I T. rex e i velociraptor avevano le “labbra”, secondo un nuovo studio
Il tirannosauro, il velociraptor e altri iconici dinosauri teropodi, principalmente bipedi carnivori, avevano le "labbra", o meglio, squame labiali che ricoprivano completamente i loro denti. In parole semplici, quando avevano la bocca chiusa questi rettili non presentavano un “sorriso smagliante” con decine di grandi denti aguzzi esposti all'aria aperta, come avviene ad esempio nei moderni coccodrilli. Questo dettaglio cambia completamente l'aspetto di questi dinosauri nell'immaginario collettivo, in particolar modo del T. rex, da sempre rappresentato evidenziando le prominenti e minacciose fauci. In realtà la sua testa ricordava più da vicino quella di una “lucertolona”, come quella di un drago di Komodo.
A determinare che i dinosauri teropodi avevano le squame labiali è stato un team di ricerca internazionale guidato da scienziati dell'Università di Toronto – Mississauga (Canada) e del Dinosaur Evolution Research Center dell'Università Jilin (Cina), che hanno collaborato a stretto contatto con i colleghi del Dipartimento di Ecologia e Biologia Evoluzionistica dell'Università di Toronto, dell'Università di Portsmouth (Regno Unito) e di altri istituti. Gli scienziati, coordinati dal professor Robert Reisz, docente presso il Dipartimento di Biologia dell'ateneo canadese, sono giunti alle loro conclusioni dopo aver analizzato l'usura dei denti in varie specie di dinosauri teropodi, mettendola a confronto con quella di rettili moderni dotati e non dotati di squame labiali, come iguane, alligatori, varani e altri.
Dall'analisi dei dati il team di paleontologi non ha osservato nei teropodi la caratteristica usura che si osserva nei coccodrilli, che hanno i denti costantemente esposti all'aria aperta, senza copertura. Attraverso l'indagine istologica dello smalto per gli esperti è infatti relativamente semplice capire se l'usura dei denti è legata a eventi verificatisi in vita oppure da conseguenze dopo la morte, come l'impatto degli agenti esterni. Quando i denti sono coperti lo smalto resta idratato grazie alla saliva. I risultati dell'indagine suggeriscono che il T. rex e gli altri dinosauri avessero gengive e altri tessuti molli – come appunto sottili squame labiali – a proteggere i denti. Insomma, niente spaventoso sorriso dentato. “Nei coccodrilli lo smalto è spesso e rimane idratato perché vivono nell'acqua. Anche così, i denti di coccodrillo portano i segni di crepe e danni sulla loro superficie esterna. Questo non è il caso dei teropodi”, ha dichiarato su Nature la dottoressa Kirstin Brink, paleontologa dei vertebrati. “I denti dei teropodi sono ricoperti solo da un sottile strato di smalto, il che indica che questi dinosauri probabilmente avevano labbra per proteggere i denti ed erano coperti dalla saliva quando le loro bocche erano chiuse”, ha aggiunto.
Fino ad oggi i ricercatori ritenevano che questi dinosauri avessero i denti esposti all'aria aperta per due ragioni: le grandi dimensioni e il fatto che sono strettamente imparentati con i moderni coccodrilli, che assieme formano il gruppo degli arcosauromorfi. Gli scienziati hanno evidenziato che anche gli antichi coccodrilli avevano denti coperti, simili a quelli dei dinosauri, mentre le specie moderne hanno evoluto la caratteristica dei denti all'esterno. “Se hanno ragione, il T. rex non avrebbe avuto un sorriso a trentadue denti come è spesso rappresentato nei film e nell'arte, ma piuttosto un sorriso gommoso”, ha dichiarato a Gizmodo il dottor Steve Brusatte, paleontologo dell'Università di Edimburgo che non ha partecipato allo studio. “Negli ultimi anni si è discusso molto su questo problema delle labbra del tirannosauro e penso che questo studio rappresenti un buon caso”, ha aggiunto lo scienziato.
Nonostante queste labbra, i dinosauri non erano in grado di stringerle e controllarle come fanno i mammiferi, poiché erano privi dei muscoli necessari. I dettagli della ricerca “Theropod dinosaur facial reconstruction and the importance of soft tissues in paleobiology” sono stati pubblicati sull'autorevole rivista scientifica Science.