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Il caffè di qualità migliore sparirà per primo a causa dei cambiamenti climatici

L’aumento delle temperature provocato dai cambiamenti climatici farà crollare i terreni idonei per la coltivazione delle piante di caffè arabica, il più amato.
A cura di Andrea Centini
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Il caffè della qualità arabica, universalmente riconosciuto come il più gustoso e aromatico, sarà il primo a sparire a causa dei cambiamenti climatici. A sottolinearlo in un comunicato il Banco Interamericano de Desarrollo (la Banca Interamericana dello Sviluppo), un istituto di credito internazionale che ha l'obiettivo di favorire lo sviluppo economico e sociale dell'America Latina e dei Caraibi. L'interesse per il caffè è facilmente intuibile: si tratta di un prodotto apprezzato in tutto il mondo con un giro d'affari di centinaia di miliardi di dollari all'anno – se ne stimano 460 per il 2022 – e ben 14 milioni di lavoratori in America del Sud. Non a caso cinque dei primi dieci produttori mondiali di caffè si trovano proprio in America Latina, con il Brasile in prima linea (circa il 33 percento della produzione globale).

Ma le preziose coltivazioni di caffè arabica, che rappresentano tra il 60 e l'80 percento della produzione totale, come indicato sono seriamente minacciate dai cambiamenti climatici. La ragione risiede nel fatto che le piante del caffè di qualità arabica (Coffea arabica) sono decisamente meno tolleranti all'aumento delle temperature, oltre a essere più suscettibili alla “ruggine” o roya (una malattia provocata da un fungo parassitario di colore giallastro) e meno produttive di chicchi. È l'esatto opposto della qualità “robusta” derivata dalla pianta Coffea canephora, più resistente al calore, al fungo della ruggine e più produttiva di chicchi, ma anche decisamente meno saporita dell'arabica. Come specificato dalla Banca Interamericana dello Sviluppo, secondo le stime degli esperti nei prossimi anni ci sarà un aumento delle temperature compreso tra 1,5° e 4,5° nei mesi più caldi, con un impatto potenzialmente catastrofico per le coltivazioni di caffè arabica.

Come evidenziato dallo studio “Expected global suitability of coffee, cashew and avocado due to climate change” pubblicato sulla rivista scientifica PLOS ONE, entro il 2050 a causa del riscaldamento globale crolleranno i terreni idonei per la coltivazione del caffè, con l'arabica vittima principale. Basti pensare che tra tre decenni la quota ideale per coltivare le piante di caffè in Nicaragua salirà da 1200 metri sul livello del mare a 1600 metri sul livello del mare. Ciò significa che ci saranno sempre meno terreni a disposizione per i coltivatori e, di conseguenza, meno possibilità produttive; in futuro il caffè potrebbe diventare un prodotto sensibilmente più costoso e per occasioni speciali, come un bottiglia di buon vino. Un vero e proprio choc per le centinaia di milioni di persone che ritengono irrinunciabile un buon caffè all'inizio della giornata (e non solo).

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