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Il leone più solitario del mondo perde il suo ruggito dopo essere stato abbandonato in uno zoo

Rimasto per più di cinque anni chiuso in una gabbia, in uno zoo privato in Armenia di proprietà di un ex oligarca russo, è stato salvato dall’ADI che sta pianificando il suo trasferimento in Africa.
A cura di Valeria Aiello
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Ruben, il leone che si spera torni a ruggire una volta che si unirà agli altri leoni salvati in Africa / ADI
Ruben, il leone che si spera torni a ruggire una volta che si unirà agli altri leoni salvati in Africa / ADI

Si chiama Ruben, ha circa 15 anni, ma è conosciuto come il leone più solitario del mondo, perché rimasto chiuso per più di cinque anni in una piccola gabbia, lasciato solo in uno zoo abbandonato al confine armeno-azerbaigiano di proprietà di un oligarca russo deceduto. Gli altri animali che si trovavano nella struttura sono stati trasferiti, ma per Ruben non era stato possibile trovare una nuova collocazione. Non avendo nessuno con cui comunicare, segnato dal lungo isolamento, il leone ha smesso di ruggire, ma grazie all’impegno dell’Animal Defenders International (ADI), ente di benedicenza britannico per la protezione degli animali, ha davanti a sé un futuro completamente nuovo.

Il suo salvataggio, rilanciato dal Daily Mail, era stato segretamente pianificato e programmato strategicamente per evitare l’infiammarsi delle tensioni nella regione, acuite dall’invasione russa in Ucraina. Attualmente Ruben si trova in un’unità di quarantena vicino alla capitale dell’Armenia, Yerevan, in un rifugio per orsi convertito, gestito dalla Fondazione armena per la conservazione della fauna selvatica e dei beni culturali, dove ADI sta finanziando le sue cure. Presto verrà trasferito presso l’ADI Wildlife Sanctuary in Sudafrica, un habitat naturale tranquillo e sicuro, dove sarà circondato da altri leoni e, si spera, ritroverà il suo ruggito.

Nato in cattività allo zoo, Ruben ha problemi di salute e, come la maggior parte dei leoni salvati dall’ADI, avrà bisogno di un intervento di chirurgia dentale. “Ha i denti rotti e incrinati, ma in questa fase non hanno alcun impatto sulla sua alimentazione, e sta persino sgranocchiano le ossa – spiegano i veterinari che lo hanno preso in cura – . Per evitare l'esposizione ripetuta ad anestetici e raggi X, il trattamento odontoiatrico avverrà in Sudafrica, dove disponiamo di tecnologia avanzata e cure postoperatorie complete. Inoltre, durante la chirurgia dentale, nel sangue possono essere rilasciate tossine che possono essere pericolose per la vita, quindi il nostro team, che include il leggendario padre dell’odontoiatria animale, il dottor Peter Emily, ha sempre e evitato la chirurgia sul campo ove possibile. Meglio averlo dove può avere le cure più avanzate”.

Nel frattempo, il dottor Peter Caldwell ha intrapreso una valutazione del suo stato di salute generale, richiedendo esami del sangue per pianificare qualsiasi intervento necessario al suo trasferimento. “Ruben ha ora il microchip e le vaccinazioni necessarie per i viaggi internazionali – precisa l’ADI – . Stiamo richiedendo il permesso di esportazione dall’Armenia e il permesso di importazione in Sudafrica, dove è fondamentale portarlo il prima possibile per affrontare i suoi problemi più seri. Ha problemi neurologici, potenzialmente spinali. Traballa mentre cammina e a volte le sue gambe si piegano sotto di lui, ma può muoversi. Ha la miosi dell’occhio, come si nota dalle sue pupille piccole e ristrette. Sembra però in grado di vedere, reagisce alle persone intorno a lui, anche a una certa distanza, e ha un buon udito, quindi ci sono anche buone notizie”.

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