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Il farmaco a base di funghetti allucinogeni può curare la depressione grave, ma i rischi sono alti

Un team di ricerca internazionale ha dimostrato che la psilobicina, il principio attivo nei “funghetti allucinogeni”, può trattare la depressione grave.
A cura di Andrea Centini
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Il principio attivo presente nei cosiddetti funghetti allucinogeni o funghi magici può migliorare sensibilmente i sintomi della depressione grave. Ciò nonostante sussiste un rischio significativo di effetti collaterali severi, pertanto devono essere condotte ulteriori e più approfondite indagini, al fine di determinare con precisione i vantaggi e le problematiche del trattamento sperimentale. I risultati sono stati comunque così positivi che alcuni scienziati ritengono che in futuro la psilobicina – la triptammina psichedelica contenuta nei funghi allucinogeni – possa in futuro persino diventare una valida alternativa ai comuni farmaci antidepressivi, non sempre efficaci su una parte dei pazienti.

A condurre il nuovo studio sulla psilobicina è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati britannici dell'Institute of Psychiatry, Psychology, and Neuroscience del King's College di Londra, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del South London e Maudsley NHS Foundation Trust, della Fondazione di ricerca Sant Joan de Déu di Barcellona, del New York State Psychiatric Institute dell'Università Columbia, del Dipartimento di Psichiatria dell'Università della California San Diego, dell'Istituto Nazionale di Salute Mentale della Repubblica Ceca e di numerosi altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor Guy M. Goodwin, docente presso il Dipartimento di Medicina Psicologica dell'ateneo londinese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto uno studio di fase 2 in doppio cieco con oltre 230 partecipanti adulti, tutti affetti da disturbo depressivo maggiore resistente al trattamento.

I volontari sono stati suddivisi in tre gruppi, ai quali è stata assegnata una formulazione sintetica brevettata di psilocibina con dosaggio crescente in combinazione con il supporto psicologico. Al primo gruppo (79) è stata assegnata una dose da 1 milligrammo (gruppo di controllo); al secondo gruppo (75) una dose da 10 milligrammi; e al terzo gruppo (75) una dose da 25 milligrammi. I ricercatori hanno valutato i miglioramenti dei sintomi depressivi sulla base del punteggio della Montgomery–Åsberg Depression Rating Scale (MADRS), una scala che va da 0 a 60, con i punteggi più alti relativi alla depressione grave. Il punteggio medio di MADRS era di 32 o 33 in ciascun gruppo. A tre settimane dal trattamento con psilobicina e terapia psicologica i ricercatori hanno osservato una riduzione del punteggio MADRS più importante nel gruppo da 25 milligrammi, pari a – 12 (-7,9 in quello da 10 mg e – 5,4 per quello da 1 mg). Un paziente su tre trattato con i 25 mg non è più stato diagnosticato come depresso a tre settimane dal trattamento, mentre 1 su 5 a 12 settimane ha avuto un miglioramento significativo della sua condizione.

Come spiegato alla BBC dal dottor James Rucker, coautore dello studio, la psilobicina avrebbe “un'azione diretta sul cervello, mettendolo in uno stato più flessibile e fornendo una finestra di opportunità per la terapia”. In pratica, inducendo una sorta di stato onirico permetterebbe alla psicoterapia di essere molto più efficace. Un precedente studio del Dipartimento di Scienze del Cervello dell'Imperial College di Londra aveva dimostrato che l'alcaloide psichedelico può fornire gli stessi vantaggi di un antidepressivo. Nonostante i benefici evidenziati in una buona percentuale di pazienti, gli autori nella nuova ricerca hanno riscontrato significativi effetti collaterali in 179 su 233 partecipanti, pari al 77 percento del totale. Fra essi non solo mal di testa, nausea e vertigini, ma anche comportamento e pensieri suicidari e autolesionismo, “che si sono verificati in tutti i gruppi di dosaggio”, hanno scritto gli scienziati nell'abstract dello studio.

I sogni ad occhi aperti dei pazienti, infatti, possono essere “molto positivi ma anche negativi”, ha specificato il dottor Rucker a BBC News. “I brutti ricordi del passato possono riaffiorare, ad esempio, mentre si sperimenta una riconnessione con se stessi e i propri sentimenti”. Inoltre è necessario valutare l'efficacia del trattamento ben oltre le 12 settimane, dato che la depressione è solitamente un problema di lunga durata. Per tutte queste ragioni sarà fondamentale condurre studi più approfonditi e con un periodo di follow-up superiore. I dettagli della ricerca “Single-Dose Psilocybin for a Treatment-Resistant Episode of Major Depression” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica The New England Journal of Medicine.

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