I ricercatori di Wuhan, culla del Covid, hanno scoperto un nuovo virus di origine animale
Un team di ricerca ha annunciato la scoperta di un nuovo virus di origine animale presso il Wuhan Institute of Virology, la città dove si ritiene abbia avuto origine la pandemia di Covid-19. Il nuovo agente patogeno, chiamato LsPyV KY187, appartiene a una famiglia di poliomavirus responsabile di milioni di infezioni ogni anno, principalmente nei bambini, generalmente asintomatiche o di lieve entità. L’identificazione è avvenuta in seguito a una serie di test effettuati su 232 animali, inclusi 226 roditori, cinque toporagni e un riccio, portati dal Kenya nel 2016 e nel 2019.
I campioni sono stati successivamente inviati per l’analisi a strutture di ricerca biochimica a Wuhan, dove sono stati esaminati i tessuti di fegato, polmoni e reni di ciascun animale, alla ricerca di virus a DNA appartenenti a sette famiglie virali. Un totale di 25 animali sono risultati positivi e, in tutti i casi, tranne uno, i genomi sono stati ricondotti a virus preesistenti. Ulteriori analisi hanno mostrato che il nuovo virus, il poliomavirus LsPyV KY187, aveva solo una corrispondenza di circa il 60% con il suo parente più prossimo.
Il nuovo virus scoperto dal laboratorio di Wuhan
Il nuovo poliomavirus, descritto in uno studio pubblicato sulla rivista cinese Virologica Sinica, è stato rilevato in un topo dei prati striato, noto anche topo zebra, un piccolo mammifero appartenente al genere Lemniscomys diffuso nell’Africa subsahariana.
Gli scienziati hanno affermato che il nuovo poliomavirus “non è strettamente correlato a nessun virus noto per causare malattie nei piccoli mammiferi ospiti o negli esseri umani” , spiegando di non poter far luce sulla sua patogenicità, ovvero sulla sua capacità di causare malattie nell’uomo e sul potenziale rischio di trasmissione.
“LsPyV KY187 ha meno del 60% di identità di sequenza di aminoacidi al Glis glis polyomavirus 1 e Sciurus carolinensis polyomavirus 1 che sono maggiormente correlati a livello delle proteine dell’antigene T – precisano gli autori dello studio – e quindi può essere presumibilmente assegnato a una nuova specie all’interno dei Betapoliomavirus”.
Poiché il nuovo virus non è strettamente correlato a nessun agente patogeno noto, il suo effetto sulle persone “non è chiaro e deve essere ulteriormente valutato” hanno aggiunto i ricercatori, indicando come i risultati finora ottenuti aiutino “a comprendere meglio la diversità genetica dei virus del DNA nelle popolazioni di roditori e toporagni in Kenya” oltre “a fornire nuove informazioni sull’evoluzione di questi virus a DNA nei loro serbatoi di piccoli mammiferi”.
La scoperta del nuovo poliomavirus dimostra inoltre “la necessità degli studi in corso sulla scoperta di agenti patogeni, mirati all’identificazione dei virus trasmessi dai roditori nell’Africa orientale” hanno concluso gli studiosi.