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Il farmaco anti diabete metformina rallenta l’invecchiamento e protegge il cervello in laboratorio

Ricercatori cinesi hanno dimostrato che la metformina è in grado di rallentare l’invecchiamento e proteggere il cervello in primati non umani, prevenendo l’atrofia cerebrale, migliorando le funzioni cognitive e facendo guadagnare sei anni ai neuroni del lobo frontale. Già avviati i test nell’uomo per determinare l’efficacia “anti aging” del diffuso farmaco contro il diabete, che potrebbe contrastare anche le patologie neurodegenerative e croniche.
A cura di Andrea Centini
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La metformina, uno dei farmaci più impiegati nel trattamento del diabete di tipo 2, è stato in grado di ridurre in modo significativo l'invecchiamento in alcune scimmie. L'effetto è stato particolarmente rilevante per l'invecchiamento del cervello, dove è stata osservata una neuroprotezione del lobo frontale – la porzione più grande della corteccia cerebrale – stimata di circa sei anni. Ciò significa che questo farmaco appartenente alla famiglia degli anti iperglicemizzanti orali (biguanidi) potrebbe essere efficace nel contrastare patologie neurodegenerative e croniche, anche se i risultati sui primati non umani dovranno essere necessariamente evidenziati in trial clinici – test sull'essere umano – appositamente progettati. Non è comunque la prima volta che la metformina manifesta proprietà in grado di rallentare l'invecchiamento.

A determinare che il diffuso farmaco contro il diabete è in grado di contrastare l'invecchiamento e in particolar modo quello del cervello è stato un team di ricerca cinese guidato da scienziati del Laboratorio chiave di rigenerazione e ricostruzione degli organi e Laboratorio chiave statale di biologia delle membrane dell'Accademia cinese delle scienze di Pechino, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di molti altri istituti. Tra quelli coinvolti il Centro nazionale cinese per la bioinformazione, l'Istituto di genomica di Pechino, l'Ospedale di stomatologia dell'Università Sun Yat-Sen e il National Medical Center for Neurological Diseases. I ricercatori, coordinati dal professor Yuanhan Yang dell'Istituto di zoologia presso l'Accademia cinese delle scienze, sono giunti alla loro conclusione dopo aver analizzato gli effetti della meformina su macachi cinomolghi o mangiagranchi (Macaca fascicularis) per 40 mesi. Sono stati coinvolti solo esemplari maschi adulti con un'età compresa tra i 13-16 anni, che equivale più o meno a quella di uomini di mezza età. Hanno suddiviso le scimmie in più gruppi per verificare dal punto di vista fisiologico, comportamentale, cognitivo e morfologico del cervello l'impatto del farmaco.

Al termine del periodo di studio è stato osservato che la metformina preveniva l'atrofia cerebrale, migliorava le prestazioni cognitive e rallentava l'invecchiamento di diversi tessuti, compresi quelli del fegato. Come indicato, l'impatto migliore è stato quello sul cervello e, più nello specifico, nel rallentare l'invecchiamento dei neuroni della corteccia del lobo frontale. Questa parte del cervello è legata a funzioni motorie, memoria a lungo termine, linguaggio, concentrazione e molto altro ancora. Il professor Yang e colleghi hanno osservato nel lobo frontale una preservazione dei neuroni di circa sei anni, grazie al farmaco antidiabetico. Per determinarne l'efficacia sull'invecchiamento i ricercatori hanno effettuato numerose e approfondite indagini, dalla trascrittomica alla metabolomica, ma non hanno valutato la longevità in sé dei primati, concentrandosi più sugli aspetti fisiologici, molecolari e di imaging, evidenziato aspetti come la morte cellulare, la fibrosi e la riparazione del DNA.

“La metformina esercita un sostanziale effetto neuroprotettivo, preservando la struttura cerebrale e migliorando le capacità cognitive. Gli effetti geroprotettivi sui neuroni dei primati sono stati parzialmente mediati dall'attivazione di Nrf2, un fattore di trascrizione con capacità antiossidanti", hanno scritto il professor Yang e colleghi nell'abstract dello studio. "La nostra ricerca apre la strada alla riduzione sistemica dell'età biologica multidimensionale nei primati attraverso la metformina, aprendo la strada al progresso delle strategie farmaceutiche contro l'invecchiamento umano", hanno chiosato gli scienziati.

I ricercatori hanno già sottoscritto un accordo con una casa farmaceutica produttrice di metformina e avviato dei trial clinici di Fase II ad hoc per dimostrare l'efficacia neuroprotettiva anche nell'essere umano. Il farmaco è stato già approvato da tempo e la sua sicurezza è nota; gli effetti collaterali più comuni sono generalmente di tipo gastrointestinale, come nausea, vomito e diarrea e si manifestano principalmente in chi assume alte dosi. Possibile anche un effetto negativo sull'assunzione della preziosa vitamina B12. Ma in genere è ben tollerato. Non resta che comprendere se davvero possa essere efficace contro l'invecchiamento e in particolar modo contro quello cerebrale. I dettagli della ricerca "Metformin decelerates aging clock in male monkeys" sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Cell.

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