Il confine dell’Italia si sposta a causa dei cambiamenti climatici e il ritiro dei ghiacciai alpini
Il confine terrestre dell’Italia è in continuo movimento a causa dei cambiamenti climatici e del conseguente ritiro dei ghiacciai alpini. Diversi metri di differenza alle altitudini più elevate, lungo crinali rocciosi e le creste ghiacciate, dove le demarcazioni sono rare e il confine è deciso dallo spartiacque che divide i bacini idrografici del Rodano, del Reno e del Danubio a nord da quello del Po a sud.
Man mano che lo spartiacque si sposta, cambiano anche i confini, che divergono dalla rappresentazione nelle mappe ufficiali: di conseguenza, fra il 2008 e il 2009, il Governo italiano ha dovuto negoziare una nuova definizione delle frontiere con Austria, Francia e la Svizzera, introducendo il concetto inedito di “confine mobile” che riconosce la volubilità di caratteristiche geografiche un tempo ritenute stabili.
Ogni due anni, una commissione formata per metà dai tecnici dell’Istituto geografico militare italiano e per l’altra metà dai rappresentanti degli istituti cartografici dei Paesi confinanti ripercorre l’intero tracciato del confine di stato, allo scopo di determinare l’esatta posizione dello spartiacque e ridisegnare la nuova linea di confine.
Negli anni, lo spostamento dello spartiacque ha portato negli anni a condizioni particolari, come quella del rifugio italiano Guide del Cervino, sul ghiacciaio del Plateau Rosa, nelle Alpi Pennine, tra il Massiccio del Monte Rosa e il Cervino, che a causa dello scioglimento del ghiacciaio di Teodulo, a oltre 3.400 metri, è “finito” proprio al confine tra Italia e Svizzera, con parte del rifugio nel comune Valtournenche, in provincia di Aosta, e la parte rimanente a Zermatt, in territorio elvetico.
Alcuni anni fa, sempre nella regione del Cervino, anche la stazione di arrivo della seggiovia Furggsattel, inizialmente su territorio italiano, si è “spostata” in Svizzera a causa dello scioglimento del ghiacciaio. Con tutte le conseguenze del caso.