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Il blackout in Spagna è l’assaggio di una tempesta solare catastrofica: questione di quando, non di se

Le cause del prolungato blackout che ha colpito la Penisola Iberica il 28 aprile 2025 sono ancora un mistero; ciò che è certo è che il caos vissuto in Spagna e Portogallo è solo un assaggio di ciò che potrebbe accadere nel mondo a causa di una tempesta geomagnetica estrema.
A cura di Andrea Centini
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Credit: Spaceweather.com
Credit: Spaceweather.com

Lunedì 28 aprile è stato un vero e proprio giorno di passione in Spagna e Portogallo, a causa di un colossale blackout durato diverse ore. Nel momento in cui stiamo scrivendo, la mattina di martedì 29, il 99 percento dell'elettricità è stato ripristinato, pertanto la situazione sta ritornando alla normalità (ad eccezione di alcuni disservizi ancora presenti). Ma ciò che è accaduto ieri resterà sicuramente nella storia della Penisola Iberica, che è stata catapultata indietro di diversi decenni. Traffico impazzito a causa dello spegnimento di tutti i semafori; stazioni ferroviarie e metropolitane chiuse; disagi enormi negli aeroporti per voli cancellati o ritardati; negozi, bar e ristoranti costretti ad abbassare le saracinesche perché impossibilitati a offrire servizi e ricevere pagamenti digitali; blocco degli ascensori con centinaia di persone intrappolate; generatori di emergenza attivati in ospedali e centrali nucleari: questi sono solo alcuni dei molteplici problemi cui spagnoli e portoghesi – e per breve tempo anche francesi che vivono al confine – hanno dovuto affrontare a causa della mancanza di energia elettrica e rete internet, sulla quale oggi si basa una moltitudine di impianti e servizi critici.

Le possibili cause del blackout in Spagna

Al momento non è ancora chiara la fonte dell'immenso blackout che ha messo in ginocchio i due Paesi; ciò che sembra sicuro è che l'origine di tutto sia in Spagna (il Portogallo al mattino riceve molta corrente dalla nazione vicina e per questo avrebbe avuto i suoi problemi). Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha affermato che “nessuna ipotesi è esclusa”, anche se in base alle prime indagini crescono le probabilità che possa essersi trattato di un guasto alla rete. Il Primo Ministro ha anche invitato a non fare speculazioni, sebbene su internet e molti giornali abbia ricevuto particolare risalto una fantomatica “vibrazione atmosferica indotta”, possibili vibrazioni indotte dal vento che potrebbero aver innescato in qualche modo il danno. Si è parlato molto anche di un potenziale ed esteso attacco hacker, alla luce della posizione della Spagna sulle crisi in Ucraina e a Gaza. Anche per questo scenario, tuttavia, non sono emerse prove a suffragio. Mentre indagini e riunioni di emergenza proseguono, in attesa di conoscere la causa vera e propria, c'è sicuramente una considerazione che si può fare: ciò che hanno passato nella Penisola Iberica il 28 aprile è solo un assaggio delle conseguenze di una catastrofica tempesta geomagnatica (o solare) di Classe G5, con intensità paragonabile o superiore al famigerato Evento di Carrington verificatosi il 1 settembre del 1859.

Cos'è l'Evento di Carrington

Questo fenomeno è passato alla storia come la più potente tempesta geomagnetica mai registrata dagli scienziati. Fu talmente violenta che i telegrafi subirono danni ingenti e molti telegrafisti presero bruttissime scosse, inoltre le pile si accesero e diversi dispositivi presero a funzionare senza essere collegati. Il flusso di vento solare fece anche illuminare a giorno il cielo notturno, facendo risplendere magnifiche aurore boreali ben visibili a medie e basse latitudini, come Roma e isole Hawaii. È chiaro che un evento di intensità simile, nel mondo moderno iperconnesso e ipertecnologico non potrebbe che avere esisti disastrosi. A spiegarlo in un articolo pubblicato su The Conversation il professor David Wallace, docente di Ingegneria Elettrica presso l'Università Statale del Mississippi. "Le tempeste geomagnetiche generano correnti indotte che fluiscono attraverso la rete elettrica", ha sottolineato l'esperto. "Le correnti indotte geomagneticamente, che possono superare i 100 ampere, confluiscono nei componenti elettrici collegati alla rete, come trasformatori, relè e sensori. Cento ampere – ha proseguito Wallace – equivalgono al servizio elettrico fornito a molte famiglie. Correnti di queste dimensioni possono causare danni interni ai componenti, portando a interruzioni di corrente su larga scala".

Cos'è una tempesta solare

Le tempeste solari sono innescate dal flusso di particelle cariche elettricamente (plasma) e campi magnetici – che insieme prendono il nome di vento solare – scagliato dal Sole a seguito di fenomeni come le espulsioni di massa coronale (CME). Vengono suddivise dagli scienziati in cinque classi, da G1 (deboli) a G5 (estreme). Una G5 si è verificata anche recentemente, ma chiaramente non è stata per nulla paragonabile per intensità al sopracitato Evento di Carrington, dal nome dell'astronomo Richard Carrington che osservò il colossale brillamento solare e conseguente CME da cui scaturì la tempesta geomagnetica.

La NOAA spiega che una tempesta G5 può indurre diffusi problemi di tensione e guasti ai sistemi di protezione delle reti elettriche, con collassi e blackout completi delle reti elettriche a causa delle “correnti parassite” innescate dal flusso di plasma. Queste correnti possono raggiungere centinaia di ampere e avere conseguenze devastanti su impianti e infrastrutture critici. I satelliti possono subire deorbite o finire per essere “fritti”, determinando un blocco totale dei segnali di navigazione GPS e connessioni internet legate a questi dispositivi. Anche le comunicazioni radio alle alte frequenze diventerebbero pressoché impossibili. Gli effetti sarebbero talmente estesi che per essere ripristinati potrebbero richiedere settimane o addirittura mesi, facendoci piombare in un vero e proprio Medioevo tecnologico.

Oltre ai miliardi di dollari perduti ogni giorno e al caos assoluto nel quale sprofonderebbero le società moderne (basti guardare le scene in Spagna con poche ore di blackout), alcuni temono che i Paesi ostili potrebbero cogliere l'occasione di una tempesta solare estrema per attaccare i propri nemici, tenendo presente anche gli effetti su sistemi di difesa e armi. Va comunque tenuto presente che molti missili e bombe cosiddetti “intelligenti” sfruttano proprio i segnali GPS per centrare il bersaglio con precisione.

Un assaggio di questi effetti si verificò nel 1989, quando una fortissima tempesta solare provocò guasti estesi a trasformatori e impianti elettrici nel Quebec (Canada), determinando un blackout durato ben nove ore. Sebbene l'Evento di Carrington è considerato il più forte mai registrato in tempi storici, si ritiene che sia stato circa una dozzina di volte più debole dell'Evento di Miyake, che si verificò nel 774 dopo Cristo. Fu rilevato grazie alle analisi sull'accumulo di carbonio-14. Ciò suggerisce che potremmo dover affrontare conseguenze ben peggiori di quelle stimate per un evento simile a quello di metà ‘800.

Il “problema” di questi fenomeni naturali risiede nel fatto che sono completamente al di fuori del nostro controllo e non possono nemmeno essere previsti con precisione, sebbene si possano definire i periodi più a rischio, come l'attuale picco massimo del ciclo di attività magnetica del Sole (che dura 11 anni). Ciò che è certo, secondo gli esperti, è che prima o poi la Terra sarà nuovamente investita da una di queste ondate di vento solare devastanti. Non è dunque questione di se, ma solo di quando, quindi bisognerà farsi trovare pronti in qualche modo, esattamente come si stanno implementando misure di difesa planetaria per contrastare la minaccia rappresentata dai grandi asteroidi.

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