Groenlandia, persi 6 miliardi di tonnellate d’acqua al giorno dai ghiacciai: si rischia un disastro
L'ondata di calore estremo che sta investendo larga parte dell'Europa occidentale, l'Africa e l'Asia sta provocando una seria accelerazione nello scioglimento del ghiaccio della Groenlandia, tra le principali vittime del riscaldamento globale catalizzato dai cambiamenti climatici. In base ai dati rilasciati dallo US National Snow and Ice Data Center (NSIDC), istituto statunitense specializzato nella ricerca polare e criosferica, soltanto tra il 15 e il 17 luglio i ghiacciai presenti nell'area nordoccidentale dell'isola – facente parte del Regno di Danimarca – hanno perduto 6 miliardi di tonnellate d'acqua ogni giorno. È una quantità sufficiente a riempire 7,2 milioni di piscine olimpioniche o a ricoprire con oltre 30 centimetri d'acqua l'intero stato della Virginia Occidentale, ha specificato la CNN riportando il dato del NSIDC.
Le temperature della Groenlandia in questi giorni si stanno attestando sui 15,5° C, ben 5° C in più rispetto la media del periodo. Ciò non può far altro che accelerare lo scioglimento dei ghiacci, con un impatto significativo sull'innalzamento del livello del mare (quando sono coinvolte le masse sulla terraferma). “Lo scioglimento settentrionale di quest'ultima settimana non è normale, considerando le medie climatiche degli ultimi 30 – 40 anni”, ha dichiarato alla CNN il dottor Ted Scambos, glaciologo presso l'Università del Colorado e l'NSIDC. “Lo scioglimento è in aumento e questo evento ha rappresentato un picco”, ha aggiunto l'esperto. “Mi preoccupa decisamente”, gli ha fatto eco il collega Kutalmis Saylam, ricercatore dell'Università del Texas che attualmente si trova proprio in Groenlandia per studiare l'impatto dei cambiamenti climatici. “Ieri abbiamo potuto girovagare con le nostre t-shirt, non era proprio previsto”, ha aggiunto sconsolato il ricercatore.
La Groenlandia, come indicato, è particolarmente colpita dai cambiamenti climatici, tanto che secondo lo studio “Dynamic ice loss from the Greenland Ice Sheet driven by sustained glacier retreat” guidato da scienziati dell'Università Statale dell'Ohio e pubblicato su Communications Earth and Environment avrebbe raggiunto una sorta di “punto di non ritorno”. In parole semplici, la Groenlandia continuerà a sciogliersi indipendentemente da ciò che accadrà con i cambiamenti climatici. Secondo le stime degli esperti, dal 1985 i più grandi ghiacciai della Groenlandia si sono ritirati mediamente di 3 chilometri, inoltre dall'inizio del nuovo millennio si sciolgono in media 450 miliardi di tonnellate di ghiaccio. Nella sola giornata di martedì 27 luglio 2021 la calotta glaciale della Groenlandia ha perduto 8,5 miliardi di tonnellate di massa superficiale, uno dei dati più drammatici per un singolo giorno; mentre nel 2019 la perdita complessiva è arrivata fino a 590 miliardi di tonnellate di ghiaccio, il dato peggiore in assoluto, che da solo ha contribuito all'innalzamento del livello del mare di 1,5 millimetri.
Se tutti i ghiacciai della Groenlandia dovessero sciogliersi, secondo le stime degli scienziati il livello del mare salirebbe di 7,5 metri, inghiottendo intere regioni e metropoli costiere (anche in Italia), oltre a far sparire sott'acqua un gran numero di isole oceaniche, in particolar modo gli atolli del Pacifico. Ma l'innalzamento del livello del mare non è l'unico pericolo associato allo scioglimento dei ghiacci della Groenlandia. Secondo lo studio “Transition Probabilities of Noise-induced Transitions of the Atlantic Ocean Circulation” pubblicato su Scientific Reports da scienziati dell'Università di Utrecht e Groningen, l'acqua dolce proveniente dalla fusione del ghiaccio dell'isola (la più grande del mondo) e dalle precipitazioni eccezionali potrebbe addirittura alterare la corrente dell'Atlantico settentrionale, nota come corrente del Golfo. Questa corrente trasporta acqua calda dal Golfo del Messico fino all'Europa – grazie alla rotazione terrestre – e regala all'Europa nordoccidentale un clima mite, ma a causa di queste immense masse d'acqua fresca rilasciate dalla fusione del ghiaccio potrebbe essere addirittura bloccata. Gli scienziati dei Paesi Bassi ritengono comunque poco probabile un completo stop della corrente (che porterebbe a un drastico crollo delle temperature), ma stimano con una probabilità del 15 percento che possa verificarsi un cambiamento temporaneo entro il prossimo secolo.