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Il Dna dei capelli di Beethoven fa finalmente luce sulle cause della sua morte

Quasi due secoli dopo la sua scomparsa, uno nuovo studio ha rivelato che il grande compositore tedesco era geneticamente predisposto a malattie del fegato e aveva contratto l’epatite B nei mesi precedenti alla sua morte.
A cura di Valeria Aiello
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Ludwing van Beethoven nel ritratto di Joseph Karl Stieler (1820) / Credit: Beethoven-Haus Bonn
Ludwing van Beethoven nel ritratto di Joseph Karl Stieler (1820) / Credit: Beethoven-Haus Bonn

Un nuovo studio genetico, condotto sulle ciocche di capelli di Ludwing van Beethoven, fa finalmente luce sulla morte del compositore tedesco all’età di 56 anni. Quasi due secoli dopo la sua scomparsa, in un tempestoso lunedì 6 marzo del 1827, è ampiamente documentato che Beethoven morì dopo una lunga malattia. Costretto a letto dal Natale precedente, mostrò i sintomi dell’ittero e l’accumulo di liquido nei tessuti, con arti gonfi, tosse e difficoltà respiratorie. Del grande compositore sappiamo anche che iniziò a perdere l’udito a 20 anni, diventando funzionalmente sordo intorno ai 40, e che soffrì di forti dolori addominali e attacchi cronici di diarrea da quando aveva 22 anni. Ciò che finora non era però noto è cosa abbia realmente causato la malattia di Beethoven, ma un’analisi completa del DNA di diverse ciocche di capelli ha rivelato i segreti medici della sua condizione. E svelato, come a volte accade quando si analizza il DNA delle persone, che il suo cromosoma Y non corrisponde a quello di nessuno degli odierni discendenti della sua linea familiare, suggerendo che la nascita del compositore sia legata a una relazione al di fuori del matrimonio nella linea paterna diretta.

Le cause della morte di Ludwing van Beethoven

L’obiettivo principale dello studio, appena pubblicato sulla rivista Current Biology, era però quello di trovare una spiegazione al disturbo dell’udito, ma l’analisi genetica non ha indicato una causa definitiva né per la sordità, né per i problemi gastrointestinali. “Abbiamo tuttavia scoperto una serie di fattori di rischio genetici significativi per le malattie del fegato – ha spiegato Johannes Krause del Max Planck Institute per Antropologia evoluzionistica a Lipsia, in Germania, e co-autore senior dello studio – . Abbiamo anche trovato prove di un’infezione da virus dell’epatite B nei mesi precedenti l’ultima malattia del compositore. Queste condizioni hanno probabilmente contribuito alla sua morte”.

L’idea dell’analisi è stata concepita quasi un decennio fa da Tristan Begg, autore principale dello studio che attualmente lavora all’Università di Cambridge, Regno Unito, e dal co-autore William Meredith, dell’American Beethoven Society della San Jose State University, in California. I due ricercatori erano motivati dalla richiesta di Beethoven di condurre studi post-mortem che descrivessero la sua malattia – la sua progressiva perdita dell’udito – al fine di renderla pubblica, in modo che “per quanto possibile, almeno il mondo si riconcilierà con me dopo la mia morte”. Lo studio, che ha coinvolto anche Toomas Kivisild della Katholieke Universiteit di Leuven, in Belgio, si è basato sui recenti miglioramenti nell’analisi del DNA antico, che hanno consentito il sequenziamento dell’intero genoma da piccole quantità di capelli.

L’analisi del DNA dei capelli di Beethoven

In primo luogo, i ricercatori hanno analizzato alcune ciocche di capelli di provenienza indipendente attribuite a Beethoven, di cui solo cinque hanno confermato che appartenevano a uno stesso uomo europeo, ritenendo che questi cinque campioni fossero “quasi certamente autentici” prima di utilizzarli per il sequenziamento completo.

I biografi medici avevano precedentemente suggerito che Beethoven avesse molte condizioni di salute sostanzialmente ereditabili. Ma, come premesso, i ricercatori non sono riusciti a trovare una spiegazione genetica né per il disturbo dell'udito né per i problemi gastrointestinali. Hanno però scoperto che era geneticamente predisposto alle malattie del fegato.

Ulteriori analisi hanno suggerito che avesse anche un’infezione da epatite B, almeno durante i mesi precedenti la sua morte. “Insieme alla predisposizione genetica e al suo consumo di alcol ampiamente accettato, questi dati forniscono spiegazioni plausibili per la grave malattia del fegato di Beethoven, che culminò con la sua morte” spiegano gli studiosi.

Gli studiosi hanno inoltre evidenziato che le analisi precedenti, che suggerivano che Beethoven avesse subito un avvelenamento da piombo, si sono rivelate basate su un campione che non era affatto del compositore; proveniva invece da una donna. “Gli studi futuri sui test per piombo, oppiacei e mercurio – dicono gli studiosi – dovranno essere svolti su campioni autentici”.

Il DNA estratto dai capelli di Beethoven è geneticamente molto simile a quello delle persone che vivono nell’odierna Renania Settentrionale-Vestfalia, nonché coerente con la nota ascendenza tedesca di Beethoven, ha aggiunto il dottor Begg. Nuove analisi sui campioni raccolti nel tempo potrebbero quindi aiutare a chiarire quando il compositore sia stato infettato dall’epatite B. Nel frattempo, ulteriori studi sui suoi parenti stretti potrebbero permettere di chiarire la sua relazione biologica con i moderni discendenti della famiglia Beethoven.

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