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I primi segni di un ictus si vedono negli occhi: quali sono e cosa possono rivelare

I segnali di ictus che possono essere rilevati negli occhi sono alcuni cambiamenti nei vasi sanguigni della retina, la membrana del bulbo oculare interno: questi cambiamenti includono alterazioni di densità, diametro o tortuosità dei vasi, e possono predire con accuratezza il rischio di insufficienza cerebrovascolare.
A cura di Valeria Aiello
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I primi segni di un ictus possono essere visti negli occhi e, più precisamente, in alcuni cambiamenti della retina, la membrana sensibile alla luce che riveste il bulbo oculare interno. Questi cambiamenti includono alterazioni di densità, diametro o tortuosità dei vasi sanguigni retinici, che possono essere osservati attraverso un esame del fondo oculare e valutati con l’uso di tecnologie di intelligenza artificiale (AI) di ultima generazione, come il Retina-based Microvascular Health Assessment System (RMHAS), un sistema di apprendimento automatico sviluppato a Hong Kong che permette di quantificare i parametri vascolari della retina.

Un recente studio, pubblicato sulla rivista Heart, ha dimostrato che questo approccio può prevedere con grande accuratezza il rischio di ictus di una persona, dimostrando il potere predittivo dei diversi parametri vascolari della retina. Alcuni cambiamenti, come quelli di densità, sono risultati associati a un aumento del rischio di ictus del 10-19%, mentre variazioni nel diametro dei vasi sono associate un aumento del rischio del 10-14%.

Quali sono i segni di ictus che si vedono negli occhi

I primi segni di un ictus che possono essere rilevati negli occhi includono cambiamenti nei vasi sanguigni della retina, l’intricata rete vascolare che riflette ciò che accade nel cervello.

È infatti noto che la retina è come una “finestra sul cervello”, che la rete vascolare retinica condivide caratteristiche anatomiche e fisiologiche con la vascolatura cerebrale e che, alcune anomalie, come la tortuosità dei vasi e il loro diametro, possono indicare danni dovuti a condizioni come ipertensione, diabete e ipercolesterolemia, tutti fattori di rischio per l’ictus.

Questo potenziale della rete vascolare della retina nel predire il rischio di ictus è stato ulteriormente approfondito dagli sviluppatori del già citato sistema di valutazione della salute microvascolare della retina, il RMHAS, che hanno preso in esame le diverse architetture vascolari retiniche riscontate nelle immagini del fondo oculare di 68.753 partecipanti allo studio UK Biobank.

Queste architetture sono state suddivise in cinque categorie – che includevano calibro (lunghezza, diametro, rapporto), densità, torsione, angolo di ramificazione e complessità dell’impronta vascolare retinica – e valutate con l’analisi di regressione di Cox per esaminare le associazioni, aggiustando per i fattori di rischio tradizionali (età, sesso, stile di vita e parametri sanitari, tra cui pressione sanguigna, colesterolo, glicemia e peso).

Durante un follow-up medio di 12,5 anni, i ricercatori sono quindi riusciti a identificare 29 parametri significativamente associati al rischio di ictus: questi parametri includono cambiamenti di densità, calibro, complessità e tortuosità nei vasi retinici, con oltre la metà che erano indicatori di densità. In particolare:

  • Densità dei vasi: ogni cambiamento nei parametri di densità dei vasi vascolari della retina era associato a un aumento del rischio di ictus del 10-19%
  • Calibro dei vasi: variazioni nel diametro dei vasi sanguigni, come restringimenti o dilatazioni, sono associate a un aumento del rischio del 10-14%
  • Tortuosità dei vasi: l’aumento della tortuosità, ovvero la curvatura  dei vasi sanguigni, ha aumentato del 10,1% il rischio di ictus.
  • Complessità della rete vascolare retinica: i cambiamenti nella complessità nei vasi sanguigni della retina sono risultati associati a un aumento del 12,4-16% del rischio di ictus.

Nel complesso, l’impronta vascolare retinica, anche se combinata solo con i fattori demografici (età e sesso) è risultata efficace quanto l’uso dei soli fattori di rischio tradizionali nel predire il rischio di ictus. “Dato che età e sesso sono facilmente disponibili e che i parametri della retina possono essere ottenuti tramite immagini del fondo oculare di routine, questo approccio rappresenta una strategia pratica e facilmente implementabile per la valutazione del rischio di ictus – hanno evidenziato gli autori dell’analisi -. Ulteriori indagini su questi parametri potrebbero fornire preziose informazioni sugli intricati processi patofisiologici associati all'ictus, contribuendo così al perfezionamento delle strategie preventive e terapeutiche”.

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