Il rene di maiale trapiantato in una donna dell’Alabama è stato rimosso dopo più di quattro mesi

Towana Looney, una donna di 53 anni dell’Alabama, è stata sottoposta all’intervento di asportazione di un rene di maiale geneticamente modificato dopo più di 4 mesi dal trapianto: il rigetto dell’organo ha spinto i medici del Langone Transplant Institute della New York University a intervenire, pur riconoscendo l’importanza del nuovo passo in avanti compiuto nel difficile campo degli xenotrapianti.
La donna, che aveva ricevuto il trapianto di rene il 25 novembre 2024, è infatti diventata la persona che per più tempo ha vissuto con un organo di maiale geneticamente modificato, tollerando il rene trapiantato per 130 giorni. Le cause del rigetto sono ancora in fase di studio, ma secondo i medici potrebbero essere collegate a “una riduzione del regime immunosoppressivo, per trattare un’infezione non correlata al rene di maiale” ha osservato il team.
I primi segnali di rigetto si erano manifestati alla fine di marzo, in seguito ai quali la signora Looney e i suoi medici hanno deciso che sarebbe stato più sicuro espiantare il rene e riprendere la dialisi, piuttosto che provare altri agenti immunosoppressori nel tentativo di salvare l’organo. L’intervento di asportazione è avvenuto il 4 aprile 2025. “Questo garantisce alla paziente future possibilità di trapianto con il progredire della conoscenza e delle innovazioni” hanno aggiunto i medici in una dichiarazione riportata su Science.
La storia di Towana Looney, la donna con un rene di maiale per più di 4 mesi
Towana Looney, 53 anni, ha vissuto con un rene di maiale trapiantato per 130 giorni, diventando la persona che per più tempo ha tollerato un organo di maiale geneticamente modificato. Prima di sottoporsi al trapianto presso il Langone Transplant Institute di New York, la donna aveva donato un rene a sua madre e, tempo dopo, il suo secondo rene aveva smesso di funzionare, rendendo necessaria la dialisi per nove anni.
“Per la prima volta dal 2016, ho potuto trascorrere del tempo con gli amici e la famiglia senza dover programmare la dialisi – ha raccontato la signora Looney – . Sebbene il risultato non sia stato quello che tutti si aspettavano, so che ho imparato molto nei miei 130 giorni con un rene di maiale e che questo può aiutare molte persone nel loro percorso di superamento della malattia renale”.
Il rene di maiale trapiantato alla donna era stato progettato dagli scienziati di Revivicor, una società biotecnologica statunitense del gruppo United Therapeutics, e proveniva da un suino con 10 geni modificati, allo scopo rimuovere i geni che possono innescare il rigetto d’organo e migliorarne la compatibilità. Ma la donna ha iniziato ad avere difficoltà ad urinare il 31 marzo e, in seguito a una visita medica effettuata quel giorno, erano stati evidenziati elevati livelli di creatinina, un segnale che il rene non funzionava correttamente.
I livelli di creatinina sono però raddoppiati il giorno successivo, per cui la donna è tornata in ospedale a New York per le cure. Ulteriori analisi hanno tuttavia mostrato segni di rigetto, portando alla decisione di rimuovere l’organo, asportato il 4 aprile. “La cosa più importante è la sicurezza: dovevamo essere certi che la signora Looney sarebbe stata bene” ha affermato il dottor Robert Montgomery, chirurgo della signora Looney e direttore del Langone Transplant Institute.
L’espianto, ha precisato lo specialista, non rappresenta una battuta d’arresto nel campo degli xenotrapianti, ma contribuisce in modo significativo alla ricerca. Anche un altro paziente, Tim Andrews di 66 anni, vive dal 25 gennaio con un rene proveniente da un maiale geneticamente modificato, prodotto da un’altra società, la eGenesis. Altri due pazienti a cui erano stati trapiantati reni simili negli ultimi anni sono deceduti, così come i due pazienti a cui erano stati trapiantati cuori di maiali geneticamente modificati.