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Il caldo può portare a mal di testa più frequenti: la scoperta di uno studio sull’emicrania

Uno studio condotto dall’Università di Cincinnati ha rilevato che il caldo può aumentare la frequenza degli episodi di mal di testa, confermando l’esistenza di un legame tra le condizioni meteorologiche e l’emicrania.
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Ippocrate lo aveva ipotizzato millenni fa, oggi ne abbiamo la conferma scientifica: il caldo aumenta il rischio di soffrire di mal di testa (qui abbiamo parlato degli altri rischi per la salute associati alle alte temperature). Lo ha rivelato uno studio del dipartimento di Medicina dell'Università di Cincinnati condotto insieme alla Icahn School of Medicine del Mount Sinai Hospital di New York.

Il legame tra l'aumento di temperatura e la frequenza degli episodi di emicrania è stato confermato confrontando più di 70.000 autovalutazioni giornaliere di 660 pazienti affetti da emicrania con i dati meteorologici relativi alle loro regioni di provenienza: ne è emerso che per ogni aumento di 5,5°C della temperatura gli episodi di mal di testa erano più frequenti di circa il 6%.

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Lo studio sugli anticorpi monoclonali

Questo studio aveva in realtà l'obiettivo di valutare l'efficacia di un farmaco specifico (Fremanezumab) a base di anticorpi monoclonali nel prevenire l'emicrania da aumento delle temperature. Lo studio è stato infatti finanziato dalla stessa casa farmaceutica, la Teva Pharmaceuticals Industries, che commercializza il farmaco negli Stati Uniti.

Fremanezumab è uno degli anticorpi monoclonali approvati negli ultimi anni negli Stati Uniti per il trattamento dell'emicrania cronica: questi – spiega l'Università di Cincinnati – agiscono bloccando una proteina nota come CGRP (peptide correlato al gene della calcitonina), responsabile della trasmissione del dolore nel cervello e nel sistema nervoso. Negli ultimi anni gli anticorpi monoclonali sono oggetto di grande interesse per le loro applicazioni in diversi ambiti.

I ricercatori hanno osservato che nei pazienti trattati con questo particolare farmaco l'associazione tra l'aumento degli episodi di emicrania e l'aumento di temperatura scompariva.

Il legame tra mal di testa e caldo

Questo studio, oltre a dimostrare in questa prima fase (serviranno altre ricerche per la conferma definitiva) l'efficacia del farmaco nel trattare l'emicrania innescata dai cambiamenti meteorologici, "è il primo a suggerire che le terapie specifiche per l'emicrania che bloccano il CGRP possono trattare i mal di testa associati al meteo", afferma Fred Cohen, coautore dello studio e assistente professore di Medicina della Icahn School of Medicine di Mount Sinai.

Più in generale, quindi, possiamo affermare che aveva ragione Ippocrate, quando sosteneva che la medicina fosse profondamente legata alle condizioni atmosferiche. "Abbiamo scoperto che gli aumenti della temperatura sono stati un fattore significativo nell'insorgenza dell'emicrania in tutte le regioni degli Stati Uniti", ha spiegato Vincent Martin, professore di Medicina dell'Università di Cincinnati e direttore del Centro per il mal di testa e il dolore facciale della stessa università.

Quanto è diffusa l'emicrania

L'emicrania è la forma più diffusa di mal di testa: si stima che che più di una persona su dieci al mondo ne soffra (circa il 14% della popolazione mondiale). Per avere un'idea un po' più concreta, basta pensare che solo in Italia questo disturbo colpisce 6 milioni di persone, in prevalenza donne.

Più in generale, la cefalea, ovvero quello che comunemente viene chiamato "mal di testa", può essere una condizione anche molto invalidante, soprattutto perché per alcune forme specifiche di cefalea non esiste una cura definitiva, ma solo farmaci per alleviare in parte il dolore. Una di queste è la cefalea a grappolo, detta anche "da suicidio" per l'intensità delle crisi di dolore che provoca. A Fanpage.it ha raccontato la sua testimonianzauna paziente che fin da adolescente convive con questa condizione.

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