Il colossale razzo che riporterà l’uomo sulla Luna è alla “prova costume da bagno”: cosa significa
Alle 22:47 ora italiana di giovedì 17 marzo il colossale razzo Space Launch System (SLS) della NASA – il più potente mai costruito – ha iniziato una lenta ma trionfale marcia verso la piattaforma Launch Complex 39b del Kennedy Space Center (KSC) in Florida, dal quale in un prossimo futuro l'uomo ripartirà alla volta della Luna. Quello in corso, infatti, è il primo test “a cielo aperto” del progetto Artemis dell'agenzia aerospaziale statunitense, che punta a portare la prima donna e la prima persona nera sul satellite della Terra, oltre a creare una presenza umana stabile. Il razzo lanciatore Space Launch System (non riutilizzabile, a differenza di quelli di SpaceX) e la capsula Orion montata in cima giocheranno un ruolo fondamentale per il ritorno dell'uomo sulla Luna, ma non solo; sono infatti pensati anche per portare i primi uomini su Marte – quando tale sogno diventerà realizzabile – e per l'esplorazione dello spazio profondo, tutti obiettivi strettamente legati alla riuscita del programma Artemis.
Lo Space Launch System, un gigante alto più di 110 metri e pesante oltre 2,5 milioni di chilogrammi, ieri sera ha fatto capolino per la prima volta dal Vehicle Assembly Building (VAB), l'edificio della base aerospaziale dove vengono costruiti i grandi mezzi della NASA. Protagonista di questa uscita trionfale è stata la macchina crawler-transporter 2 (CT-2), un enorme mezzo cingolato di più di 50 anni che ricorda vagamente alcuni veicoli visti in Star Wars. Il CT-2 è dotato di una sua piattaforma di lancio e di una torre di controllo; servono ben 25 persone per manovrarne tutte le funzioni. La macchina si è infilata sotto al colosso e lo agganciato delicatamente, iniziando il suo viaggio di 6 chilometri verso la piattaforma di lancio per la missione di prova, a una velocità di appena 1,3 chilometri all'ora.
Nonostante il piazzamento sul Launch Complex 39b, lo stesso dal quale partirono le missioni Apollo oltre mezzo secolo fa e i lanci dello Space Shuttle, il razzo non decollerà alla volta della Luna. Si tratta infatti di un test, nel quale gli ingegneri della NASA simuleranno il conto alla rovescia, riempiranno completamente di carburante i serbatoi – un'operazione della durata di 8 ore -, verificheranno che tutti i sensori funzionino correttamente e verranno completate tutte le procedure pre-lancio, tranne che il lancio stesso. Questo test prende il nome di “wet dress rehearsal”, in pratica, la prova costume da bagno. Verrà completato nelle prossime settimane.
Per il lancio vero e proprio verso la Luna, la missione senza equipaggio Artemis 1, si dovrà invece attendere il mese di maggio, sempre che il responso delle verifiche precedenti sia positivo. Il razzo effettuerà un'orbita larga attorno al satellite, arrivando a 64.374 km dalla sua superficie. Per Artemis 2, che porterà un equipaggio umano in orbita attorno alla Luna, dovremo attendere fino al 2024, mentre per il ritorno dell'uomo sulla superficie lunare – Artemis 3 – si dovrà aspettare “almeno il 2025”, stando alle ultime dichiarazioni di Bill Nelson, l'amministratore della NASA. Nella missione Artemis 1, curiosamente, sulla capsula Orion troveranno posto tre manichini, uno maschile chiamato “Comandante Moonikin Campos” – in onore di un ingegnere della NASA defunto – e due femminili.
“Lo Space Launch System è l'unico razzo in grado di inviare esseri umani nello spazio profondo. È il razzo più potente del mondo”, ha affermato Bill Nelson. “E Orion si avventurerà più lontano di qualsiasi veicolo spaziale costruito per gli umani che abbia mai fatto volare gli umani. Rimarrà nello spazio più a lungo di qualsiasi veicolo spaziale progettato per gli astronauti. Artemis 1 dimostrerà l'impegno e la capacità della NASA di estendere la presenza dell'umanità sulla Luna e oltre. Ma questa missione non è solo la dimostrazione della leadership della NASA nello spazio. Sta rafforzando le piccole imprese americane. Sta supportando le università americane. Sta mostrando la potenza degli scienziati, matematici e tecnici americani”, ha chiosato con orgoglio il dirigente.