’adiposità e del metabolismo energetico e gli altri 5 nello sviluppo dell’intelligenza e in condizioni psicologiche. Uno in particolare, chiamato PPARGC1A, che codifica per la proteina Pgc-1-α, svolge un ruolo centrale nella regolazione del metabolismo cellulare, della biogenesi mitocondriale, dello sviluppo ossidativo delle fibre muscolari e anche nella regolazione del metabolismo dei carboidrati e dei lipidi.

Nell’ambito dello studio, le varianti rs3736265 e rs3774923 del gene PPARGC1A  hanno una relazione significativa con il cambiamento della massa corporea” hanno precisato gli studiosi.

La ricerca ha inoltre mostrato il 62 percento dei chilogrammi persi era collegato alla genetica e il 37 percento all’esercizio fisico e alla dieta, comunque essenziali per dimagrire.

Anche se il nostro studio ha trovato che alcuni importanti geni sono associati alla perdita di peso, è importante ricordare che i geni non faranno nulla senza esercizio fisico e cambiamenti nello stile di vita, perché è tutto interconnesso – ha osservato il dottor Henry Chung della School of Sport, Rehabilitation and Exercise Sciences dell'Università dell’Essex (Regno Unito) e autore principale della ricerca – . Senza tali interventi, questi geni non mostrano il loro vero potenziale”.

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