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Il segreto della grotta dove i cristalli crescono fino a otto volte le dimensioni di un essere umano

Scoperta nell’aprile del 2000, si trova in Messico, a circa 300 metri di profondità sotto la Sierra Naica, e ospita alcuni dei più grandi cristalli della Terra.
A cura di Valeria Aiello
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Gli enormi cristalli della grotta di Sierra Naica, conosciuta come la Cueva de los Cristales / Credit: Alexander Van Driessche / Wikimedia Commons
Gli enormi cristalli della grotta di Sierra Naica, conosciuta come la Cueva de los Cristales / Credit: Alexander Van Driessche / Wikimedia Commons

In Messico, nel deserto del Chihuahua, c’è una grotta che ospita alcuni dei più grandi cristalli della Terra. Scoperta nell’aprile del 2000 durante alcune operazioni minerarie per la ricerca di argento, zinco e piombo, si trova a 300 metri di profondità sotto la Sierra Naica ed è conosciuta come la Cueva de los Cristales (Grotta dei Cristalli), anche se i geologi a volte la chiamano “la Cappella Sistina dei cristalli” per la meraviglia naturale che contiene. I cristalli che tempestano le sue pareti arrivano a misurare anche 14 metri di lunghezza – circa otto volte l’altezza di un essere umano – e pesano fino a 55 tonnellate. Ma come si sono formati? E perché questa grotta è così rara nel suo genere?

La Grotta dei Cristalli in Messico

Occupando una caverna nelle profondità della Sierra Naica, la Grotta dei Cristalli misura circa 32 metri di lunghezza per 25 di larghezza con un’altezza di 10 metri, ed è ricoperta da cima a fondo da giganteschi cristalli di selenite, una particolare varietà di gesso cristallino, chimicamente solfato di calcio biidrato (CaSO4•2H2O). L’effetto traslucido di questo minerale rende questo luogo unico sul pianeta: il pavimento è ricoperto da blocchi cristallini perfettamente sfaccettati, mentre enormi travi di cristallo sporgono sia dai blocchi che dal pavimento.

Nonostante così tanta bellezza possa sembrare perfetta per programmare una visita e scattare qualche foto, la Grotta dei Cristalli è chiusa al pubblico poiché le sue condizioni sono non solo pericolose ma anche potenzialmente mortali. Con una temperatura interna che attualmente si aggira intono ai 47-48 °C e livelli di umidità che raggiungono l’85 e 90 percento, trascorrere più di dieci minuti nella caverna senza protezione potrebbe infatti rivelarsi particolarmente rischioso.

Per resistere al suo interno, i cercatori di cristalli devono indossare speciali tute che proteggono dal calore e respiratori che forniscono loro aria fresca. Ciò consente di estendere il tempo di esplorazione da circa 10 minuti a un massimo di un’ora, sebbene le superfici incredibilmente lisce e coperte di condensa dei cristalli possano rivelarsi decisamente scivolose per chi tenta di attraversarle. I cristalli, fatti appunto di gesso, sono inoltre particolarmente teneri (hanno un punteggio di robustezza della scala Mohs di appena 2, che è solo di un punto superiore al minerale più morbido della scala, il talco). Ciò significa che è probabile che i cristalli si danneggino sotto la pressione del calpestio.

La formazione dei cristalli

Fin dalla sua scoperta, la Grotta dei Cristalli ha attirato i ricercatori di tutto il mondo sia per la sua rara bellezza, sia per il mistero scientifico che ruota attorno alla formazione di minerali di dimensioni monumentali. Quasi un decennio dopo, i ricercatori, tra cui il geologo Juan Manuel García-Ruiz dell’Università di Granada in Spagna, hanno risolto il mistero, rivelando che la montagna, che in realtà contiene una serie di gigantesche grotte di cristalli di gesso, si è formata circa 26 milioni di anni fa in seguito all’attività vulcanica che in quell’area spinse contro la superficie terrestre un tumulo di magma. Le caverne nella montagna si riempirono di acque calde e ricche di solfato di calcio che, a loro volta, consentirono la crescita dei cristalli. Ma mentre il solfato di calcio può formare diversi minerali, il minerale dominante nel sistema di grotte della Sierra Naica è una varietà trasparente di gesso, chiamata appunto selenite.

Anche l’anidrite, un minerale che si forma in presenza di acque solfuro-acide e ioni di calcio, era abbondante nelle acque delle grotte e, poco dopo la formazione della montagna, quando le acque erano più calde, si crearono anche dei depositi di anidrite. Successivamente, quando la temperatura dell’acqua scese, le condizioni all’interno delle grotte variarono, andando al di sotto della zona di alta stabilità dell’anidrite e dissolvendo il minerale.

I cristalli di gesso hanno quindi cominciato a formarsi quando la temperatura dell’acqua della grotta ha raggiunto i 58 °C, mentre i depositi di anidrite che si sono lentamente dissolti hanno infuso nell’acqua una quantità sufficiente di calcio e solfato per sostenere la lenta crescita dei cristalli.

Questo processo è stato indirettamente confermato da quanto accaduto in camera vicina alla Grotta dei Cristalli, situata a soli 120 metri di profondità, chiamata Caverna delle Spade, che ha subito un calo di temperatura più rapido, determinando la formazione di molti cristalli di gesso più piccoli. Il lento raffreddamento dell’acqua nella Grotta dei Cristalli ha invece permesso a un minor numero di cristalli di crescere fino a dimensioni molto maggiori. In particolare, il motivo esatto per cui questi cristalli siano stati in grado di raggiungere dimensioni così impressionanti deriverebbe dalla loro continua immersione sotto acque ricche di minerali, che si pensa abbiano permesso a questi giganti di crescere per almeno 250.000 anni.

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