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Uragano Milton

Il ciclone Kirk arriva in Italia: quali sono i suoi effetti e perché è un sistema post-tropicale

Dopo essersi abbattuto sul Nord e Centro Europa, l’ex uragano Kirk ha portato maltempo anche in diverse regioni dell’Italia settentrionale. Non si tratta di un ciclone tropicale, come Milton, ma di un ciclone post-tropicale: tra questi due sistemi di bassa pressione ci sono differenze strutturali eppure possono essere l’uno l’evoluzione dell’altro.
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Mentre gli Stati Uniti sono alle prese con gli effetti dell'uragano Milton, che il 10 ottobre si è abbattuto sulla costa occidentale della Florida, i Paesi dell'Europa settentrionale e centrale sono alle prese con una forte ondata di maltempo dovuta all'ex uragano Kirk, che da ieri (giovedì 10 ottobre) sta causando piogge intense anche nel Nord dell'Italia.

Kirk è definito un ex uragano perché a differenza di Milton non è un ciclone tropicale ovvero un uragano o meglio, non lo è più. Si tratta infatti di un "ciclone post-tropicale" piuttosto potente con venti oltre i 140 km/h al momento del suo arrivo in Francia, come ha confermato il National Oceanic and Atmospheric Administration (Noaa).

Si parla di ciclone post-tropicale in quanto ha perso le caratteristiche proprie del ciclone tropicale: si tratta ovviamente sempre di un sistema di bassa pressione, ma con caratteristiche ben distinte.

Cos'è un ciclone post-tropicale

"I cicloni tropicali e quelli post-tropicali – ha spiegato la climatologa Claudia Paquero a Fanpage.it in un approfondimento sull'uragano Milton – non sono affatto fenomeni distinti. Un ciclone post-tropicale è un sistema di bassa pressione nato come ciclone tropicale, che man mano che si è spostato a latitudini maggiori ha incontrato mari più freddi, perdendo così di intensità e modificando la propria struttura". I cicloni post-tropicali si verificano quindi, come i cicloni extratropicali, a latitudini medie, comprese quelle europee e mediterranee.

Tuttavia, gli stessi cicloni tropicali, dopo essersi formati vicino all'equatore, possono spostarsi verso latitudini più alte all'interno dell'emisfero in cui si sono originati, perdendo forza man mano che procedono lungo questa traiettoria, fino a esaurirsi e trasformarsi in cicloni extratropicali. Quando infatti un sistema di bassa pressione tropicale si sposta verso le medie latitudini, assume piano piano le caratteristiche di un ciclone extratropicale. Quindi un ciclone post-tropicale è un sistema di bassa pressione nato come ciclone tropicale ed evoluto in ciclone extratropicale.

La differenza tra sistemi tropicali e sistemi extratropicali

Il sito della Protezione Civile spiega che i sistemi prettamente tropicali e quelli extratropicali hanno una dinamica diversa, nel senso che si alimentano in modo diverso. I cicloni tropicali prendono la loro energia dalla condensazione del vapore acqueo, nonché dal colore stesso dell'acqua – per questo si formano alle latitudini vicine all'equatore, in cui le temperature dell'oceano sono più alte. I cicloni extratropicali si alimentano invece attraverso l'energia che si genera dalla "differenza di temperatura tra la massa d’aria calda (tipicamente subtropicale) e quella fredda (tipicamente subpolare, talora artica) dal cui scontro ha origine il sistema".

Tra le due categorie ci sono anche differenze strutturali visibili da satellite.  Nei cicloni tropicali il nucleo è caldo e presentano una circolazione simmetrica, mentre quelli extratropicali presentano un nucleo freddo e una struttura asimmetrica con diversi fronti. Sono questi che poi allontanandosi dal nucleo possono portare maltempo anche a lunghe distanze. Ad esempio, quello che in queste ore sta interessando l'Italia non è l'ex uragano in sé, ma un fronte di Kirk.

Perché Kirk è diventato un ciclone post-tropicale

Il sistema Kirk ha seguito proprio questo sviluppo, percorrendo una distanza di circa 4.000 km in due settimane. Qui potete ripercorrere tutta la sua evoluzione aggiornata sul sito di Noaa: a fine settembre l'uragano Kirk si è formato come ciclone tropicale nell'arcipelago di Capo Verde, a circa 800 chilometri dalla terraferma. Come spiega l'Ufficio federale di meteorologia e climatologia della Svizzera, nell'Atlantico centrale si è intensificato grazie al calore dell'acqua, arrivando in poco tempo a diventare un uragano di categoria 4.

Da lì ha iniziato a spostarsi verso Nord fino alle medie latitudini, dove ha incontrato la corrente occidentale principale. Qui ha iniziato a cambiare struttura, perdendo quelle caratteristiche tipiche dei cicloni tropicali, ovvero nucleo caldo e circolazione simmetrica. Il 7 ottobre l'aggiornamento di Nooa spiegava che Kirk si era ormai trasformato in un "potente ciclone extratropicale".

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