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Il caso di malaria in Veneto non è autoctono, Rezza: “Il punto è capire lo scenario in Italia”

Dopo un’approfondita analisi epidemiologica, il Servizio di Igiene e sanità pubblica (Sisp) dell’Ulss 9 Scaligera della Regione Veneto ha spiegato che quello registrato ieri non era un caso autoctono, ma di importazione. L’epidemiologo Giovanni Rezza, ex direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute, spiega perché in Italia un caso autoctono sarebbe davvero raro.
Intervista a Giovanni Rezza
Docente di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano
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Il caso di malaria segnalato ieri, giovedì 7 novembre, dalla Direzione Prevenzione della Regione Veneto, non sarebbe un caso autoctono, ma si tratterebbe di un caso di ritorno da un Paese dove la malattia è endemica. Fonti consultate da Fanpage.it hanno riferito i dubbi sull'origine del caso descritto inizialmente come il primo caso autoctono di malaria registrato in Veneto da circa 40 anni. La malaria è stata infatti debellata ufficialmente in Italia negli anni '70.

La Direzione Prevenzione della Regione Veneto ha confermato che non si tratta di un caso autoctono: dalla ricostruzione fatta in queste ore è infatti emerso che di recente, circa 20 giorni fa, il paziente era stato in Nigeria, a differenza di quanto era sembrato in un primo momento.

La malaria è una malattia infettiva causata dal parassita del genere Plasmodium che può essere trasmessa all'uomo solo attraverso la puntuta di una zanzara infetta. Vi lasciamo qui un nostro approfondimento su quali sono i sintomi e le modalità di trasmissioni. In realtà, però, non tutte le zanzare possono essere vettori di questo agente patogeno: quelle in grado di trasmettere l'infezione solo per lo più le zanzare femmina dalla famiglia Anopheles (si distinguono dalle altre anche perché pungono prevalentemente dal tramonto all'alba).

A Fanpage.it il Prof. Giovanni Rezza, docente di Igiene all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano ed ex direttore generale della Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute durante la pandemia di Covid-19, ha spiegato perché un caso autoctono di malaria in Italia, in questo momento, sarebbe un evento davvero eccezionale.

Si possono verificare casi autoctoni in Italia?

In linea di massima i casi autoctoni in Italia sono estremamente rari. Lo sarebbero ancora di più in questo periodo dell'anno, in cui cui le temperature cominciano ad abbassarsi, soprattutto al Nord, e questo fa ridurre l'attività delle zanzare. Poi, ricordiamo che non tutte le zanzare sono in grado di trasmettere l'agente patogeno della malaria. Il vettore più comune della malattia è infatti la zanzara Anopheles.

Questa zanzara è presente in Italia?

In Italia la circolazione della zanzara Anopheles in grado di trasmettere l'agente patogeno non è molto elevata, con l'eccezione di alcune zone circoscritte, come in alcune aree della Pianura Padana o della Puglia.

Eppure l'Istituto superiore di sanità riferisce che qualche caso autoctono si è verificato negli ultimi anni (4 casi tra il 2013 e il 2017). Come li spiega?

Si tratta di eventi davvero molto rari. Oltre ovviamente ai casi di importazione, ovvero di persone che contraggono la malaria durante viaggi in Paesi in cui la malattia è endemica e poi la manifestano quando sono già tornati in Italia, le possibilità che una persona contragga la malaria in Italia sono davvero minime. Possiamo immaginare ad esempio il caso di una persona punta nei pressi di un aeroporto perché casualmente una zanzara infetta è arrivata in Italia tramite un volo da un Paese in cui la malaria endemica. In questi casi si parla di "malaria da bagaglio". Ma anche questa eventualità è rara, dato che ci sono anche pochi voli diretti verso questi Paesi.

Ma nel caso di una zanzara che arriva casualmente in Italia attraverso un volo, potrebbe poi proliferare nel nostro territorio?

Si tratta di un rischio molto basso, così come è molto il basso il rischio di contagio da persona a persona, per lo stesso motivo che dicevamo prima. Fatta eccezione per pochi e limitati focolai geografici, la concentrazione di Anopheles in grado di trasmettere la malaria è piuttosto bassa perché sono in minoranza netta rispetto ad altre specie di zanzare molto più comuni, come la Culex, responsabile della febbre West Nile, e della Aedes, che piuttosto possono trasmettere altre malattie come la dengue o la chikungunya.

Per questi motivi, oggi in Italia, la possibilità di trasmissione sia su grande scala della malaria è molto ridotta.

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