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“Il caldo estremo porterà all’estinzione”: lo scenario più catastrofico secondo i supercomputer

Le temperature potrebbero raggiungere i 70 °C, trasformando la Terra in un ambiente “ostile” alla vita dei mammiferi: ecco cosa indicano i primi modelli climatici realizzati da supercomputer.
A cura di Valeria Aiello
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Prospettive apocalittiche, che superano di gran lunga quelle degli scenari della crisi climatica che stiamo affrontando, suggeriscono che in un lontano futuro la Terra si surriscalderà a tal punto da portare alla più grande estinzione di massa dall’era dei dinosauri. La proiezione è ancora molto distante, stimata in circa 250 milioni di anni, ma evidentemente più concreta di quanto finora ipotizzato. La fine dell’umanità e, più in generale, dei mammiferi sulla Terra sarebbe quindi legata al caldo estremo, che si intensificherà drammaticamente quando i continenti finiranno per fondersi e formare un unico supercontinente caldo, secco e in gran parte inabitabile, noto anche come Pangea Ultima.

È quanto emerge da un nuovo studio dell’Università di Bristol appena pubblicato sulla rivista Nature Geoscience, in cui vengono presentati i primi modelli climatici realizzati dai supercomputer. I risultati indicano che entro 250 milioni di anni, le temperature aumenteranno per effetto di tre fattori congiunti, legati alla formazione del supercontinente. “Creerebbe effettivamente un triplo smacco, comprendente l’effetto di continentalità, un Sole più caldo e più CO2 nell’atmosfera, con un aumento di calore prolungato del pianeta – ha affermato l’autore principale dello studio, il dottor Alexander Farnsworth, ricercatore associato presso l’Università di Bristol – . Il risultato è un ambiente per lo più ostile, privo di fonti di cibo e acqua per i mammiferi”.

Secondo i calcoli dei supercomputer, temperature comprese tra i 40 e 50 °C, con estremi giornalieri che possono raggiungere i 70 °C, aggravati da alti livelli di umidità, segnerebbero il nostro destino. “Gli esseri umani – insieme a molte altre specie – morirebbero a causa della loro incapacità di dissipare questo calore attraverso il sudore, raffreddando i loro corpi – ha aggiunto Farnsworth – . Quando si formerà il supercontinente, i risultati indicano che solo una percentuale compresa tra l’8% e il 16% della Terra sarebbe abitabile per i mammiferi”.

Illustrazione di Pangea Ultima, il supercontinente si formerà tra circa 250 milioni di anni, quando una massa terrestre comprendente Europa, Asia e Africa si fonderà con le Americhe / Credit: Alex Farnsworth et al. Nature 2023
Illustrazione di Pangea Ultima, il supercontinente si formerà tra circa 250 milioni di anni, quando una massa terrestre comprendente Europa, Asia e Africa si fonderà con le Americhe / Credit: Alex Farnsworth et al. Nature 2023

Per arrivare a queste conclusioni, i ricercatori hanno applicato modelli climatici, simulando le tendenze di temperatura, vento, pioggia e umidità per Pangea Ultima, mentre per stimare i futuri livelli di anidride carbonica (CO2), il team ha utilizzato modelli di movimento delle placche tettoniche, chimica degli oceani e biologia al fine di mappare gli input e gli output di CO2. “Pensiamo che la CO2 potrebbe aumentare dalle circa 400 parti per milione (ppm) di oggi a più di 600 ppm tra molti milioni di anni in futuro – ha precisato professor Benjamin Mills dell’Università di Leeds, che si è occupato dei calcoli sulla futura CO2 – . Naturalmente, tali stime presuppongono che gli esseri umani smettano di bruciare combustibili fossili, altrimenti vedremo quei numeri molto, molto prima”.

In sintesi, le prospettive a lungo termine sono molto, molto desolanti. “I livelli di anidride carbonica potrebbero essere il doppio di quelli attuali e, considerando che si prevede che il Sole emetta circa il 2,5% in più di radiazioni e che il supercontinente si trovi principalmente nei tropici caldi e umidi, gran parte del pianeta potrebbe trovarsi ad affrontare temperature comprese tra 40 e 70 °C – ha evidenziato Farnsworth – . Il nostro lavoro evidenzia anche che un mondo all’interno della cosiddetta ‘zona abitabile’ di un sistema solare può non essere il più ospitale per gli umani a seconda che i continenti siano dispersi, come lo sono oggi, oppure uniti in un grande supercontinente”.

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