Il numero di insetti uccisi dai cambiamenti climatici continua a mostrare dati catastrofici
Per il secondo anno consecutivo, la perdita della biodiversità e dell’abbondanza di specie viventi ha colpito a un ritmo allarmante gli insetti. Lo indicano i dati dell’ultimo rapporto Bugs Matter Survey, il monitoraggio attivo nel Regno Unito, che nel 2022 ha rilevato un’ulteriore allarmante diminuzione nell’abbondanza di questi invertebrati, con una contrazione a lungo termine salita al 64% dal 2004. Nel solo 2022, l’indagine britannica ha registrato un’ulteriore calo del 5% rispetto al 2021, supportando i risultati degli studi scientifici estesi all’intera Europa occidentale, che mostrano riduzioni significative e capaci di mettere potenzialmente in pericolo le catene alimentari, l’impollinazione delle piante e delle colture e, in ultima analisi, la vita sulla Terra.
“Per il secondo anno consecutivo, Bugs Matter ha mostrato diminuzioni potenzialmente catastrofiche nell’abbondanza di insetti volanti, a sostegno dell’appello che è necessaria un’azione urgente per affrontare la perdita della diversità e dell’abbondanza della vita degli insetti” ha affermato Andrew Whitehous di Buglife, l’ente di beneficenza per la salvaguardia degli invertebrati che con l’istituto no-profit Kent Wildlife Trust per la protezione della fauna selvatica conduce il monitoraggio annuale.
Le cause del declino degli insetti sono molteplici e includono fattori collegati ai cambiamenti climatici di origine antropica, come la perdita e il danneggiamento degli habitat, l’inquinamento e l’uso di pesticidi. Prove crescenti indicano che questi fattori hanno causato un calo significativo dell’abbondanza di insetti nel Regno Unito e nel mondo, con conseguenze a catena per la fauna selvatica e le persone. “Chiederemo ai nostri leader alla COP15 un’azione decisiva per ripristinare la natura su larga scala, sia per la fauna selvatica, sia per la salute e il benessere delle generazioni future” ha aggiunto Matter.
Perdite superiori in Inghilterra: -68% degli insetti volanti dal 2004
Lo studio britannico ha riscontrato perdite maggiori in Inghilterra, Irlanda del Nord e in Galles, al contrario della Scozia, dove tra il 2021 e il 2022 si è registrato un leggero rialzo nel numero di insetti volanti. Nel complesso, i risultati mostrano un consistente declino rispetto al 2004, che in media si attesta al 64%, con perdite maggiori in Inghilterra, dove raggiungono il 68%.
Per il monitoraggio, essenziale è stato il contributo dei “cittadini scienziati” che, attraverso un’app gratuita, segnalano il numero di insetti che restano spiaccicati sulle targhe delle proprie vetture dopo viaggi o spostamenti, consentendo un rilevamento indiscriminato delle specie nonché un approccio standardizzato per valutare l’abbondanza di insetti volanti su scala locale e regionale.
L’indagine si svolge ogni estate, ma per ottimizzare ulteriormente il recupero dei dati, il team che si occupa dell’elaborazione del rapporto ha spiegato che dal 2023 l’app verrà implementata con una funzione in grado di rilevare automaticamente il numero di insetti sulla targa, inquadrandola con lo smartphone. Ciò permetterà un monitoraggio più accurato ma soprattutto più semplice, che gli studiosi sperano possa spingere un maggior numero di cittadini a contribuire alla sorveglianza. “Abbiamo bisogno che più persone prendano parte al sondaggio del prossimo anno e in futuro, per capire se stiamo assistendo a tendenze a lungo termine o se quanto osservato nel 2022 sia dovuto all’impatto delle temperature estreme che il Regno Unito ha affrontato nel 2022” ha concluso Evan Bowen-Jones, amministratore delegato di Kent Wildlife Trust, ringraziando tutto coloro che hanno partecipato all’indagine di quest’anno.