Il matrimonio è associato a un rischio più alto di Alzheimer, secondo uno studio: le possibili ragioni

Il matrimonio è associato a un rischio superiore di Alzheimer. È quanto emerso da un nuovo studio nel quale è stata indagata l'incidenza della demenza in persone sposate, divorziate, vedove e mai convolate a nozze. Sorprendentemente, dopo aver isolato tutti i fattori di rischio noti per la condizione neurodegenerativa, i ricercatori hanno determinato che i single avevano un rischio di demenza del 24 percento inferiore rispetto alle persone sposate. Le ragioni potrebbero essere molteplici, da una vita sociale più attiva per le persone sole al vivere un matrimonio infelice; ciò che è certo è che siamo innanzi a uno studio di associazione che non fa emergere rapporti di causa-effetto, pertanto i risultati vanno interpretati con le dovute cautele.
L'associazione statistica dello studio è comunque significativa e va un po' in contrasto con i risultati di molti altri studi che avevano trovato benefici evidenti sulla salute grazie al matrimonio. In particolar modo per quel che concerne le malattie cardiovascolari, la principale causa di morte nei paesi industrializzati. Fra l'altro un recente studio dello University College di Londra pubblicato sul Journal of Neurology, Neurosurgery & Psychiatry aveva trovato risultati diametralmente opposti rispetto a quelli del nuovo studio, con i single che presentavano il 42 percento in più di rischio di demenza rispetto alle persone sposate.
A condurre la nuova indagine è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi dell'Università Statale della Florida, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi dell'Università di Montpellier (Francia). I ricercatori, coordinati da Selin Karakose e Antonio Terracciano, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato i dati di circa 25 mila persone (età media 71,79 anni) coinvolte nel National Alzheimer's Coordinating Center, che sono state seguite per un periodo di follow-up medio di 18 anni. In parole semplici, i ricercatori hanno incrociato l'incidenza di varie forme di demenza – come il morbo di Alzheimer e la demenza a corpi di Lewy – con lo stato civile dei partecipanti, tenendo dunque presente se fossero spostati, divorziati, vedovi o mai sposati. Dalla prima analisi è emerso che le persone single per tutta la vita avevano il 40 percento di probabilità in meno di sviluppare la demenza rispetto a quelle sposate. È stata osservata una riduzione del rischio anche in quelle vedove (27 percento) e divorziate (34 percento).
Nella fase successiva dello studio il dottor Terracciano e colleghi hanno isolato i fattori di rischio confondenti, come età, genere, istruzione, genetica (alcune varianti come APOE-4 sono associate a un rischio superiore di ammalarsi), condizioni di salute e altri fattori sociali, demografici e comportamentali. Escludendo tutti questi elementi, il rischio di demenza per le persone sposate restava comunque superiore del 24 percento rispetto a quelle mai spostate, mentre per quelle divorziate risultava inferiore del 17 percento. Per i vedovi invece la differenza con gli sposati è scomparsa. Come indicato, non è chiaro come il matrimonio possa esacerbare il rischio di demenza, che per l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) rappresenta una vera e propria emergenza globale a causa dell'impatto sanitario, sociale ed economico, ciò nonostante si ritiene che ciò possa avere a che fare con l'isolamento sociale che il matrimonio può comportare per alcuni, così come il fatto di vivere una relazione di coppia non esattamente felice.
Single e divorziati, evidenziano i ricercatori, spesso hanno una vita sociale più attiva delle persone sposate, che li porta a frequentare più amici e fare nuove conoscenze, con annesse attività che possono mantenere il cervello più allenato e attivo. Si tratta chiaramente solo di supposizioni, dato che siamo innanzi a uno studio di associazione che non fa emergere rapporti di causa-effetto, da determinare con studi ad hoc più approfonditi. I dettagli della ricerca “Marital status and risk of dementia over 18 years: Surprising findings from the National Alzheimer's Coordinating Center” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica specializzata Alzheimer's & Dementia.