video suggerito
video suggerito

Identificato un nuovo sottotipo di depressione: “Spiega perché i farmaci non sono sempre efficaci”

Secondo i ricercatori interessa fino a un quarto di tutti i pazienti con disturbo depressivo maggiore.
A cura di Valeria Aiello
152 CONDIVISIONI
Immagine

Un nuovo sottotipo di depressione, designato come biotipo cognitivo, è stato identificato da un team di ricerca della Stanford University (California) nell’ambito di uno studio clinico su circa 1.000 pazienti con disturbo depressivo maggiore (DDM). Secondo gli studiosi, il sottotipo di depressione appena identificato interessa fino a un quarto di tutti i pazienti con DDM e spiega perché gli antidepressivi comunemente prescritti non sono sempre efficaci.

Sapere quale sottotipo di depressione ha un paziente può aiutare i medici a fornire il miglior trattamento” spiegano gli studiosi che, per arrivare all’identificazione del nuovo sottotipo, hanno adottato una serie di misure cognitive oggettive, tra cui l’imaging cerebrale, cui i pazienti, divisi in gruppi a seconda del trattamento farmacologico – escitalopram o sertralina, che agiscono sulla serotonina, o venlafaxina-XR, che agisce su serotonina e norepinefrina – , sono stati sottoposti in un regime di otto settimane.

Nello specifico, prima e dopo il trattamento, i ricercatori hanno misurato i sintomi depressivi dei partecipanti attraverso questionari e test cognitivi, e utilizzato la risonanza magnetica funzionale (fMRI) per monitorarne l’attività neuronale. I ricercatori hanno quindi confrontato quanto osservato nei pazienti con i risultati ottenuti in un gruppo di controllo, rilevando che il 27% dei partecipanti allo studio presentava sintomi più evidenti di rallentamento cognitivo e insonnia, compromissione della funzione cognitiva nei test comportamentali e ridotta attività in alcune regioni frontali del cervello: un profilo che i ricercatori hanno designato come biotipo cognitivo.

In questi stessi pazienti, i tre diversi trattamenti farmacologici hanno prodotto tassi di remissione differenti, con l’assenza di sintomi depressivi riscontrata in appena il 38,8% dei pazienti con il biotipo appena scoperto rispetto al 47,7% in quelli senza. “Questa differenza – precisano gli studiosi – era più evidente per la sertralina, per la quale i tassi di remissione erano rispettivamente del 35,9% e del 50% per i pazienti con il biotipo e quelli senza”.

L’analisi, dettagliata in uno studio pubblicato su Jama Network Open, evidenzia come i sintomi della depressione possano manifestarsi in modo diverso nei pazienti e come i farmaci comunemente prescritti, noti come inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina o SSRI, abbiano meno efficacia nei pazienti con disfunzione cognitiva. “Prendere di mira queste disfunzioni cognitive con antidepressivi meno comunemente usati o altri trattamenti può alleviare i sintomi e aiutare a ripristinare le capacità sociali e lavorative” evidenziano i ricercatori.

Una delle grandi sfide è trovare un nuovo modo per affrontare quello che attualmente è un processo per tentativi ed errori in modo che più persone possano migliorare prima – ha affermato l’autrice senior dello studio, Leanne Williams, docente di psichiatria e scienze comportamentali presso la Stanford University – . Introdurre misure cognitive oggettive come l’imaging cerebrale assicurerà di non utilizzare uno stesso trattamento su ogni paziente”.

152 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views