Il doodle di Google dedicato all’Earth Day mostra il drammatico impatto dei cambiamenti climatici
Oggi, venerdì 22 aprile, si celebra la Giornata della Terra o Earth Day, l'evento più significativo a livello mondiale per la sensibilizzazione sull'ambiente. Come sempre anche Google dedica a questa importante occasione il proprio doodle, ovvero l'immagine (spesso animata) che sostituisce il logo del celebre motore di ricerca di Mountain View. Quest'anno, tuttavia, dopo l'attivismo della primatologa Jane Goodall del 2018, la biodiversità del 2019, le api impollinatrici del 2020 e gli alberi del 2021, nel doodle di Google non c'è nulla di meraviglioso, emozionante e gioioso. Le immagini del 2022, “fredde” gif animate in sequenza, mostrano infatti il drammatico impatto dei cambiamenti climatici su luoghi iconici come il Kilimangiaro, la Groenlandia, la Grande Barriera Corallina australiana e una regione forestale tedesca.
In parole semplici Google ci propone uno sguardo sulla cruda realtà attuale, figlia delle costanti e imponenti emissioni di anidride carbonica (CO2) e altri gas a effetto serra in atmosfera derivate dalle attività umane. Siamo noi gli artefici questo scempio e Google ha deciso lanciare un messaggio forte e chiaro proprio in occasione della Giornata della Terra: stiamo letteralmente distruggendo il pianeta con le nostre mani, ma abbiamo ancora tempo per intervenire, cambiare rotta, garantire un mondo più sano, pulito e verde alle future generazioni. “Dobbiamo agire (coraggiosamente), innovare (ampiamente) e attuare (equamente). Tutti noi dovremo impegnarci, essere coinvolti. Imprese, governi e cittadini: tutti hanno una responsabilità e tutti sono responsabili. Una partnership per il pianeta”, scrivono gli organizzatori dell'Earth Day sul sito ufficiale del movimento, aggiungendo che c'è ancora tempo per raggiungere un futuro “prospero e sostenibile”, ripristinare la natura violata e migliorare il pianeta per i bambini. Ma il tempo a disposizione per agire è davvero poco. Le immagini di Google stanno lì a testimoniarlo.
Nel doodle, come indicato, si alternano gif animate (in pratica dei piccoli video time-lapse) che mostrano il progressivo deterioramento degli ambienti colpiti dal riscaldamento globale. Gli scenari proposti da Google sono quattro e vengono cambiati di ora in ora. Nel primo è possibile osservare il declino dei ghiacciai della Groenlandia, dove secondo un recente studio è stato raggiunto il “punto di non ritorno” per la fusione del ghiaccio. In parole semplici, la calotta è destinata a sparire a causa del cambiamento climatico. Nell'animazione di Google, basata su immagini satellitari / Google Earth, si può osservare il declino della calotta di ghiaccio a Sermersooq tra il 2000 e il 2020. Si passa da un'area totalmente imbiancata nel dicembre del 2000 a uno scenario stravolto nel 2020, con poche chiazze di ghiaccio superstiti.
Impressionante anche le immagini satellitari del Kilimangiaro, il monte più alto del continente africano sito in Tanzania. Google mostra la significativa perdita di neve e ghiaccio verificatasi tra il 1986 e il 2020. Nel giro di un decennio, secondo recenti indagini, il ghiaccio potrebbe sparire dalla vetta dell'iconico e imponente stratovulcano.
L'impatto del riscaldamento globale è devastante anche negli oceani. Una sequenza del doodle mostra il progressivo sbiancamento dei coralli della Grande Barriera Corallina in Australia, che rischia di sparire in pochi decenni a causa delle temperature in aumento e per l'acidificazione dovuta allo scioglimento della CO2. L'acqua calda fa espellere le alghe che vivono in simbiosi con i coralli, condannandoli a perdere i loro vivaci colori e successivamente a morire di fame. Ampi tratti della barriera corallina australiana si sono trasformati in deserti di scheletri a causa di questo processo, che si manifesta a ondate. Nel 2016 l'isola di Lizard ha perso il 75 percento dei coralli colorati, come mostra il time lapse di Google.
L'ultima sequenza del doodle riguarda le foreste nella regione di Harz, in Germania, che a causa della siccità e della conseguente maggiore suscettibilità ai parassiti hanno perso il 30 percento della loro copertura in pochi decenni. Nelle immagini impietose di Google di vede una distesa verde trasformarsi in una terra molto più scura, povera e arida.