video suggerito
video suggerito

Il nucleo della Terra sembra essere racchiuso da un’antica e misteriosa struttura

Lo rivela una mappa ad alta risoluzione della struttura interna del nostro pianeta che suggerisce la presenza di un vecchio fondale oceanico al confine tra nucleo e mantello.
A cura di Valeria Aiello
182 CONDIVISIONI
Le onde sismiche dei terremoti nell'emisfero meridionale sono state utilizzate per campionare la struttura a velocità ultrabassa (ULVZ) lungo il confine tra nucleo e mantello della Terra / Credit: Edward Garnero e Mingming Li, Arizona State University
Le onde sismiche dei terremoti nell'emisfero meridionale sono state utilizzate per campionare la struttura a velocità ultrabassa (ULVZ) lungo il confine tra nucleo e mantello della Terra / Credit: Edward Garnero e Mingming Li, Arizona State University

Capire esattamente cosa c’è sotto i nostri piedi può aiutarci a comprendere meglio il nostro pianeta, dalle eruzioni vulcaniche alle variazioni del campo magnetico terrestre che ci protegge dalla radiazione solare nello spazio. Saperne di più è però particolarmente difficile, per le inavvicinabili condizioni di temperatura e pressione cui si va incontro nelle profondità della Terra e che limitano la nostra conoscenza diretta dei suoi strati più interni. Per il loro studio, gli scienziati utilizzano metodi indiretti, analizzando le onde sismiche dei terremoti e valutando in che modo queste onde si propagano o rimbalzano nei diversi strati del nostro pianeta. Ed è proprio attraverso l’imaging sismico che un team di ricerca internazionale ha realizzato una mappa ad alta risoluzione dell’interno del nostro pianeta, rilevando la presenza di un’antica e misteriosa struttura che, probabilmente, è un vecchio fondale oceanico che avvolge il nucleo della Terra.

Lo strato in questione, secondo i risultati dell’analisi pubblicata su Science Advances, si trova al confine tra nucleo e mantello (il Core Mantle Boundary, CMB), una regione all’interno della Terra in cui il nucleo esterno fuso incontra il mantello di roccia silicatica, a circa 2.900 chilometri sotto la superficie. Nonostante sia uno strato relativamente sottile, presenta alcune regioni molto dense, che vengono chiamate zone a velocità ultrabassa (ULVZ), perché in queste aree le onde sismiche si muovono più lentamente.

Analizzando (migliaia) di registrazioni sismiche provenienti dall’Antartide, il nostro metodo di imaging ad alta definizione ha rilevato sottili zone anomale di materiale nella zona di confine nucleo-mantello, ovunque abbiamo sondato – ha spiegato il geofisico Edward Garnero dell’Arizona State University, co-autore dello studio insieme a Samantha Hansen, autrice principale e docente di scienze geologiche presso l’Università dell’Alabama – . Lo spessore del materiale varia da pochi chilometri a (decine) di chilometri. Ciò suggerisce che stiamo osservando ‘montagne’ nel nucleo, in alcuni punti fino a cinque volte più alte dell’Everest”.

L'antico fondale oceanico che avvolge il nucleo della Terra

Secondo i ricercatori, queste zone a velocità ultrabassa sono molto probabilmente crosta oceanica sprofondata fino al confine tra nucleo e mantello nel corso di milioni di anni.

Il materiale oceanico viene trasportato all’interno del pianeta dove due placche tettoniche si incontrano e una si tuffa sotto l’altra, note come zone di subduzione – hanno aggiunto gli studiosi – . Gli accumuli di materiale oceanico subdotto si raccolgono lungo il confine nucleo-mantello e vengono spinti dalla roccia che scorre lentamente nel mantello nel corso del tempo geologico”.

Queste “montagne” sotterranee potrebbero svolgere un ruolo importante nel modo in cui il calore fuoriesce dal nucleo, la parte del pianeta che alimenta il campo magnetico. “Il materiale proveniente dagli antichi fondali oceanici potrebbe anche essere trascinato nei pennacchi del mantello, o punti caldi, che ritornano in superficie attraverso le eruzioni vulcaniche” hanno evidenziando gli studiosi, le cui future indagini potrebbero essere in grado di aggiungere ulteriori elementi al quadro generale.

La nostra ricerca – ha concluso la dottoressa Hansen – fornisce importanti connessioni tra la struttura superficiale e profonda della Terra e i processi complessivi che guidano il nostro pianeta”.

182 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views