La mappa delle zone colpite dall’alluvione in Emilia Romagna dalle immagini dei satelliti
Grazie alle immagini raccolte dai satelliti di Copernicus è stato possibile ricavare una mappa delle regioni alluvionate in Emilia Romagna in cui vengono mostrate dall’alto le immagini delle aree colpite dal maltempo e dei danni. Copernicus è uno dei programmi di osservazione satellitare gestiti dall’Agenzia Spaziale Europea. È una flotta di satelliti che si muovono in orbita attorno al nostro pianeta per monitorare quello che avviene sulla superficie su diversi livelli. I satelliti del programma sono chiamati Sentinel e negli ultimi giorni hanno scattato una serie di foto che spiegano bene cosa sta succedendo in Emilia-Romagna, bersagliata da una serie di alluvioni. La prima foto è stata pubblicata sulla piattaforma di Copernicus il 5 maggio e mostra gli effetti della prima serie di alluvioni. I sedimenti trasportati dai fiumi che hanno attraversano prima le valli degli Appennini e poi le zone pianeggianti sono stati trasporti nel Mar Adriatico, dove il fango è talmente denso da cambiare il colore dell’acqua. Tutta la costa dell’Emilia-Romagna fino al delta del Po ha davanti chilometri e chilometri di acqua torbida che sfumano nel mar Adriatico.
Le mappe del rischio alluvione sul sito della Regione
Le immagini satellitari dell’ultima alluvione
Copernicus ha lavorato a una sezione apposita del suo programma in cui ha mostrato tutte le immagini delle ultime alluvioni, quelle che hanno saturato il terreno d’acqua e hanno sommerso interi paesi. I danni peggiori sono quelli che si trovano nel triangolo che si trova tenendo come vertici Imola, Marina di Ravenna e Cattolica. Una terra che dal punto geologico è una pianura alluvionale, formatasi appunto con l’accumulo di detriti arrivati dalle montagne, lo stesso processo seguito da tutta la Pianura Padana.
I satelliti del progetto Copernicus hanno fotografato quello che hanno portato le alluvioni in quest’area. Evidenziando in azzurro le parti di terreno sommerse dall’acqua si vede come siano nati tutta una serie di laghi. Ci sono aree enormi che sono occupate praticamente solo da acqua. Nello specifico i satelliti hanno evidenziato tre zone: quella che si trova tra Reda e San Tomè, quella vicino a Cervia e quella tra Monselice e San Patrizio.
Molti degli allagamenti partono dai fiumi, che in questa zona seguono tutti lo stesso percorso: partono delle valli degli Appennini e arrivano fino alle coste per poi gettarsi nell’Adriatico. Lo schema è praticamente simmetrico. Ora tutti i loro percorsi sono strati stravolti dall’acqua, le anse distrutte e i confini allargati, ridisegnando così intere porzioni di terra.
Il lago dietro Ravenna
Ricordiamo sempre che le immagini sono colorate d'azzurro per identificare le zone delle alluvioni. Guardando le mappe quindi la parte azzurra non corrisponde a specchi d'acqua cristallina ma semplicemente a zone alluvionate coperte dal fango. Fra le zone che ora sono più complesse da gestire ci sono le campagne fuori Ravenna, dove l'acqua delle alluvioni ha creato un lago di cui prima non c'era nessuna traccia. Il comune dove sono arrivate queste acque è quello di Fornace Zarattini.
Il Parco Regionale del Delta del Po
Tra le aree evidenziate da Copernicus un'altra zona parecchio problematica è quella del Parco Regionale del Delta del Po, che si trova vicino al comune di Argenta. Qui notiamo due enormi zone, marchiate in azzurro perché sommerse dalle acque dell'alluvione. Anche in questo caso il problema ora è diventato il drenaggio delle acque. Le zone colpite dalla piogge sono composte anche da terreni argillosi, tra le tipologie di terreno più impermeabili. Questi terrenni sono saturi di acqua, perché oltre alle piogge di questi giorni avevano assorbito anche quelle di inizio maggio.
Quanta pioggia è caduta in Emilia Romagna
Intervistato da Fanpage.it, Mauro Rossi ricercatore dell’Istituto di ricerca per la protezione idrogeologica del Consiglio nazionale delle ricerche di Perugia (Cnr-Irpi) ha spiegato che in 24 ore sono caduti nella regione circa 200 millimetri di pioggia: “Duecento millimetri in 24 ore grossolanamente sarà un quinto di quanto piove annualmente in quella zona. La frequenza degli eventi estremi quest'anno è estremamente elevata e questa frequenza che può essere sì contingente ma anche un qualcosa che purtroppo sta diventando normalità. Questo è chiaramente attribuibile ad un contesto di cambiamento climatico, che sta rivoluzionando il modo in cui il clima fa pressione sul nostro territorio”.