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Il primo diavolo della Tasmania reintrodotto in Australia ha dato alla luce tre adorabili cuccioli

La loro nascita nei territori dell’Australia continentale preannuncia un anno eccezionale per la reintroduzione della specie in via di estinzione. Nel 2023 si stima che ne nasceranno altri 45, oltre i 16 già nati dal 2020.
A cura di Valeria Aiello
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Uno dei cuccioli di diavolo della Tasmania nati in seguito alla reintroduzione della specie nell'Australia continentale / Credit: Re:Wild
Uno dei cuccioli di diavolo della Tasmania nati in seguito alla reintroduzione della specie nell'Australia continentale / Credit: Re:Wild

“Adventurous Lisa”, il primo diavolo della Tasmania reintrodotto nell’Australia continentale a distanza di 3.000 anni dall’estinzione della specie nella regione, ha dato alla luce tre adorabili cuccioli. Lo ha annunciato l’Aussie Ark, l’organizzazione no-profit che protegge la fauna selvatica australiana insieme ai partner Re:wild, WildArk e Australian Reptile Park, con cui si sta occupando di ricostruire l’ecosistema australiano originario, stravolto dalla distruzione dell’habitat e dall’espansione in tutta la terraferma dei dingo che hanno causato la completa scomparsa della specie.

Con la nascita di questi tre cuccioli nei territori dell’Australia continentale, il 2023 si preannuncia un anno eccezionale per il programma di reintroduzione del diavolo della Tasmania, come spiegato dai promotori del progetto, che stimano che altri 45 esemplari nasceranno entro l’anno oltre i 16 già nati dal 2020. “Eravamo nel bel mezzo dei controlli di routine quando siano stati felicissimi di scoprire che Lisa aveva dei cuccioli nel suo marsupio – ha spiegato Tim Faulkner, amministratore delegato di Aussie Ark – . Questi sono i primissimi cuccioli confermati del 2023 e ancora una prova che il nostro programma sta funzionando”.

L’unica regione dove questi marsupiali carnivori sono sopravvissuti è la Tasmania, l’isola australiana che dà loro il nome, ma anche qui la loro esistenza è in pericolo, minacciata da una malattia trasmissibile, dolorosa e mortale, chiamata Devil Facial Tumor Disease (DFTD), l’unica forma di cancro contagioso conosciuta che, finora, ha decimato del 90% la popolazione di marsupiali. Attualmente, nella natura selvaggia della Tasmania sono rimasti solo 25.000 esemplari.

La reintroduzione del diavolo della Tasmania in Australia

Per salvare la specie, nell’ultimo decennio la Aussie Ark ha iniziato ad allevare centinaia di diavoli della Tasmania liberi dalla malattia, imparando tutto il possibile sugli animali, inclusa la loro fisiologia riproduttiva, il comportamento e le esigenze ecologiche, fino alla loro reintroduzione in natura, partita nel 2020. In questo primo anno, 11 esemplari adulti, tra cui Adventurous Lisa, sono stati liberati in un santuario della fauna selvatica di 400 ettari situato nel parco nazionale di Barrington Tops, nel Nuovo Galles del Sud.

Successivamente alla reintroduzione di quell’anno, altri 21 diavoli della Tasmania sono stati rilasciati in natura e sono nati 16 cuccioli in totale. Tutti vengono monitorati attraverso controlli regolari, radiocollari dotati di trasmettitori e trappole fotografiche, il che permette ai ricercatori di conoscere come se la passano i marsupiali, dove si trovano, quali sfide stanno affrontando e cosa stanno mangiando.

Questa è una vera storia di successo per i diavoli della Tasmania, ed è commovente vedere che tutto il duro lavoro che è stato dedicato a questo progetto è stato premiato con la nascita di questi cuccioli” ha dichiarato Mark Hutchison, co-fondatore di WildArk.

Il diavolo della Tasmania, precisa l’Assie Ark, è una delle sette specie fondamentali per l’ecosistema australiano che l’organizzazione prevede di reintrodurre nel santuario naturale, tutte scelte per aiutare a ripristinare l’equilibrio dell’ecosistema: quoll orientale, wallaby delle rocce dalla coda a spazzola, bettongia rossiccia, potoroo dal naso lungo, wallaby parma e bandicoot bruno settentrionale.

La reintroduzione dei diavoli sta inoltre contribuendo a controllare gatti e volpi selvatici, la cui presenza in Australia sta minacciando altre specie in via di estinzione ed endemiche. “Questo è un ottimo esempio di come il ritorno di una specie nel suo habitat originario possa rivitalizzare l’intero ecosistema – ha affermato Janice Chanson, senior associate per la protezione delle specie di Re:Wild – . Ciò è particolarmente importante per combattere il cambiamento climatico e la perdita di biodiversità e per migliorare la salute generale del nostro pianeta”.

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