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I vaccini sono sicuri, AIFA: “Reazioni gravi nello 0,003% dei casi su 19 milioni di dosi”

L’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha pubblicato un dossier dedicato alle reazioni avverse dei vaccini somministrati in Italia, facendone emergere la notevole sicurezza. Su 19 milioni di dosi somministrate nel 2022, il tasso di reazioni avverse è stato di 47,8 ogni 100.000, pari allo 0,048 percento. Quelle gravi sono state rarissime, appena lo 0,003 percento. Per i 7 sospetti decessi associati ai vaccini non è stato trovato alcun nesso di causalità.
A cura di Andrea Centini
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I vaccini sono sicuri e il rapporto tra rischi e benefici è ampiamente a favore di questi ultimi. È quanto evidenziato dal nuovo dossier dell'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) dedicato al “Rapporto Vaccini 2022 – la sorveglianza postmarketting in Italia dei vaccini non-COVID-19” che era stato pubblicato lo scorso 26 luglio. Nell'approfondito documento sono state valutate le reazioni avverse emerse dopo la vaccinazione e segnalate alla Rete Nazionale di Farmacovigilanza (RNF). Come suggerisce il nome del rapporto, in questa analisi non sono stati presi in esame i vaccini anti Covid come lo Spikevax di Moderna e il Comirnaty di Pfizer-BioNtech, ma solo preparati per altre patologie come influenza, morbillo, varicella, pertosse e molte altre infezioni, come quelle da pneumococco e meningocco. Nel dossier riassuntivo è stata puntata la lente di ingrandimento sulla sicurezza degli antidoti e sui dati di alcune patologie da cui è possibile proteggersi tramite la vaccinazione.

Come indicato, il documento dell'AIFA sottolinea la notevole sicurezza dei vaccini che abbiamo a disposizione. Sulle 19 milioni di dosi somministrate nel corso del 2022, infatti, sono state segnalate solo circa 11.000 reazioni avverse, di cui 9.000 riscontrate nell'anno in cui si è ricevuto il vaccino. Ciò significa che nel 2022 il tasso di reazioni avverse è stato di 47,8 ogni 100.000 dosi, pari allo 0,048 percento (con un crollo prossimo al 40 percento rispetto all'anno precedente). Nella maggior parte dei casi chi si è sottoposto alla vaccinazione ha sperimentato fastidi temporanei e lievi come dolore nel sito dell'iniezione; arrossamento; irrequietezza; febbre; e disturbi gastrointestinali come diarrea, nausea e vomito. Per quanto concerne le reazioni avverse gravi, il tasso è stato di appena 2,8 ogni 100mila, pari allo 0,0028 percento del totale. Sono state dunque estremamente rare. Fra i pazienti con reazioni severe, nell'1,6 percento dei casi si è dovuto ricorrere al ricovero in ospedale. Le reazioni avverse gravi sono state principalmente associate ai vaccini contro morbillo, parotite, rosolia, varicella e meningococco C.

I decessi sospetti associati alla vaccinazione sono invece stati 7, tuttavia, come spiegato nel dossier dall'AIFA, “per nessuno è stato accertato un nesso di causalità che possa attribuire al vaccino la responsabilità della morte”. In altri termini, hanno perso la vita dopo la vaccinazione ma non per il vaccino. Nei sospetti casi di decesso associati al vaccino sono stati coinvolti il quadrivalente contro morbillo, parotite, rosolia e varicella (1) e il vaccino contro l'influenza (6). Per tre di questi ultimi, la somministrazione era stata fatta in combinazione con i vaccini a mRNA contro il coronavirus SARS-CoV-2, il patogeno pandemico responsabile della pandemia di Covid. Tutte e sei le persone adulte decedute – con un'età compresa tra i 63 e i 92 anni – avevano un quadro clinico sottostante “complesso e con polipatologie”. L'unica vittima minore è stato un bambino di 2 anni (anch'esso con più comorbilità) deceduto dopo la somministrazione del quadrivalente. L'AIFA sottolinea che la sua morte, come emerso dalle perizie dei medici legali, non è stata correlata alla vaccinazione “ma alla condizione patologica pre-esistente”.

I dati dell'AIFA evidenziano la sicurezza dei vaccini smontando la disinformazione dilagante che circola su questa specifica e preziosa classe di farmaci. Basti pensare che, in base a un recente studio pubblicato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) in occasione del cinquantesimo anniversario del Programma Esteso di Immunizzazione (EPI), negli ultimi 50 anni i vaccini hanno salvato ben 154 milioni di vite, delle quali la stragrande maggioranza (146 milioni) di bambini sotto i cinque anni di età. Anche i vaccini anti Covid, non coinvolti nel dossier dell'AIFA, secondo uno studio dell'Imperial College di Londra nei primi due anni critici della pandemia hanno evitato ben 20 milioni di morti. Uno studio del Centro di ricerca Botnar – NDORMS dell'Università di Oxford (Regno Unito) ha anche determinato che, dopo l'infezione, i vaccini anti Covid sono associati a un ridotto rischio di insufficienza cardiaca e coaguli di sangue, due condizioni che possono emergere a seguito di malattie virali (compresa l'influenza).

Per quanto concerne le singole malattie valutate nel Dossier, l'AIFA ha indicato che i casi di morbillo sono in rapida crescita nel nostro Paese (come evidenzia anche l'ultimo bollettino dell'Istituto Superiore di Sanità), tuttavia la copertura vaccinale nel 2023 nei bambini con meno di 2 anni è arrivata al 94,4 percento, prossima alla soglia di sicurezza legata all'immunità di gregge (95 percento). Il morbillo è una malattia ampiamente sottovalutata, ma è la più contagiosa al mondo e può provocare gravi complicanze come l'encefalite, che è mortale nel 15 percento dei casi. Proteggerei bambini è dunque fondamentale. In crescita anche la copertura vaccinale contro la varicella, arrivata al 92 percento nel 2021 con un significativo balzo in avanti rispetto al passato.

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