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Covid 19

Il 60% delle reazioni avverse non è causato dal vaccino Covid: è colpa dell’effetto nocebo

Un team di ricerca internazionale ha determinato che oltre il 60% delle reazioni avverse al vaccino Covid può essere provocato dall’effetto nocebo. Ecco cos’è.
A cura di Andrea Centini
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Oltre il 60 percento delle reazioni avverse al vaccino anti Covid potrebbe essere legato al cosiddetto effetto nocebo. In parole semplici, si tratta dell'opposto del più noto effetto placebo, quello che ci fa sentire meglio dopo aver assunto un farmaco che in realtà è inerte. Le nostre aspettative sull'efficacia di un medicinale, infatti, possono fare moltissimo sulle sensazioni e sui sintomi che sperimentiamo. È il potere della mente umana. Ma come indicato l'effetto placebo ha anche un “gemello cattivo”, l'effetto nocebo appunto, che ci fa sentire male se ci aspettiamo che il farmaco che stiamo assumendo avrà degli effetti collaterali, anche se esso è del tutto inerte, come una soluzione salina o una semplice pillola di zucchero. Riassumendo, avere aspettative negative su un vaccino – come quello anti Covid – non farà altro che aumentare le probabilità di sviluppare sintomi avversi, non scatenati dal principio attivo, bensì dalla nostra suggestionabilità e predisposizione psicologica.

A determinare che oltre il 60 percento delle reazioni avverse legate ai vaccini anti Covid potrebbero essere dovute all'effetto nocebo è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati americani del Beth Israel Deaconess Medical Center della Scuola di Medicina dell'Università Harvard, che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Psicologia Clinica e Psicoterapia dell'Università Marburg (Germania), del Dipartimento di Psicologia dell'Endicott College e del Weill Cornell Medical College di New York. Gli scienziati, coordinati dalla professoressa Julia W. Haas, ricercatrice presso il Program in Placebo Studies dell'ateneo del Massachusetts, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver condotto una meta-analisi e una revisione sistematica di 12 studi clinici randomizzati e controllati con placebo sui vaccini contro il coronavirus SARS-CoV-2, tutti caricati nei database Medline (PubMed) e Cochrane Central Register of Controlled Trials (CENTRAL).

Nel complesso sono stati analizzati i dati di 45.380 partecipanti, dei quali 22.578 hanno ricevuto un placebo e 22.802 il vaccino (nessuno sapeva se aveva ricevuto l'uno o l'altro). Dopo la prima dose, il 35,2 percento di coloro che avevano ricevuto il placebo (la soluzione salina inerte) ha sviluppato reazioni avverse sistemiche, fra le quali le più comuni sono state il mal di testa (19,3 percento) e l'affaticamento (16,7 percento). Il 16,2 percento ha invece riportato reazioni locali. Dopo la seconda dose ha riportato effetti sistemici il 31,8 percento dei partecipanti del gruppo placebo ed effetti locali l'11,8 percento. Dopo la prima dose di vaccino anti Covid ha invece sviluppato sintomi sistemici il 46,3 percento dei partecipanti e il 61,4 percento dopo la seconda, mentre gli effetti locali (come arrossamento e dolore al sito dell'iniezione) sono passati dal 66,7 percento della prima dose al 72,8 percento della seconda.

Incrociando tutti questi dati la professoressa Haas e i colleghi hanno determinato che l'effetto nocebo è stato responsabile fino al 76 percento degli eventi avversi sistemici e fino al 24 percento degli eventi avversi locali dopo la prima dose di vaccino. Dopo la seconda dose sono state associate all'effetto nocebo il 52 percento delle reazioni avverse. Ciò significa che, complessivamente, il 64 percento di tutte le reazioni avverse scatenate dai vaccini anti Covid non sono legate alla reattogenicità del principio attivo, bensì alla nostra predisposizione psicologica. In altri termini, poiché ci aspettiamo delle reazioni avverse esse si manifesteranno davvero, a causa della nostra suggestionabilità.

Secondo gli autori dello studio informare i pazienti di questo potenziale effetto nocebo può aiutarli a vivere meglio la vaccinazione e soprattutto spingere a vaccinarsi chi è titubante (non sono poche le persone che hanno paura). “La medicina si basa sulla fiducia. I nostri risultati ci portano a suggerire che informare il pubblico sulle potenziali risposte al nocebo potrebbe aiutare a ridurre le preoccupazioni sulla vaccinazione COVID-19, che potrebbe ridurre l'esitazione a vaccinarsi”, ha dichiarato il coautore dello studio Ted J. Kaptchuk in un comunicato stampa. I dettagli della ricerca “Frequency of Adverse Events in the Placebo Arms of COVID-19 Vaccine Trials – A Systematic Review and Meta-analysis” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica JAMA Open Network.

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