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Il buco dell’ozono si è formato in ritardo ma ora è già uno dei più grandi: cosa sta succedendo

Il buco dell’ozono sopra l’Antartide si è formato più tardi del previsto nel 2024 ma la sua evoluzione ora è simile a quella osservata nel 2022, quando raggiunse un’estensione di oltre 24 milioni di chilometri quadrati.
A cura di Valeria Aiello
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Il buco dell'ozono sopra l'Antartide si è formato in ritardo nel 2024 ma alla fine di settembre ha già superato i 20 milioni di km2 / Credit: CAMS
Il buco dell'ozono sopra l'Antartide si è formato in ritardo nel 2024 ma alla fine di settembre ha già superato i 20 milioni di km2 / Credit: CAMS

Il buco dell’ozono sopra l’Antartide si è formato più tardi del previsto quest’anno, ma la sua evoluzione ora è simile a quella osservata nel 2022, quando raggiunse un’estensione di oltre 24 milioni di chilometri quadrati. Il ritardo sembra essere legato a due improvvisi eventi di riscaldamento nella stratosfera sopra l’Antartide che, secondo i ricercatori, è probabile che abbiano avuto un impatto sul vortice polare meridionale, che a sua volta ha influito sui tempi di formazione del buco dell’ozono. Tali eventi di riscaldamento sono più comuni nell’emisfero settentrionale, ma rari al Polo Sud.

Le dimensioni del buco dell'ozono al 16 settembre 2024. La linea rossa mostra i dati del 2024 e la linea tratteggiata le previsioni per i 5 giorni successivi. La linea blu più spessa e scura è l'evoluzione del buco dell'ozono nel 2023 e la linea blu più chiara rappresenta il 2022. I colori grigi rappresentano i valori percentili e la mediana tra il 1979 e il 2021 / Credit: CAMS
Le dimensioni del buco dell'ozono al 16 settembre 2024. La linea rossa mostra i dati del 2024 e la linea tratteggiata le previsioni per i 5 giorni successivi. La linea blu più spessa e scura è l'evoluzione del buco dell'ozono nel 2023 e la linea blu più chiara rappresenta il 2022. I colori grigi rappresentano i valori percentili e la mediana tra il 1979 e il 2021 / Credit: CAMS

Il buco dell’ozono è un assottigliamento periodico dello strato di ozono nella stratosfera, che sopra l’Antartide si osserva ogni anno durante la primavera dell’emisfero australe (da settembre a novembre). Solitamente, il buco inizia a formarsi da metà a fine agosto, chiudendosi verso la fine di novembre, ma lo sviluppo ritardato di quest’anno ha catturato l’attenzione dei ricercatori del Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), secondo i quali un avvio lento non è necessariamente correlato a un recupero della salute dello strato di ozono.

Lo scorso anno aveva raggiunto dimensioni record, superando i 26,5 milioni di chilometri quadrati, ovvero oltre tre volte le dimensioni del Brasile, pur restando al di sotto del massimo storico di 29,9 milioni di chilometri quadrati del 2000.

Cos’è il buco dell’ozono antartico e come si forma

Il buco dell’ozono che si forma sopra l’Antartide è un assottigliamento periodico dello strato di ozono nella stratosfera, lo strato dell’atmosfera che si estende tra da 20 a 50 chilometri dalla superficie terrestre, proteggendo la Terra dai raggi ultravioletti del Sole. In condizioni meteo normali, in questo strato protettivo il buco si forma ogni anno, durante la primavera dell’emisfero australe (da settembre a novembre) iniziando a svilupparsi tra la metà alla fine di agosto, per poi chiudersi verso la fine di novembre.

Il buco dell’ozono si forma come conseguenza di una complessa combinazione di fattori chimici e meteorologici, su cui pesa lo storico rilascio nell’atmosfera di composti inquinanti – come i clorofluorocarburi (CFC), i clorofluorocarburi alogenati (HCFC) e i fluorocarburi bromati (halon) – conosciuti anche come ozone depleting substances, o ODS,  che restano intrappolati nelle nuvole stratosferiche polari che si formano durante l’inverno antartico e dove, all’inizio della primavera, reagiscono con le radiazioni ultraviolette solari, liberando cloro e bromo reattivi, che distruggono le molecole di ozono. Queste sostanze che danneggiano l’ozono sono state progressivamente vietate con il Protocollo di Montreal nel 1987 e successivi emendamenti, che hanno fatto in modo che il problema del buco dell’ozono non peggiorasse, aprendo la strada alla ripresa.

I ricercatori stimano tuttavia che per riportare le sostanze che impoveriscono lo strato di ozono ai livelli pre-industriali saranno necessari circa quattro decenni, pertanto la loro persistenza nella stratosfera continuerà nel frattempo a influenzare lo sviluppo del buco dell’ozono, le cui dimensioni e comportamento sono inoltre legati alla variabilità meteorologica, alle fonti naturali di sostanze che riducono l’ozono e agli impatti del cambiamento climatico.

Cosa sta succedendo al buco dell’ozono 2024

Il buco dell’ozono che ogni anno si forma sopra l’Antartide si è sviluppato in ritardo nel 2024, come conseguenza di due eventi di riscaldamento stratosferico, che indebolito il vortice polare meridionale durante l’inverno australe. Secondo un’analisi dell'Earth Observatory della NASA , l’Antartide ha infatti sperimentato due improvvise anomalie di riscaldamento stratosferico, a luglio e agosto 2024, quando le temperature nella stratosfera sono aumentate rispettivamente di 15 °C e 17 °C.

Di conseguenza, il vortice polare dell’emisfero australe è risultato allungato e con venti più deboli, al contrario delle condizioni circolari, fredde e veloci che favoriscono l’assottigliamento dell’ozono, osservate ad esempio nel 2023” spiegano i ricercatori del Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS), il servizio di monitoraggio dell’atmosfera terrestre dell’Unione Europea.

Il vortice polare nel 2023 (a sinistra) e nel 2024 (a destra) / Credit: NASA Earth Observatory
Il vortice polare nel 2023 (a sinistra) e nel 2024 (a destra) / Credit: NASA Earth Observatory

A differenza del tipico comportamento, che vedeva il buco dell’ozono aggravarsi progressivamente nel mese di agosto, il buco dell’ozono del 2024 non si è sviluppato fino alla fine del mese” hanno aggiunto i ricercatori, evidenziando come la sua evoluzione sia finora  simile a quella osservata nel 2022. “Un avvio lento di un buco dell’ozono non può essere automaticamente attribuito a un recupero dello strato di ozono o al successo nell’eliminazione graduale dell’uso delle sostanze che riducono l’ozono (ODS)” hanno precisato gli studiosi.

Se, come detto, si continuerà a rispettare il divieto di ODS, il buco dovrebbe teoricamente riprendersi entro circa quattro decenni. “Nel frattempo, le dimensioni e il comportamento del buco dell'ozono saranno influenzati dalla variabilità meteorologica, dalle fonti di ODS antropogeniche e naturali e dagli impatti del cambiamento climatico”hanno concluso gli studiosi. Le cause naturali includono le eruzioni vulcaniche, come l’eruzione record di Tonga del 2022.

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