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I primi umani moderni hanno avuto bisogno di tre ondate migratorie per colonizzare l’Europa

Lo rivelano i risultati dello studio delle grotte nella valle del Rodano, dove i reperti archeologici documentano la sequenza delle prime attività umane nella regione.
A cura di Valeria Aiello
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I primi esseri umani moderni hanno avuto bisogno di tre diverse ondate migratorie – e 12.000 anni – per colonizzare l’Europa. È questa la principale conclusione a cui sono giunto lo studio delle grotte della valle del Rodano, in Francia, dove i reperti archeologici hanno fornito le prove di tre diversi tentativi compiuti tra 54.000 e 42.000 anni fa dall’Homo sapiens, per potersi stabilire nel nostro continente. Le prove di queste tre ondate distinte dalle coste del Mediterraneo orientale aprono numerose domande riguardo la natura dell’arrivo degli esseri umani moderni nella regione e su come i primi Sapiens interagissero con le popolazioni residenti di Neanderthal.

In quest’ambito di ricerca, lo studio appena pubblicato sulla rivista Plos One da Ludovic Slimak del Centro di ricerca nazionale per la ricerca scientifica (CNRS) e dell'Università di Tolosa III, in Francia, si è concentrato principalmente sull’analisi comparativa degli strumenti in pietra ritrovati nella Grotta Mandrin, in Francia, dove è stata documentata la convivenza tra uomini di Neanderthal e umani moderni del Paleolitico superiore iniziale, e quelli recuperati nelle regioni del Mediterraneo orientale, in particolare a Ksar Akil, in Libano.

L’indagine ha rivelato una prima migrazione di Sapiens in Europa, risalente a 54.000 anni fa, suggerendo che l’espansione dei primi umani moderni in Europa sia avvenuta in tre distinte ondate migratorie, il che respinge le tesi secondo cui il loro arrivo sia successivo. “Fino al 2022 si credeva che l’Homo sapiens avesse raggiunto l’Europa tra il 42esimo e il 45esimo millennio – ha affermato Slimak – . Lo studio mostra che questa migrazione di Sapiens sarebbe in realtà l’ultima di tre grandi ondate migratorie verso il continente, il che riscrive profondamente ciò che si pensava di sapere sull’origine dei Sapiens in Europa”.

Le prove delle tre diverse ondate migratorie di Sapiens dalla costa del Mediterraneo orientale in Europa (La fase 1, intorno al 54esimo millennio; fase 2 intorno al 45esimo millennio e la fase 3 intorno al 42° millennio) ottenute attraverso l'analisi delle tradizioni tecniche di ciascuna di queste migrazioni / Credit: Slimak, Plos One 2023.
Le prove delle tre diverse ondate migratorie di Sapiens dalla costa del Mediterraneo orientale in Europa (La fase 1, intorno al 54esimo millennio; fase 2 intorno al 45esimo millennio e la fase 3 intorno al 42° millennio) ottenute attraverso l'analisi delle tradizioni tecniche di ciascuna di queste migrazioni / Credit: Slimak, Plos One 2023.

Per arrivare a questa conclusione, Slimak ha analizzato le precise connessioni tecniche di decine di migliaia di strumenti in pietra provenienti sito di Ksar Akil con le prime tecnologie moderne trovate nelle grotte Mandrin, fornendo una reinterpretazione del modello di arrivo dei primi umani moderni in Europa. “Un ulteriore esame di queste apparenti fasi della migrazione umana stabilirà un quadro più chiaro della sequenza di eventi circa la diffusione dell’Homo sapiens in tutta la regione e la graduale estinzione dei Neanderthal” ha osservato lo studioso, indicando inoltre una diversa origine degli strumenti di Châtelperronian, attribuiti – da molti ma non tutti gli scienziati – ai fabbricanti di utensili di Neanderthal.

La cultura castelperroniana, una delle prime tradizioni moderne nell'Europa occidentale e da allora attribuita ai Neanderthal, dovrebbe infatti segnalare la seconda ondata migratoria di Homo sapiens in Europa – ha evidenziato Slimak – . Ciò influenzerebbe profondamente la nostra comprensione dell’organizzazione culturale degli ultimi Neanderthal”.

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