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Cambiamenti climatici

Il 6 luglio è stato il giorno più caldo di sempre: record bruciati per tre giorni di fila

A partire dal 3 luglio la temperatura globale della Terra ha continuato a salire bruciando tre record consecutivi. Il nuovo picco di 17,23° C del 6 luglio evidenzia un riscaldamento fuori controllo, segnale della drammatica crisi climatica in atto.
A cura di Andrea Centini
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Giovedì 6 luglio 2023 è stato il giorno più caldo sulla Terra da quando viene tenuta traccia delle temperature globali. L'aspetto più inquietante di questo nuovo record risiede nel fatto che si tratta del terzo picco consecutivo in una manciata di giorni. Tutto è iniziato il 3 luglio, quando la “febbre” del pianeta è arrivata a 17,01° C; è stata la prima volta che la temperatura media superficiale della Terra ha superato i 17° C, dato che essa, storicamente, durante l'anno oscilla tra 12° C e poco meno di 17° C, raggiungendo i valori massimi nel mese di luglio (o nella prima metà di agosto). Il record precedente di 16,92° C era stato toccato il 14 agosto del 2016 e il 24 luglio del 2022, ma ora sembra già un lontano ricordo.

Dopo il primato del 3 luglio, la colonnina di mercurio globale ha infatti fatto segnare immediatamente una nuova impennata, toccando i 17,18° C il 4 e il 5 luglio. Una lieve stabilizzazione che lasciava sperare in una possibile discesa della curva, ma così non è stato: il 6 luglio, infatti, ha nuovamente bruciato il primato, raggiungendo i 17,23° C. A questo punto è lecito chiedersi quando si arresterà questo progressivo e preoccupante incremento, ennesima dimostrazione degli effetti del cambiamento climatico in corso.

Credit: Climate Reanalyzer
Credit: Climate Reanalyzer

I dati sulla temperatura globale vengono quotidianamente aggiornati dagli scienziati del progetto Climate Reanalyzer del Maine Climate Office – Climate Change Institute dell'Università del Maine, che fanno riferimento alle rilevazioni del sistema NCEP Climate Forecast System e del CFS Reanalysis. Sia il CFS che il CFSR sono gestiti dalla National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), l'agenzia federale statunitense deputata allo studio e al monitoraggio dei fenomeni climatici e degli oceani. Le temperature sono raccolte attraverso satelliti, radiosonde e stazioni meteorologiche sparse per tutto il globo. È doveroso sottolineare che si tratta di record preliminari ancora da confermare, dalla stessa agenzia NOAA ma anche dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale (WHO). Sono comunque considerati autorevoli dagli esperti ed evidenziano un trend che non si può né nascondere né sottovalutare, dato che parliamo di un'anomalia di circa 1° C rispetto alla media storica di riferimento.

Credit: Climate Reanalyzer
Credit: Climate Reanalyzer

Un elemento significativo di questa serie di record risiede nel rischio concreto che la temperatura globale possa continuare a salire costantemente nelle prossime settimane. Luglio è infatti il mese tipicamente più caldo dell'anno e siamo solo all'inizio; fino alla metà di agosto la curva del Climate Reanalyzer potrebbe incrementare la sua impennata, parallelamente a quella delle temperature superficiali degli oceani che da quasi 4 mesi non danno segno di scendere. "È probabile che il mese di luglio sarà il mese più caldo di sempre. ‘Sempre' significa dall'Eemiano, che è in effetti circa 120.000 anni fa", ha dichiarato al Guardian il dottor Karsten Haustein, ricercatore presso l'Università di Lipsia.

Una possibile causa di queste anomalie è l'arrivo di El Nino, la cui presenza è stata ufficialmente confermata dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale nei giorni scorsi. Si tratta di un fenomeno climatico ciclico che si manifesta ogni 5 – 7 anni e determina un riscaldamento delle temperature superficiali dell’Oceano Pacifico centro-meridionale e orientale, che a loro volta influenzano le temperature globali. Gli esperti ritengono che il 2024 possa essere ancora più caldo del 2023, quindi i primati di quest'anno potrebbero essere stracciati il prossimo anno. "Riconosciamo che siamo in un periodo caldo a causa dei cambiamenti climatici e, combinati con El Niño e le calde condizioni estive, stiamo assistendo a temperature superficiali record registrate in molte località in tutto il mondo", ha commentato la NOAA.

A preoccupare gli esperti non sono comunque i picchi di uno più giorni, ma le medie in aumento mensili e annuali, che rappresentano adeguatamente il trend negativo della crisi climatica in atto. Restano pochi anni prima del superamento di 1,5° C di riscaldamento rispetto all'epoca preindustriale, soglia oltre la quale andremo incontro alle conseguenze più drammatiche e irreversibili del cambiamento climatico. Senza un'azione rapida e incisiva contro i combustibili fossili e le altre fonti di gas climalteranti saremo condannati a disastri senza precedenti. E la colpa è solo nostra.

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