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Il nucleo interno della Terra sta rallentando e non sappiamo perché: lo conferma un nuovo studio

Un team di ricerca internazionale ha dimostrato che la rotazione del nucleo interno della Terra sta effettivamente rallentando. Il fenomeno è iniziato attorno al 2010. Cosa sta succedendo e quali sono le possibili conseguenze.
A cura di Andrea Centini
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Un nuovo studio ha confermato che il nucleo interno della Terra sta effettivamente rallentando rispetto agli strati soprastanti. Il fenomeno è ampiamente dibattuto dagli scienziati, anche alla luce delle potenziali conseguenze, pertanto nel corso degli anni sono stati messi a punto diversi modelli in grado di mostrare ciò che starebbe accadendo al “cuore” del pianeta. Ora abbiamo finalmente prove inequivocabili del fatto che il rallentamento della rotazione è realmente in corso e che è iniziato una quindicina di anni fa, attorno al 2010. Fortunatamente non dobbiamo aspettarci scenari apocalittici da blockbuster hollywoodiano, sebbene al momento gli esperti possono fare solo ipotesi su ciò che potrebbe accadere. Quella più accreditata è la variazione della durata del giorno di qualche frazione di secondo, dunque nulla di cui preoccuparsi. È chiaro che si tratta di meccanismi molto complessi da studiare e comprendere, sui quali indagheranno a lungo gli scienziati.

A determinare che il nucleo interno della Terra sta rallentando dal 2010 rispetto al mantello – dopo decenni di accelerazioni – è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Istituto di Geologia e Geofisica dell'Accademia Cinese delle Scienze e del Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università della California Meridionale, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Università Cornell e dell'Università dello Utah. I ricercatori, coordinati dai professori Wei Wang e John E. Vidale, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati sismografici dei terremoti ripetuti o doppietti, cioè eventi sismici che si verificano nella stessa posizione generando sismogrammi identici. Nello specifico, sono stati utilizzati i dati sismici raccolti dalle Isole Sandwich Meridionali, per un totale di 121 terremoti ripetuti accaduti tra il 1991 e il 2023. I dati sono stati arricchiti anche dai sismogrammi relativi ai test nucleari condotti da russi, americani e francesi nel secolo scorso.

Per determinare come cambia la dinamica del nucleo, in parole molto semplici i ricercatori verificano come le onde sismiche generate da questi eventi molto energetici attraversano il pianeta; poiché scaturiscono da eventi identici, le variazioni delle forme d'onda nel tempo possono indicare variazioni nei modelli di velocità e rotazione del nucleo interno rispetto agli strati più superficiali (mantello e crosta terrestre). Un precedente studio dell'Università di Pechino basato sui terremoti ripetuti avvenuti tra Atlantico meridionale e Alaska, ad esempio, aveva determinato che il nucleo interno della Terra non solo avrebbe rallentato, ma addirittura si sarebbe fermato per poi invertire il senso di marcia. Ricordiamo che il nucleo della Terra si trova a circa 5.000 chilometri di profondità dalla superficie ed è molto complesso da studiare; è composto da un nucleo interno solido (principalmente di ferro e nichel) e da un nucleo esterno liquido, legato gravitazionalmente e con la medesima composizione. Quest'ultimo è responsabile del campo magnetico terrestre che, fra le altre cose, ci protegge dalla radiazione cosmica e solare letale.

Credit: USC Graphic/Edward Sotelo
Credit: USC Graphic/Edward Sotelo

Dall'analisi dei sismogrammi effettuata nel nuovo studio, come indicato, è apparso evidente che il nucleo interno sta effettivamente rallentando rispetto a quanto accadeva decenni fa. Gli schemi dei doppietti mostrano che il nucleo interno “ha gradualmente effettuato una super-rotazione dal 2003 al 2008, e poi dal 2008 al 2023 ha sub-ruotato due o tre volte più lentamente all’indietro lungo lo stesso percorso”, hanno scritto gli scienziati nell'abstract dello studio. “Queste corrispondenze consentono un monitoraggio preciso e inequivocabile della progressione e della regressione del nucleo interno”, hanno aggiunto. “Quando ho visto per la prima volta i sismogrammi che suggerivano questo cambiamento, sono rimasto perplesso”, ha affermato in un comunicato stampa il professor Vidale. “Ma quando abbiamo trovato altre due dozzine di osservazioni che segnalavano lo stesso schema, il risultato era inequivocabile. Il nucleo interno aveva rallentato per la prima volta in molti decenni. Altri scienziati hanno recentemente sostenuto modelli simili e diversi, ma il nostro ultimo studio fornisce la soluzione più convincente”, ha chiosato l'esperto.

Il rallentamento sarebbe causato dal rimescolamento del nucleo esterno liquido di ferro e nichel e dall'attrazione gravitazionale impressa dalle parti più dense del mantello semi-solido soprastante. La ridistribuzione delle masse sulla Terra potrebbe a sua volta essere legata dal cambiamento climatico, che impatta sullo scioglimento dei ghiacci e dunque modifica forma e rotazione del pianeta. Come indicato, sulle conseguenze di questo rallentamento si possono fare solo delle ipotesi, ma quella più accreditata è l'alterazione della durata della giornata di qualche frazione di secondo. Nulla di cui preoccuparsi, appunto. Secondo un recente studio il nucleo della Terra sarebbe “avvolto” da un'antichissima struttura derivata da un fondale oceanico, mentre un altro ha rilevato che il vero nucleo interno sarebbe una ulteriore sfera solida di appena 650 chilometri all'interno di quella già nota. I dettagli della nuova ricerca “Inner core backtracking by seismic waveform change reversals” sono stati pubblicati su Nature.

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