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Il Giappone ha ritirato l’allerta per il megaterremoto, ma il rischio di un disastro non è finito

Il ministro per la gestione dei disastri in Giappone, Yoshifumi Matsumura, ha annunciato il ritiro dell’allerta per un possibile megaterremoto nella Fossa di Nankai, la prima mai emessa nella storia. La decisione non indica tuttavia la riduzione del rischio: un sisma catastrofico seguito da uno tsunami è infatti solo questione di tempo.
A cura di Andrea Centini
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Alle 17:00 ora locale (le 10:00 in Italia) di giovedì 15 agosto, giorno di Ferragosto, le autorità del Giappone hanno ritirato la prima allerta nella storia per un possibile “megaterremoto”. L'allarme era stato lanciato una settimana fa dall’Agenzia meteorologica giapponese (JMA), a seguito del terremoto di Hyūga-nada dell'8 agosto 2024 di magnitudo 7.1, verificatosi poco prima delle 17:00 innanzi alla costa della prefettura di Miyazaki. Il sisma ha provocato danni estesi ma, fortunatamente, nessuna vittima e solo 15 feriti. Il pericolo maggiore risiedeva proprio nel fatto che avrebbe potuto rappresentare la miccia di innesco di un megaterremoto, ovvero un evento sismico violentissimo con una magnitudo di almeno 8.5.

Credit: Alexrk2
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La ragione per cui le autorità nipponiche hanno diramato questa allerta è legata al fatto che il sisma si è verificato a ridosso della Fossa di Nankai (Nankai Torafu), considerata una delle aree ad elevata attività sismica più pericolose dell'intero pianeta. La scossa di magnitudo 7.1 avrebbe infatti potuto esacerbare lo stress della faglia, spingendola a liberare rapidamente l'energia che sta accumulando e che, secondo le stime degli esperti, sprigionerà con un evento catastrofico entro il 2100. La Fossa di Nankai, una depressione oceanica innanzi alla parte meridionale dell'isola di Honshu, la più grande della terra del Sol Levante, ha infatti un ciclo sismico di 100-150 anni; ciò significa che origina un nuovo terremoto catastrofico – spesso in coppia – con questa frequenza. Poiché l'ultimo c'è stato nel 1946 (innescato da un altro del 1944), si temeva che l'evento dell'8 agosto avrebbe potuto scatenare la scossa nel giro di pochi giorni.

Credit: Lincun
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Fortunatamente, come dichiarato in una conferenza stampa da Yoshifumi Matsumura, ministro giapponese per la gestione dei disastri, i sismologi non hanno rilevato anomalie particolari, pertanto è stato possibile ritirare l'allerta. Come precedentemente indicato, essa aveva proprio la durata di una settimana, prima di essere rinnovata o ritirata. “Poiché non sono state rilevate anomalie nell'attività sismica e nella deformazione della crosta terrestre, l'invito speciale a prestare particolare attenzione è terminato, ma questo non significa che il rischio sia stato eliminato”, ha affermato Matsumura.

In questi giorni molti giapponesi hanno fatto scorte di viveri e hanno annullato le vacanze, proprio alla luce del potenziale rischio di un imminente evento catastrofico. Tutti erano pronti a un'evacuazione di massa nel caso si fosse manifestato il megasisma. Ricordiamo che le allerte di questo genere per la Fossa di Nankai sono due: una più bassa – come quella lanciata l'8 agosto – e una più alta. Quest'ultima viene utilizzata in caso di sisma di magnitudo 8.0 (o superiore) e deve essere seguita da un'evacuazione preventiva della popolazione a rischio. Nel caso di quella a “basso rischio” è possibile evacuare solo le persone non in grado di fuggire rapidamente, come anziani e malati.

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Ora, con il ritiro dell'allerta, i giapponesi che vivono sotto la la minaccia della Fossa di Nankai possono tornare alla routine quotidiana, ma con la consapevolezza che su di loro incombe comunque un terremoto di portata devastante. E non è questione di se, ma solo di quando; mancano infatti pochi decenni al termine del ciclo sismico in corso. L'aspetto più inquietante risiede nel fatto che un simile disastro avrà comunque un costo elevatissimo in termini di vite umane e danni, nonostante sia ampiamente preannunciato; uno studio commissionato dal governo giapponese nel 2019 ha infatti determinato che il prossimo sisma della Fossa di Nankai ucciderà oltre 230.000 persone. Questo nonostante gli edifici siano costruiti con i criteri antisismici più moderni e avanzati. Uno dei motivi è legato al fatto che, dopo il terremoto distruttivo, da questa depressione oceanica si scatenano anche violentissime onde di tsunami, che si abbattono con violenza estrema sulle coste e sono in grado di invadere la terraferma per chilometri, travolgendo tutto ciò che si trova sul loro cammino.

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