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Il digiuno intermittente aumenta molto il rischio di tumore all’intestino nei test di laboratorio

Un team di ricerca internazionale guidato da scienziati del MIT ha determinato che il digiuno intermittente aumenta sensibilmente il rischio di cancro al colon retto e all’intestino tenue in modelli murini. Cosa succede nell’organismo e perché consumare determinati cibi dopo la pausa alimentare potrebbe incrementare le probabilità di ammalarsi.
A cura di Andrea Centini
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Il digiuno intermittente ha aumentato sensibilmente il rischio di tumore all'intestino in test di laboratorio su modelli murini (topi). Si tratta di una scoperta significativa poiché il digiuno intermittente è un pratica alimentare sempre più in voga che viene promossa sui social network da vip e influencer. Del resto, è noto da tempo che la restrizione calorica può determinare alcuni benefici per la salute: favorire la perdita di peso, con tutti i vantaggi che ne conseguono; ridurre l'infiammazione; e aumentare la longevità (è stato evidenziato in diversi organismi). Tuttavia il digiuno intermittente non è un vero modello dietetico e non è affatto esente da rischi, come spiegato a Fanpage.it dal dottor Giorgio Calabrese. Anche il nutrizionista Pietro Mignano ha sottolineato sulle nostre pagine che questo modo di alimentarsi non serve a nulla se non si seguono delle regole. Va inoltre ricordato che non sono ben chiari i meccanismi biologici che collegano digiuno, successivo ritorno all'alimentazione e rischio di sviluppare il cancro. È esattamente ciò che è stato indagato in un nuovo studio.

In parole semplici, gli scienziati hanno scoperto che uno dei benefici principali del digiuno intermittente, ovvero la rigenerazione delle cellule staminali dell'intestino in grado di ridurre infiammazione e lesioni, è correlato a una maggiore cancerogenicità. Le cellule staminali in questo stato di vigorosa ricrescita, differenziazione e divisione sono infatti più propense a far emergere mutazioni e dar vita a polipi intestinali precancerosi, che a loro volta aumentano il rischio di cancro al colon-retto e all'intestino tenue. È doveroso sottolineare che l'aumentato rischio di cancro correlato al digiuno è stato osservato nei topi; non tutto ciò che si verifica in questi animali poi è riscontrabile nell'essere umano. Tuttavia il meccanismo biologico di base è chiaro e andrà sicuramente indagato a fondo nella nostra specie. Gli autori dello studio sottolineano che il rischio potrebbe essere accelerato con un'alimentazione non salutare subito dopo il digiuno, ad esempio consumando carne rossa bruciacchiata e simili.

A determinare che il digiuno potrebbe aumentare il rischio di cancro all'intestino è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati statunitensi del The David H. Koch Institute for Integrative Cancer Research del Massachusetts Institute of Technology, meglio conosciuto con l'acronimo di MIT, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi di diversi istituti. Fra quelli coinvolti la sezione di Chimica analitica applicata dell'Università di Duisburg-Essen (Germania), il Dipartimento di oncologia medica del Dana-Farber Cancer Institute di Boston e il Dipartimento di Dermatologia dell'Ospedale Universitario di Essen e Consorzio Tedesco per il Cancro. I ricercatori, coordinati dal professor Ömer H. Yilmaz, docente presso il Dipartimento di Biologia del MIT, hanno condotto il nuovo studio partendo dai risultati di una precedente indagine del 2018, nella quale era stato determinato che durante il digiuno le cellule staminali dell'intestino iniziano a sfruttare una fonte di nutrimento diversa dai carboidrati: i lipidi. Questo processo è stato seguito anche dal miglioramento delle loro capacità rigenerative.

Il professor Yilmaz e colleghi si sono chiesti se questa rigenerazione fosse guidata dal digiuno in sé o dalla successiva rialimentazione; nella nuova ricerca hanno scoperto che è proprio il tornare a mangiare che catalizza questa “esplosione” di ricrescita e differenziazione nelle staminali. Tutto è legato a un percorso di segnalazione chiamato mTOR che spinge le cellule a produrre più proteine, necessarie al processo rigenerativo. Si determina anche la produzione di determinate molecole chiamate poliammine. Nei test con vari gruppi di topi (a digiuno per 24 ore, sottoposti a digiuno intermittente e liberi di mangiare qualunque cosa) è stato osservato che è il consumo dei pasti dopo il digiuno a guidare la rigenerazione cellulare. Il problema è che tale processo benefico, che aiuta a rinnovare il rivestimento dell'intestino e ridurre l'infiammazione, si accompagna a una maggiore tendenza delle cellule a diventare cancerose. Attraverso l'attivazione di un gene cancerogeno nei roditori, infatti, è stato osservato che le mutazioni correlate al cancro avevano maggiori probabilità di innescare polipi precancerosi nei topi sottoposti al digiuno intermittente.

“Avere più attività delle cellule staminali è positivo per la rigenerazione, ma un eccesso di una cosa buona nel tempo può avere conseguenze meno favorevoli”, ha spiegato in un comunicato stampa del MIT il professor Yilmaz. “Voglio sottolineare che tutto questo è stato fatto sui topi, usando mutazioni cancerose molto ben definite. Negli esseri umani sarà una condizione molto più complessa. Ma ci porta alla seguente nozione: il digiuno è molto salutare, ma se sei sfortunato e ti stai rialimentando dopo un digiuno, e vieni esposto a un mutageno, come una bistecca carbonizzata o qualcosa del genere, potresti effettivamente aumentare le tue possibilità di sviluppare una lesione che può poi dare origine al cancro”, ha chiosato lo scienziato. I dettagli della ricerca “Short-term post-fast refeeding enhances intestinal stemness via polyamines” sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica Nature.

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