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Cambiamenti climatici

I sintomi del colpo di calore: quali sono, quanto durano e come distinguerli dall’insolazione

Il colpo di calore è una condizione patologica legata all’ipertermia, l’innalzamento della temperatura corporea che può scatenare conseguenze anche letali. Quali sono le cause, i sintomi e i rischi del colpo di calore e le differenze con l’insolazione.
A cura di Andrea Centini
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Con l'arrivo dell'estate, del caldo estremo e delle famigerate ondate di calore – sempre più frequenti a causa del cambiamento climatico – aumenta sensibilmente il rischio di subire un colpo di calore o un'insolazione, due condizioni patologiche affini ma non completamente sovrapponibili. Il colpo di sole, infatti, è legato proprio all'esposizione ai raggi solari, mentre il colpo di calore a condizioni ambientali (anche) indipendenti da questo.

Come spiegato dall'Istituto Superiore di Sanità (ISS), il colpo di calore è infatti scatenato da specifiche condizioni caratterizzate da una temperatura particolarmente elevata “a partire da 35° C”, ventilazione ridotta e “soprattutto elevata umidità (maggiore del 60 – 70%)”. Questi fattori innescano infatti l'ipertermia, ovvero l'innalzamento temporaneo della temperatura corporea legato al fatto che, in simili condizioni, il nostro organismo non riesce a termoregolare attraverso la sudorazione, ostacolata in particolar modo dall'elevata umidità.

In parole semplici, il corpo non è più in grado di raffreddarsi e mantenere la temperatura attorno ai 37° C. Un innalzamento di questo tipo può diventare incompatibile con il corretto funzionamento dei naturali processi enzimatici e biochimici, come indicato dall'Istituto Humanitas: i danni possono essere potenzialmente fatali. Il colpo di sole o insolazione, a differenza del colpo di calore, è invece legato “a una esposizione diretta del corpo, in particolare della testa, alle radiazioni solari”, come affermato dall'ISS.

I bambini, gli anziani (persone con più di 65 anni) e i soggetti fragili con determinate patologie sono le categorie più esposte al rischio di sviluppare un colpo di calore e di un'insolazione, ma non vanno dimenticati anche gli adulti in perfetta salute che praticano sport – o che fanno comunque attività fisica pesante, come un lavoro manuale – e anche gli animali.

Sono tantissimi i cani che in questo periodo dell'anno arrivano morti o agonizzanti in clinica veterinaria perché i padroni credono sia una cosa buona farli giocare e correre sotto al sole cocente. Come spiegato a Fanpage.it dalla dottoressa Elena Torri, i sintomi del colpo di calore sono diversi e si spazia da stanchezza e debolezza a crampi, nausea, vomito e altri più gravi. Per quanto concerne l'insolazione, l'esperta evidenzia mal di testa, vertigini e senso di affaticamento. Ecco i sintomi nel dettaglio.

Quali sono i sintomi del colpo di calore

Come spiegato dall'ISS, il colpo di calore può avere conseguenze gravissime e anche mortali, per questo è importante riconoscere immediatamente quali sono i sintomi delle due condizioni patologiche, così che si possano prendere le immediate contromisure per evitare le conseguenze più drammatiche (come ad esempio ripararsi all'ombra e al fresco, magari in un ambiente climatizzato). Ecco l'elenco dei sintomi indicato dall'ISS per il colpo di calore:

  • Debolezza
  • Abbassamento della pressione arteriosa
  • Gonfiore, in particolar modo ai piedi e alle caviglie a causa della “dilatazione dei vasi sanguigni periferici con conseguente ristagno di sangue”
  • Disidratazione, “non sempre seguita da sensazione di sete”
  • Disturbi gastrointestinali come nausea e vomito
  • Crampi, “causati dalla mancanza di sali minerali dovuta alla forte sudorazione”
  • Vertigini e mal di testa
  • Progressiva perdita di lucidità e disorientamento

Tra i sintomi più gravi segnalati dall'ISS vi sono il collasso e lo svenimento con perdita di coscienza, “causati da un calo di pressione arteriosa con successiva diminuzione della quantità di sangue che arriva al cervello e, nei casi più gravi, danni agli organi interni (reni, polmoni, cuore, cervello), convulsioni, coma e morte”. Superata una certa temperatura interna, oltre i 40 ° C, vi è infatti un'alterazione significativa dei meccanismi metabolici e fisiologici legati ai parametri vitali; lo shock causato dal repentino crollo della pressione arteriosa può essere fatale. I sintomi del colpo di calore possono sovrapporsi a quelli dell'insolazione, ma a differenza di quest'ultima non determina eritemi solari e altre condizioni legati alla radiazione UVA e UVB proprio perché indipendente dall'esposizione solare.

Quanto durano i sintomi?

La durata dei sintomi del colpo di calore e dell'insolazione è “variabile e soggettiva”, spiega l'ISS. Può infatti variare da persona a persona e si spazia da poche ore sino a giorni o mesi, senza dimenticare i potenziali danni irreversibili sulla base delle complicazioni emerse. L'istituto spiega che i problemi gastrointestinali, la febbre, la disidratazione e altri possono rientrare nel giro di alcune ore “se trattati”. Danni d'organo non irrecuperabili possono richiedere tempistiche elevate per il recupero.

Cosa fare e cosa non fare

La prima cosa da fare in caso di emersione dei sintomi da colpo di calore è doveroso allontanarsi (o allontanare la persona colpita) dall'ambiente a rischio e cercare immediatamente assistenza medica, perché come indicato c'è il rischio che la situazione possa precipitare fino ad esiti drammatici o persino fatali. Il dottor Antonio Voza, Responsabile del Pronto Soccorso dell'Istituto Humanitas, sottolinea che dopo aver raggiunto un luogo adeguato si deve spogliare il paziente per raffreddare il corpo e ci si può aiutare con l'acqua. L'ISS aggiunge che per raffreddare il corpo si possono usare anche panni bagnati, ma è importante che l'acqua sia fresca, non fredda.

Il professor Voza indica inoltre che il paziente deve essere ventilato “il più possibile” ed essere posto in posizione distesa con le gambe sollevate “per facilitare l’apporto di sangue al cervello ed evitare eventuali complicanze, come sincope o perdita di coscienza”. Dopo il raggiungimento di una temperatura corporea “idonea”, si può procedere con la reidratazione “con piccoli sorsi d’acqua”. L'ISS in questo caso specifico consiglia anche l'utilizzo di bevande con sali minerali. Una cosa da non fare assolutamente è seguire il rimedio della nonna basato sul passare l'alcol sul corpo della persona colpita; questa vecchia credenza, infatti, può provocare un raffreddamento troppo repentino e innescare uno sbalzo termico potenzialmente pericoloso. Anche i farmaci antipiretici (quelli usati per abbassare la temperatura corporea, la febbre) non vanno somministrati se non sotto raccomandazione del medico.

Come prevenire il colpo di calore

Il primo consiglio ben noto a tutti per evitare un colpo di calore è quello di evitare di uscire nelle ore più calde della giornata, cioè dalle 11 alle 18 di sera, soprattutto quando ci sono giornate e ondate di calore con temperature estreme. Il consiglio vale per tutti, non solo per bambini, anziani e soggetti fragili, comunque esposti ai rischi più significativi. Anche gli adulti di sana e robusta costituzione che praticano sport dovrebbero evitare di fare attività fisica in queste condizioni ambientali, prediligendo passeggiate in ambienti freschi e ombreggiati come all'interno di un bosco. Per sapere quando sono in corso le ondate di calore è possibile consultare gli appositi bollettini aggiornati quotidianamente dal Ministero della Salute.

L'abbigliamento gioca un ruolo significativo nel ridurre i rischi di un colpo di calore, per questo l'ISS raccomanda vestiti leggeri che favoriscono la traspirazione, ad esempio in cotone e lino. Anche i colori sono importanti: quelli scuri assorbono più radiazione solare e quindi sono sconsigliati. Raccomandato anche l'uso di cappelli e occhiali da sole. Consigliati i pasti leggeri e l'aumento del consumo di acqua (almeno 2 litri al giorno) e di prodotti freschi come frutta e verdura.

L'ISS sconsiglia i cibi piccanti / pesanti e gli alcolici che favoriscono la disidratazione aumentando sudorazione e senso di calore. Ovviamente è sconsigliato stare in auto sotto al sole cocente, quindi è meglio mettersi in viaggio nelle ore più fresche; sì al climatizzatore ma la temperatura non deve essere troppo bassa rispetto a quella esterna (si rischiano sbalzi termici pericolosi) e l'aria non dove essere sparata addosso alle persone. Lo stesso discorso vale per i ventilatori, che non vanno usati quando la temperatura interna è superiore ai 32° C “perché l’aria calda potrebbe aumentare la sudorazione e la disidratazione”. I ventilatori, infatti, muovono l'aria ma non abbassano la temperatura.

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