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Il farmaco per dimagrire aumenta le possibilità di gravidanza? Cosa sappiamo su fertilità e semaglutide

Se la semaglutide, in Italia disponibile nei farmaci Ozempic, Wegovy e Rybelsus, possa migliorare la fertilità, aiutando a gestire condizioni che riducono le probabilità di concepire, è ancora oggetto di ricerca: ciò che però è noto è che la perdita di peso può migliorare la fertilità e regolare il ciclo mestruale nelle donne con ovaio policistico. In ogni caso, alle donne che assumono il farmaco, si consiglia di usare metodi contraccettivi per l’incertezza sulla sicurezza di questi farmaci in gravidanza.
A cura di Valeria Aiello
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Il farmaco semaglutide, nato come anti-diabete e sempre più utilizzato per perdere peso, continua a far parlare di sé per i suoi tanti effetti (dalla riduzione del rischio di infarto e ictus alla protezione dalla malattie renali), ma anche per il sospetto che il trattamento possa migliorare la fertilità. Sui social, sono decine di centinaia le donne che usano medicinali come Ozempic, Wegovy e Rybelsus e riferiscono di gravidanze inaspettate, ma ci sono anche diversi gli specialisti e i ricercatori che dicono di “vedere spesso” donne che prendono parte agli studi sulla perdita di peso rimanere incita “accidentalmente”.

Tra loro, anche la dottoressa Nerys Astbury, ricercatrice del Nuffield Deparmente of Primary Care Health Science del Università di Oxford, secondo cui “è possibile, e anche plausibile” che la semaglutide aumenti le possibilità di concepimento, perché “la perdita di modeste quantità di peso, equivalenti al 5-10% della massa corporea iniziale, può correggere la mancata ovulazione dovuta all’obesità”.

“Quando le donne che assumono il farmaco iniziano a perdere peso – afferma la dottoressa Astbury su Science Media Center – possono ritrovarsi ‘accidentalmente’ incinta. Ma non c’è niente di speciale nel farmaco, dipende dal suo effetto nel promuovere la perdita di peso”.

La semaglutide aumenta le possibilità di gravidanza?

L’ipotesi che la semaglutide possa essere di aiuto nella gestione di condizioni che riducono la probabilità di gravidanza è ancora oggetto di ricerca: nelle donne con obesità e sindrome dell’ovaio policistico (una condizione che può causare cicli mestruali irregolari e infertilità) è attualmente in corso uno studio clinico, che prevede 12 settimane di trattamento seguite da almeno 8 settimane di interruzione del farmaco per le incertezze sulla sua sicurezza durante la gravidanza.

Del resto, i farmaci a base di semaglutide e, più in generale, i medicinali appartenenti alla classe degli agonisti del recettore del GLP-1 (peptide-1 simile al glucagone) sono stati sviluppati per il controllo dei livelli di glucosio nel sangue nelle persone con diabete di tipo 2 e hanno poi dimostrato di poter indurre la riduzione del peso corporeo. “La gravidanza o l’intenzione di rimanere incinta – ha precisato l’azienda danese Novo Nordisk che produce il farmaco – erano criteri di esclusione nei nostri studi con semaglutide, sia nel diabete di tipo 2 che nell’obesità”.

Non è quindi noto se il farmaco possa arrecare danni al bambino prima della nascita e pertanto, durante l’uso del medicinale, è raccomandato l’uso di un metodo contraccettivo. “Se desidera iniziare una gravidanza, smettere di usare il medicinale almeno due mesi prima – evidenzia anche il foglietto illustrativo di Wegovy, la formulazione approvata in Italia per la perdita di peso – . Se è in corso una gravidanza, se sospetta o sta pianificando una gravidanza mentre usa questo medicinale, consulti il suo medico immediatamente, perché il trattamento dovrà essere interrotto”.

Fertilità e semaglutide: cosa sappiamo

Pur mancando studi che confermano un collegamento tra semaglutide e aumento delle possibilità di gravidanza, è tuttavia chiaro che la perdita di peso può riflettersi sulla fertilità. “La perdita di peso può in ogni caso migliorare la fertilità e regolare il ciclo mestruale nelle donne con sindrome dell’ovaio polistico – osserva Barbara McGowan, professoressa di Endocrinologia e Diabete presso il King’s College di Londra – . La perdita di peso migliora anche la resistenza all’insulina associata alla sindrome dell’ovaio policistico e, così facendo, regola il ciclo mestruale e quindi la fertilità”.

Dello stesso avviso la dottoressa Astbury che ha evidenziato come “l’adiposità in eccesso (sovrappeso o obesità, ndr) può interrompere la regolarità delle mestruazioni, l’ovulazione e compromettere l’impianto di ovociti fecondati – ha aggiunto la ricercatrice – . Le donne che vivono con l’obesità hanno maggiori probabilità di avere problemi di concepimento, di subire aborti spontanei e hanno meno probabilità di partorire bambini vivi”.

Prima però di intraprendere l’uso farmaci come la semaglutide e altri agonisti del GLP-1 in modo efficace e sicuro per il trattamento di condizioni che possono compromettere la fertilità, si dovranno attendere i risultati della sperimentazione. “Questo ci aiuterà a rispondere alle donne con obesità che desiderano avere figli, in modo da poter migliorare la loro salute, aiutarle ad avere una gravidanza sicura e a partorire bambini sani – ha evidenziato la professoressa Trisha Tan del Dipartimento di metabolismo, digestione e riproduzione dell’Imperial College di Londra – . Nella pratica clinica, dove vediamo molte donne con obesità e infertilità, non prescriviamo questi agenti a meno che le stesse non utilizzino metodi contraccettivi. Ciò causa a volta delusioni, ma dagli studi sugli animali hanno mostrato che i cuccioli nati da esemplari a cui erano stati somministrati questi farmaci possono avere problemi”.

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