Il bacio tra Venere, Saturno e Mercurio nel cielo del 25 febbraio è una meraviglia: a che ora vederlo

La sera di martedì 25 febbraio 2025 potremo vedere nel cielo una splendida congiunzione astrale con tre protagonisti: Venere, Saturno e Mercurio. Il bacio a tre avrà inizio dopo il tramonto, atteso attorno alle 18:00 ora di Roma. L'evento sarà una sorta di assaggio del “grande allineamento planetario” atteso per venerdì 28, una parata con sette pianeti visibili contemporaneamente sulla volta celeste. In realtà la parata di astri potrà essere vista anche il 25, tuttavia tre giorni dopo il fenomeno risulterà ancora più spettacolare nel firmamento; è proprio per questo che il 28 è considerato il giorno migliore in assoluto per l'osservazione (e dunque il più proposto dai media). La congiunzione astrale tra Mercurio, Venere e Saturno sarà la quarta e ultima di febbraio, come indicato nella rubrica “Il Cielo del Mese” dell'Unione Astrofili Italiani (UAI). Ecco tutto quello che c'è da sapere per non perdersela, meteo permettendo.
A che ora vedere il bacio tra Mercurio, Venere e Saturno
Come indicato, la congiunzione astrale fra i tre pianeti si verificherà subito dopo il tramonto, il cui orario varia chiaramente in base alla posizione geografica. A Roma, Milano e Napoli, ad esempio, è atteso tra le 17:45 e le 17:55, a Cagliari alle 18:10 e a Brindisi alle 17:33. È fondamentale accertarsi dell'orario del tramonto del Sole nel luogo in cui si desidera osservare la congiunzione astrale perché il “bacio a tre” si verificherà nel cielo occidentale e non distante dalla stella. Proprio per questo bisognerà attendere che il Sole sia sparito oltre l'orizzonte; vedere il disco solare a occhio nudo comporta rischi significativi per la vista, sia a occhio nudo che attraverso strumenti ottici non opportunamente protetti da filtri solari. Si rischia persino la cecità. Quindi lo ribadiamo: volgete lo sguardo a Ovest verso l'orizzonte solo dopo il tramonto del Sole.
Quando la stella sarà sparita potremo ammirare molto bassi sull'orizzonte e vicinissimi fra loro Mercurio e il "Signore degli Anelli" Saturno, entrambi incastonati tra la costellazione dell'Acquario (in basso) e quella dei Pesci (in alto). Saturno sarà leggermente più in basso e a sinistra del primo pianeta del Sistema solare. Mercurio non è mai facile da vedere perché, essendo il più vicino al Sole, tramonta e sorge sempre a ridosso della nostra stella. Avremo circa un'ora di tempo per vedere i due pianeti appaiati, prima che tramontino anch'essi. Il “Pianeta dell'Amore” Venere, sarà invece perfettamente visibile alcuni gradi più in alto rispetto alla coppia, nel cuore della costellazione dei Pesci.
È impossibile confondere Venere con qualunque altro astro del firmamento grazie alla sua intensa luminosità; si tratta infatti del terzo oggetto più luminoso della volta celeste dopo il Sole e la Luna. Risplende in modo così intenso che appare come un faretto appeso nel cielo, in grado addirittura di confondere i piloti degli aerei. La sua notevole luminosità è dovuta non solo alla grande vicinanza alla Terra, ma anche – soprattutto – per la sua densissima atmosfera corrosiva, ricchissima di anidride carbonica (96,5 percento). La CO2, infatti, riflette larga parte dei raggi solari facendoli “scintillare” quando osserviamo il pianeta dalla Terra. A causa della significativa densità atmosferica, la radiazione solare che riesce a passare viene intrappolata sotto lo strato di nubi dando vita al più spaventoso effetto serra del Sistema solare: la temperatura superficiale di Venere raggiunge infatti i 464 °C, sufficienti a fondere il piombo (è il motivo per cui le sonde inviate sul Pianeta dell'Amore durano pochissimo).
Il triplice bacio del 25 febbraio sarà perfettamente visibile a occhio nudo, ma con uno strumento ottico come un telescopio potremmo vedere sia gli anelli di Saturno (che a marzo spariranno temporaneamente perché di “taglio” visti dalla Terra) che le falce di Venere. Il pianeta ha infatti le fasi simili a quelle della Luna; è proprio osservando le fasi di Venere che Galileo Galilei nel 1610 poté confermare la teoria eliocentrica (il Sole al centro e non la Terra), proposta da Niccolò Copernico qualche decennio prima.