Il ghiaccio marino dell’Antartide ha raggiunto un nuovo minimo storico
L’area di Oceano Antartico coperta dal ghiaccio ha raggiunto un nuovo minimo storico, scendendo al di sotto del primato stabilito lo scorso anno. Lo ha comunicato il National Snow & Ice Data Center (NSIDC) degli Stati Uniti, rilevando un’estensione di 1,91 milioni di chilometri quadrati questa settimana rispetto al precedente record di 1,92 milioni di chilometri quadrati stabilito il 25 febbraio 2022.
Il nuovo minimo è però destinato a non essere il peggior dato del 2023, in quanto si prevede che l’estensione del ghiaccio marino diminuirà ulteriormente nei prossimi giorni o settimane prima di raggiungere il minimo annuale. Questo perché, al termine della stagione dello scioglimento mancano probabilmente un paio di settimane, precisa l’NSIDC. Negli anni passati, il minimo annuale è stato registrato tra il 18 febbraio e il 3 marzo, comportando la previsione di ulteriori perdite.
L’attuale minimo storico, rilevato il 13 febbraio, rappresenta comunque il secondo valore annuale consecutivo in cui l’estensione del ghiaccio antartico è scesa al di sotto dei 2 milioni di chilometri quadrati. Secondo gli esperti, con gran parte della costa antartica priva di ghiaccio, le piattaforme che delimitano la calotta glaciale sono esposte all’azione delle onde e condizioni più calde, portando alla rottura delle aree più deboli.
I dati mostrano inoltre che l’attuale area oceanica coperta dai ghiacci è ben al di sotto dei livelli della stagione di scioglimento dello scorso anno già da metà dicembre.
Nel complesso, il forte calo dell’estensione del ghiaccio marino dal 2016 fa temere che si stia sviluppando una significativa tendenza la ribasso, il che andrebbe ad accelerare il riscaldamento globale, poiché rispetto al ghiaccio marino – che riflette fino al 90 percento dell’energia solare – le regioni di mare scure e non ghiacciate assorbono il calore del Sole. A livello globale, lo scorso anno è già stato uno degli anni più caldi di sempre in molte aree del pianeta, nonostante l’influenza del fenomeno oceanico più freddo de La Niña.